Aurora Leone: Una famiglia a pretesto – recensione dello spettacolo Prime Video
Ritmo, battute e passione non mancano sul palco di Una famiglia a pretesto, anche se Aurora Leone non riesce a fare un passo più in là di ciò che già conosciamo.
In poco più di un’ora Aurora Leone si racconta in Una famiglia a pretesto, il suo nuovo spettacolo disponibile su Prime Video, ormai piattaforma ufficiale di molti contenuti a firma The Jackal. In questo relativamente breve periodo di tempo, Leone si mette a nudo, descrivendo se stessa attraverso al sua famiglia e le sue persone care, restituendo un ritratto genuino, affettuoso e timidamente comico della sua esistenza. Probabilmente in molti si ricorderanno della sua performance a Italia’s got talent, occasione in cui divenne familiare al grande pubblico, tanto da innescare seppur indirettamente la collaborazione con il collettivo comico tra i più amati del Paese: proprio da quello stesso – brevissimo – monologo parte l’attrice, per aggiungere poi citazioni e brevi intermezzi in cui ospita sul proprio palco (anzi, nel proprio camerino) manco a dirlo proprio gli altri componenti dei The Jackal, oltre a Brunori sas, degno destinatario di spassionato affetto proprio da parte della protagonista.
Ritmo, battute e passione non mancano sul palco di Una famiglia a pretesto, anche se Aurora Leone non riesce a fare un passo più in là di ciò che già conosciamo. Manca un po’ di mordente, si paga l’assenza di battute pungenti, che non si limitino a giocare sul campo sicuro delle dinamiche familiari, ma che si spingano su critiche pungenti sulle tante contraddizioni sociali che lei stessa incontra in quanto giovane donna lavoratrice, che invece rimangono solo accennate, menzionate a completamento di un quadro familiare che resta indissolubilmente al centro della narrativa dall’inizio alla fine. Senza dubbio, anche per questo motivo, è possibile rilevare un’assoluta coerenza intrinseca al monologo sia a livello tematico che di ritmo. Senza grosse variazioni infatti il ritmo dell’enunciazione non fa mai rilevare grosse altalene di pathos; le uniche interruzioni sono i brevi siparietti in cui Aurora, insieme a Ciro Fru e Fabio, costruisce intermezzi quasi caricaturali rispetto ai loro personaggi che già conosciamo dalle loro altre produzioni. In questo contesto probabilmente anche il montaggio di Prime Video non aiuta l’esposizione della protagonista che spesso è un po’ meccanica, fortemente ritmata per non dire sincopata. Il risultato finale di Una famiglia a pretesto è un prodotto che vorrebbe arrivare in alto ma che invece resta piuttosto nella mediocrità, mostrando tutte le debolezze di un’esposizione ancora molto acerba per uno spettacolo teatrale. Se in altri contesti proprio queste incertezze sono quelle che ci fanno apprezzare Aurora Leone come personaggio e come attrice, uno spettacolo dal vivo che deve affrontare anche il diaframma dello schermo televisivo si dimostra uno scoglio ancora arduo da superare per risultare convincente fino in fondo.
Aurora Leone: Una famiglia a pretesto – conclusione e valutazione
Le buone intenzioni di costruire un qualcosa di buono ci sarebbero tutte, ma, probabilmente complice anche un montaggio poco fluido, si compromette presto il risultato con un testo piuttosto piatto, un’enunciazione poco empatica e una narrazione complessiva che è evidentemente più adatta ad altri tipi di contenuti rispetto a uno spettacolo teatrale vero e proprio. Nonostante comunque una delusione quasi inevitabile di fronte alle altissime aspettative, Una famiglia a pretesto scorre piacevolmente pur senza lasciare un segno netto nell’immaginario degli spettatori, finendo direttamente nella sezione riempitiva del catalogo di Prime Video. Dispiace che Aurora Leone non sia riuscita a fare centro al primo colpo, ma siamo molto curiosi di assistere ai nuovi tentativi che, sicuramente, sapranno far ricredere anche i più scettici.