Nicolò Galasso si racconta, da Mare Fuori al nuovo film di Stefano Sollima
Intervista al giovane protagonista di Mare Fuori vincitore del premio Meno di Trenta – Serie Tv
È uno dei protagonisti del fenomeno del momento, la serie Mare Fuori, di cui in questi giorni si sta girando la quarta attesissima stagione: Nicolò Galasso, classe 1998, O’Pirucchio nella serie, si è guadagnato il premio Meno di Trenta – Serie Tv in ex aequo con Francesco Centorame di Skam – Italia, consegnato nell’ambito della manifestazione Lo schermo è donna a Fiano Romano. Meno di Trenta è un’iniziativa dedicata ai giovani attori e attrici italiani di cinema e serie tv sotto i 30 anni, ideata da Stefano Amadio e Silvia Saitta.
Abbiamo intervistato Nicolò Galasso che si è detto “onorato di aver ricevuto un premio che valorizza il lavoro di giovani attori e attrici”.
Quanto ha cambiato la tua vita Mare Fuori?
“Ha cambiato tanto la mia vita ed è bello vedere tutto l’affetto da parte del pubblico, quando si inizia a fare questo lavoro non ci si aspetta mai una cosa del genere. Con Mare Fuori è stato un successo improvviso in qualche modo, già dopo la prima stagione era cambiato qualcosa, ma adesso è evidente agli occhi di tutti”.
Il tuo personaggio, Gaetano Sannino, detto O’ Pirucchio, fa un percorso molto importante, ovviamente è molto lontano da te, ma cosa ti ha insegnato in questi anni?
“Beh, innanzitutto il napoletano (ride) e ho conosciuto grazie al mio personaggio dei lati ancora inesplorati in me, sono contento di averlo fatto con Gaetano, anche perché raccontare qualcosa di così forte in età adolescenziale è particolare, è un doppio studio, ti chiedi sempre che cosa stai facendo e che cosa sta succedendo. E poi è stato bello accompagnarlo in questo percorso che dall’odio nei confronti di tutto e tutti, dall’idolatrare un criminale, Ciro Ricci, riesce a cambiare e a scoprire l’amore, cominciando effettivamente a capire gli errori che ha fatto. Infatti nell’ultimo atto Pirucchio secondo me scopre di non essersi perdonato”.
Sei diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia, quanto è stata importante questa formazione per te?
“Fondamentale perché dà la possibilità di mettersi in relazione con gli altri, con i compagni di classe si cresce insieme, devo dire che in questo anche l’esperienza di Mare Fuori mi è servita perché eravamo tutti molto giovani, capitanati da Carolina Crescentini, Vincenzo Ferrera e Carmine Recano. Per me è stato importante mettermi alla prova di fronte a dei docenti che mi hanno insegnato tanto, ho avuto l’onore di partecipare a delle lezioni dirette da Giancarlo Giannini, che era il direttore artistico del mio corso. L’ho vista molto come una palestra dove effettivamente hai l’opportunità di sbagliare e di capire delle cose in più su questo mestiere, alla fine è sempre una ricerca continua”.
Hai qualche attore di riferimento? Com’è nata la passione per la recitazione?
“È nata guardando tanti film e a teatro da piccolo, però una delle mie più grandi fonti d’ispirazione è Robert De Niro, sono completamente estasiato ogni volta che lo vedo in scena. Come per altri attori, in ogni loro personaggio scopro una parte nuova, un qualcosa di inesplorato, come Joaquin Phoenix e Johnny Depp per esempio, per me sono maestri, ma si impara da tutti. Alla fine devi comunque sempre metterti a confronto con gli altri e capire qualcosa in più di te stesso, infatti mi piace sempre esplorare attraverso nuove esperienze e nuovi personaggi”.
Prossimamente ti vedremo nel nuovo film di Stefano Sollima, Adagio, che esperienza è stata?
“È stato bellissimo entrare a gamba tesa in questo progetto e trovarmi a scherzare e ridere nel momento in cui provavo le scene e mi mettevo alla prova su un nuovo personaggio. Stefano Sollima è un maestro”.