I 6 villain più odiosi del cinema italiano, che abbiamo amato alla follia
Chi sono i villain peggiori del cinema italiano? Ecco alcuni cattivi che abbiamo amato davvero!
In ogni produzione che si rispetti viene sempre dato il giusto peso al cattivo, al villain che molto spesso, dotato di un carisma particolarmente attrattivo, ottiene facilmente ciò che vuole, determinato dalle proprie ambizioni e privo di qualsiasi scrupolo nei confronti della società e degli altri.
La cultura cinematografica italiana, molto spesso, evidentemente ancora influenzata dal neorealismo, movimento che diede origine all’industria tricolore, non cura particolarmente l’aspetto del cattivo, non caricandolo e presentando gli eventi come prima difficoltà, che portano alle azioni del protagonista e dell’antagonista.
Nonostante ciò, sopratutto negli ultimi anni, abbiamo notato un netto cambio di rotta, un’influenza d’oltremare che porta i nostri autori a sperimentare, invogliandoli a a dare un peso molto più incisivo ai cattivi, che il più delle volte sono il motore della storia e il motivo della crescita dei nostri eroi preferiti. In questo articolo vogliamo parlare dei villain nel cinema italiano, quelli più odiosi, che hanno mosso le sceneggiature italiane e hanno fatto innamorare gli spettatori del “lato oscuro”.
1. Luca Marinelli, Lo Zingaro – Lo chiamavano Jeeg Robot tra i cattivi più celebri nei film italiani
Se il male fosse sinonimo di stile, lo Zingaro di Luca Marinelli, sarebbe il cattivo più spietato della storia del cinema. La sceneggiatura della magnifica produzione di Gabriele Mainetti legata alla performance dell’attore, ci regala sguardi agghiaccianti e una nevrosi degna di un vero e proprio villain DC. L’ambizione del denaro e del potere che si tramuta in profondo odio per l’eroe in questione, creando un cerchio ben conosciuto per gli amanti del tema, identificano ancora di più Luca Marinelli nel cattivo dal giusto peso, odiato e amato dagli spettatori quanto basta per alzare di livello di qualità della pellicola.
2. Riccardo Scamarcio, Santo Russo – Lo spietato
Degno del titolo del film Santo Russo, interpretato da Riccardo Scamarcio, tocca delle corde sensibili della storia italiana. Nel girato originale Netflix infatti anche se ben romanzato, ci viene raccontata un Milano degli anni ottanta, che tra tutte le sue luci e il suo denaro, olia per bene i suoi ingranaggi con il sangue delle vittime del criminale. Difatti Santo non guarda in faccia nessuno e con un interpretazione spietata, Scamarcio inquadra perfettamente il personaggio, un assassino, un mafioso senza scrupoli che viene alimentato dalle sue paure e dai suoi desideri materiali. L’antieroe per eccellenza che con fatica, intelligenza e senza riguardo alcuno, cambia la sua vita arrivando dalla Calabria fino ad un terrazzo a pochi metri dal duomo di Milano.
3. Franz Rogowski, Franz – Freaks out tra i villain più odiosi del cinema italiano
Il potere dell’arte è quello di poter far nascere una rosa dalle ceneri, e questo è quello che fa Gabriele Mianetti in freaks out, parlando del periodo più buio e violento della storia italiana, che attraverso la sua fantasia e immaginazione, prende nuove forme, rimanendo crudo e sottolineando la miseria, dona ai suoi personaggi dei poteri sovrannaturali, affiancandoli al potere dell’uomo, il coraggio e la dedizione incarnata dai partigiani. Coraggio e dedizione possono però sfociare nella follia; è questo il caso di Franz, Generale tedesco, nonché scienziato pazzo la cui fame di potere e conoscenza lo portano alla disfatta. Anche qui Mianetti unisce la cultura cinematografica italiana a un topos letterario, che possiamo ritrovare in film come Spiderman, creando un cattivo instabile e in cerca di risposte che avvolto dallo stesso carisma di un poeta maledetto, danneggia il suo corpo per incanalare i suoi pensieri. L’interpretazione di Rogowski è abbastanza coinvolgente, ma forse un pò troppo caricaturata, probabilmente anche per via della natura del film.
3. Marcello Fonte, Marcello – Dogman
Nella pellicola di Matteo Garrone, Marcello Fonte interpreta il proprietario di un locale di tolettatura per cani, in questa produzione troviamo un antieroe, soffocato dalla società e dalle sue dinamiche, spinto verso la criminalità per la necessità di far quadrare i conti. l’indole viene affiancata a quella di Simoncino, criminale ed ex pugile. La singolarità della storia viene data dal suo sviluppo, trasformando Simone, il vero criminale, nella vittima, portando il nostro antieroe ad essere sempre più influenzato e afflitto dalle dinamiche sociali fino alla conseguenza dell’atto violento per eccellenza. Si nota una mancanza di consapevolezza da parte del personaggio, e questo ne determina una mancanza di carisma o di controllo. Possiamo dire che Marcello di Dogman incarna una figura della malvagità molto più affine alla cultura cinematografica italiana, in quanto il suo approccio verso la criminalità nasce dalla volontà di un riscatto sociale, che infine sarà la sua condanna.
4. Ninni Bruschetta, Francesco – Spaccaossa
Nel film di Vincenzo Pirrotta ci troviamo all’interno del circolo delle truffe assicurative, dove Francesco, Ninni Bruschetta, si trova ad occupare il ruolo di principe indiscusso dell’associazione a delinquere degli infortuni. La figura che occupa l’attore è quella del cane da guardia del boss, che spinto dalla necessità dei soldi e dalla paura che qualcosa possa andare storto, marcia senza scrupoli sulla vita dei “clienti” e quella dei suoi “colleghi” criminali, senza rispetto nemmeno per la famiglia ma solamente per il boss. L’ambiente è ben presentato da una interpretazione di alto livello dall’intero cast, nel particolare Ninni Bruschetta che nelle sue apparizioni, brevi ma concise, fa trapelare perfettamente il livello di affiliazione e di pericolosità oltre che la natura della criminalità in un territorio spinto verso i margini, dove povertà, depressione e dipendenza portano alla scelta sbagliata.
5. Claudio Amendola, il Samurai – Suburra tra i cattivi migliori del cinema italiano
Una delle produzioni più scottanti ambientate nella capitale è proprio Suburra, Dove troviamo un cast scoppiettante e tra tutti proprio Claudio Amendola, interpreta uno dei villain più violenti e più emblematici del cinema. In una Roma in cui la criminalità si fa la guerra per accaparrarsi il potere, Samurai cerca di non farsi scappare nessun dettaglio e di tenere ben al guinzaglio i vari gruppi di criminalità organizzata, nonché anche i politici, presenti nella sua città. Il personaggio è il perfetto equilibrio tra un criminale di strada e un colletto bianco che, nonostante tenti di non sporcarsi le mani, sa bene quando è il momento di mostrare la sua decisione e il suo istinto violento.