L’autostoppista di Igor Righetti ha vinto il Microfono d’oro
Il Microfono d'oro a L'autostoppista di Igor Righetti, miglior programma radiofonico di infotainment. "Dedico il premio a mio cugino Alberto Sordi".
L’autostoppista, ideato e condotto da Igor Righetti su Rai Isoradio, è il miglior programma radiofonico italiano di infotainment (informazione e intrattenimento), premiato ieri nella sala della Protomoteca in Campidoglio con il Microfono d’oro, la manifestazione (organizzata dal giornalista Fabrizio Pacifici e giunta alla 13ª edizione) dedicata alle trasmissioni più popolari e agli speaker più noti e amati del panorama radiofonico italiano.
L’autostoppista è il primo programma radiofonico italiano pet friendly dove il co-conducente è il bassotto pet influencer Byron con oltre 26 mila follower su Instagram (@byron.righetti), seguitissimo format nato dalla creatività del giornalista e conduttore radiotelevisivo Igor Righetti, il “papà” della celeberrima e pluridecorata trasmissione quotidiana divenuta di culto Il ComuniCattivo, trasmessa per 12 anni consecutivi su Rai Radio 1, e ideatore per Radio Rai, nel 2004, del primo radio reality a livello internazionale In radio veritas, al quale parteciparono anche Mario Monicelli, Renzo Arbore e Giorgio Albertazzi.
“Dedico il premio a mio cugino Alberto Sordi che mi incitò a sperimentare la radio e mi regalò consigli preziosi sul linguaggio radiofonico”
Per L’autostoppista, questo suo innovativo format crossmediale giunto alla terza edizione, Righetti si è ispirato all’esilarante commedia Il tassinaro, diretta e interpretata nel 1983 da suo cugino Alberto Sordi. In ogni puntata, il conduttore-conducente offre un ideale passaggio sulla sua auto a personaggi celebri rimasti in panne, ignari, però, di salire a bordo di un prototipo di vettura mai entrato in produzione in quanto anarchico e sovversivo. Il bassotto Byron interagisce con gli “autostoppisti” sui temi legati alla tutela dei diritti degli animali sui quali intervengono i presidenti delle maggiori associazioni animaliste, esperti e attivisti del mondo pet, veterinari e nutrizionisti. Non manca lo spazio “Diamo i numeri” dell’influencer con 240 mila follower su Instagram, Lorenzo Castelluccio, in cui vengono raccontati i dati statistici di tutto ciò che ci circonda.
Tra i personaggi che hanno beneficiato di un “passaggio” e che, durante il viaggio, hanno raccontato la loro vita, le loro fragilità e la grande passione per la propria professione troviamo Mara Venier, Renzo Arbore, Al Bano Carrisi, Piero Chiambretti, Pupi Avati, Mario Giordano, Piero Angela, Renato Pozzetto, Orietta Berti, Enzo Iacchetti, Maria Grazia Cucinotta, Diego Abatantuono, Donatela Rettore, Iva Zanicchi, Biagio Izzo, Beppe Severgnini, Massimo Boldi, Cristina D’Avena, Drusilla Foer, Ivana Spagna, Adriano Panatta, Mara Maionchi, Giovanni Allevi e Massimo Giletti.
“Come ha affermato l’amministratore delegato della Rai Roberto Sergio che da direttore radiofonia ha rivoluzionato il mezzo pubblico a livello tecnologico”, spiega Igor Righetti, per tanti anni docente di Linguaggi radiotelevisivi e Format crossmediali alle università Sapienza, Luiss e Tor Vergata di Roma. “Innovare e sperimentare sono parte della mission del servizio pubblico ed è proprio per questo motivo che L’autostoppista è una fucina di innovazione e creatività nei linguaggi, nella contaminazione tra generi diversi, nell’elaborazione di percorsi narrativi originali e nelle modalità di conduzione con grande attenzione verso tutte le piattaforme come i social e il podcast, caratteristiche che hanno portato anche tanti giovani e giovanissimi a seguire il programma. Condivido questo premio con Angela Mariella che ha subito creduto in questo progetto lasciandomi grande libertà, che non è affatto scontata. Come non è affatto scontato che un dirigente di una rete, soprattutto in questa era caratterizzata da una preoccupante stipsi creativa, accetti un format come L’autostoppista con un bassotto a bordo come co-conducente.”
“Non si può più parlare di target bensì di stili di vita perché un sessantenne di oggi non ha nulla in comune con un suo coetaneo di vent’anni fa. Dedico quindi questo riconoscimento a mio cugino Alberto Sordi che mi incitò a sperimentare la radio e mi regalò consigli preziosi sul linguaggio radiofonico. Del resto chi meglio di Alberto conosceva la potenza espressiva della voce? La voce fu uno dei segreti del suo successo“.
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