Il cattivo poeta: la storia vera del film sugli ultimi anni di vita di Gabriele D’Annunzio
Il cattivo poeta è un film con Sergio Castellitto che racconta gli ultimi tre anni di vita di Gabriele D’Annunzio: ecco la storia vera.
Il cattivo poeta è un film del 2020 diretto dal regista Gianluca Jodice con protagonista Sergio Castellitto, la storia del poeta Gabriele D’Annunzio è in onda su Rai 3 nella prima serata di venerdì 7 luglio 2023. Una pellicola dalla trama affascinante, basata sulla storia vera di uno degli artisti e uomini di cultura più complessi della storia italiana e della letteratura mondiale. Un edonista, un uomo senza filtri e ricco di contraddizioni, dall’animo tormentato e assetato di vita.
Ma cosa c’è di reale in questo lungometraggio che ha incontrato il parere contrastato della critica italiana, tra una folta schiera di detrattori e altrettanti amanti di una storia raccontata con intensità e passione? La figura di D’Annunzio è sempre stata considerata complessa, indefinibile, e portare i suoi ultimi anni di vita sullo schermo è stata senza dubbio operazione delicata. Vediamo insieme cosa c’è di reale nella trama dell’intenso film.
Il cattivo poeta, la vera storia dietro il film di Gianluca Jodice
Il cattivo poeta segue gli ultimi tre anni di vita del poeta italiano Gabriele D’Annunzio (Sergio Castellitto), nato a Pescara il 12 marzo del 1863 e morto a Gardone Riviera il 1° marzo del 1938. La pellicola diretta da Gianluca Jodice prende ispirazione dagli avvenimenti realmente avvenuti in questo ultimo periodo della vita, non particolarmente felice, di uno degli artisti più iconici mai esistiti nella storia della letteratura italiana.
Un personaggio notoriamente tormentato e sicuramente “diverso”, D’Annunzio ha sconvolto la morale borghese del paese ed è stato l’unico, autentico dandy all’italiana. Un uomo senza freni, innamorato della vita ma profondamente triste nella fase finale della sua esistenza, vede il lento declino della sua salute fisica e mentale. Jodice, nel 2020, pose come premessa del film questa osservazione: “Un poeta che aveva anche perso la sua penna, una specie di Nosferatu che ha subito una damnatio memoriae come pochi altri nel novecento, un personaggio contraddittorio, scomodo, complesso e dalle mille vite che però il cinema non aveva mai raccontato”.
Gli ultimi anni della vita di D’Annunzio sono stati, infatti, segnati da un incidente che ne avrebbe decretato la fine inevitabile. Nel 1916, lo scrittore e sceneggiatore abruzzese restò coinvolto in un incidente in idrovolante, con danni permanenti all’occhio. D’Annunzio, da quel momento in poi, divenne fotofobico. La vita dell’artista diventa dunque un’esistenza di tenebre, con tende che ostruiscono il sole dalla sua stanza, un elemento ancora perfettamente visibile oggi quando e se si visita il Vittoriale. Ed è sempre il buio, o più precisamente la penombra, ad accompagnare il vate quando riceve le sue molteplici amanti. Un uomo che si cela per evitare di mostrare corpo ormai vecchio.
Nelle ultime fasi della sua esistenza, D’Annunzio gestiva i suoi problemi personali, fisici e mentali, facendo vasto uso di sostanze, tra droghe e psicofarmaci. Il cast del film è composto da Sergio Castellitto, Francesco Patanè, Tommaso Ragno, Clotilde Courau, Fausto Russo Alesi, Massimiliano Rossi, Elena Bucci, Lidiya Liberman, Janina Rudenska, Lino Musella.
Il cattivo poeta è stato premiato con 2 Nastri d’Argento, mentre ha ricevuto 1 nomination ai premi David di Donatello e 3 nomination ai premi Nastri d’Argento. Castellitto ha ricevuto il plauso della critica per la sua interpretazione del poeta Vate, portandolo sullo schermo con un realismo ed un’emozione assolutamente uniche. Le location della pellicola, tra Italia e Francia, coprono alcuni dei luoghi più iconici della storia, fornendo un background storico-culturale sostanzioso all’intera narrazione.