I 10 migliori film horror di A24, da The Witch a Lamb
Dai film di Robert Eggers a quelli di Ari Aster: ecco i migliori film horror distribuiti da A24.
Ad oggi A24 è nota per essere uno studio che distribuisce e produce pellicole indipendenti, ma è soprattutto celebre lo stile dei suoi film: bizzarri, peculiari, unici, che affrontano temi cupi, metaforici, drammatici, nonché delle tematiche tabù. In particolare, A24 è rinomata per i propri film horror, grazie alla collaborazione con alcuni dei registi del genere più apprezzati degli ultimi tempi, come Ari Aster e Robert Eggers.
Quali sono i migliori film horror distribuiti da A24? Scopriamo alcuni titoli più iconici nella nostra lista.
Leggi anche A24: 9 curiosità sulla casa di produzione americana più audace del cinema contemporaneo
1. The Witch – Vuoi ascoltare una favola? (2016)
In cima alla lista non poteva non esserci The Witch (reso graficamente nel film come The VVitch), lungometraggio d’esordio di Robert Eggers che lo ha portato alla fama internazionale e all’interesse dei cinefili e della stampa. Protagonisti del film sono gli attori Anya Taylor-Joy – al suo debutto sul grande schermo, Ralph Ineson e Kate Dickie. La pellicola, di genere folk horror, è ambientata nel 1630 nel New England e segue una famiglia puritana, composta da William e Katherine e dai loro 5 figli, che viene allontanata dalla comunità a seguito di alcune dispute di carattere religioso. Lontani dagli altri membri del villaggio e costretti a vivere nei pressi della foresta, la famiglia ben presto incontra le forze del male nei boschi circostanti e nella loro stessa casa. Tra superstizioni, sparizioni misteriose, animali diabolici, e malori improvvisi, il dubbio e l’odio si insinua tra i membri della famiglia.
Perché lo consigliamo? Il film è particolarmente interessante sotto vari punti di vista, non solo in termini di narrazione horror, ma anche per quanto riguarda la recitazioni, la veridicità delle scenografie e dei costumi, ma anche per l’autenticità nel rappresentare il periodo storico in questione. Inoltre, punto forte della pellicola resta la sceneggiatura e l’abile montaggio, che creano un crescendo di forti emozioni.
Perché fa paura? The VVitch non è il genere di film che spaventa attraverso scene cruente, o per gli improvvisi sobbalzi (che comunque sono presenti), quanto piuttosto per la crescente ansia che incute nello spettatore. Un senso di inquietudine e di paura che è frutto non solo dei temi, ma anche dalle atmosfere e dalla sceneggiatura eccellente. Inoltre, l’aspetto folklorico del film porta sullo schermo paure primordiali, che da sempre accompagnano l’uomo: la presenza del male, la stregoneria, l’isolamento, la perdita della ragione.
2. Hereditary – Le radici del male (2018) tra i migliori film horror di A24
Anche qui siamo di fronte ad un lungometraggio d’esordio, Hereditary ha portato il regista Ari Aster alla fama internazionale, e ad essere considerato, assieme a Robert Eggers e Jordan Peele i padri di una nuova era del cinema horror. Protagonisti del film sono Toni Collette, Gabriel Byrne, Alex Wolff, Milly Shapiro e Ann Dowd. Il film, descritto come un horror psicologico e soprannaturale, segue una famiglia in lutto che è minacciata e perseguitata da una misteriosa presenza soprannaturale, oltre ad essere messa di fronte ai segreti dei propri antenati e a scoprire le radici della propria famiglia.
Perché lo consigliamo? Punto forte della pellicola è certamente la recitazione e l’abilità della regia di Aster nel creare atmosfere cupe e affrontare temi particolarmente delicati come il trauma, gli abusi e le famiglie disfunzionali, oltre ad analizzare il tema dell’ereditarietà e del fatalismo, e in generale il male dentro l’essere umano.
Perché fa paura? Hereditary è un film che prende i sui tempi, e che guida lo spettatore lentamente verso scene e situazioni sempre più tese, tanto da culminare nell’ultima mezz’ora in un vero e proprio film horror che fa rizzare i capelli e che alza la pressione sanguigna. L’elemento horror non deriva solo da scene terrificanti e fortemente disturbanti ma anche dalle tematiche affrontate, come la morte, le malattie mentali, il lutto, l’aldilà e la presenza di forze soprannaturali maligne e avverse.
Leggi anche Hereditary – Le radici del male: la spiegazione del finale del film
3. Midsommar – Il villaggio dei dannati (2019) tra i migliori film horror di A24
Midsommar, secondo film di Ari Aster, con protagonisti Florence Pugh, Jack Reynor, William Jackson Harper e Will Poulter. La pellicola, descritta come di genere folk horror, segue una giovane coppia – Dani e Christian- che segue un gruppo di amici in una vacanza in Svezia per festeggiare il Midsommar, solo per ritrovarsi nelle grinfie di una setta. Lontani dal resto della civiltà, il gruppo di amici, e soprattutto Dani, si ritrovano a dover confrontare il male intorno e dentro di sé.
Perché lo consigliamo? Midsommar è un horror ben sviluppato, in termini di sceneggiatura e di regia, oltre all’eccellente interpretazione della protagonista Florence Pugh. Ciò che si apprezza del film è lo sviluppo narrativo e la rappresentazione delle tematiche affrontate: il lutto, la malattia mentale, la depressione, le relazioni sociali (amicizia e amore), ma anche il contrasto tra razionalismo moderno vs spiritualismo folklorico, tra femminilità e mascolinità, manipolazione e sincerità.
Perché fa paura? Chi non ha timore di finire in una setta? Di non poter scappare da un posto e di essere vittima e testimone di crimini? Midsommar mette lo spettatore di fronte a situazioni da cui scaturiscono paure primordiali e universali, ma affronta anche temi e situazioni moderne. Il film non teme di mostrare scene raccapriccianti e spaventose, ma sa anche mostrare la paura nei momenti di quiete e in piena luce.
Leggi anche Midsommar: la colonna sonora del film
4. X (2022)
X e Pearl (che trovate di seguito), diretti da Ti West con protagonista Mia Goth, sono i capitoli di una trilogia incentrati sui personaggi di Maxine, una aspirante attrice degli anni Settanta, e Pearl, una giovane contadina della fine degli anni Dieci del Novecento che vive assieme ai genitori ma aspira a diventare una ballerina di grande fama. X, il primo film della trilogia, è incentrato su un gruppo di giovani composto da 3 pornoattori (tra cui Maxine), un regista, un produttore e una giovane assistente di produzione in viaggio per girare un nuovo film hard in un’ambientazione bucolica, quando si ritrovano a dover fare i conti con una coppia di anziani che si dimostrano essere tutt’altro che accoglienti.
Perché lo consigliamo? Il film prende direttamente ispirazione dai film e dagli horror degli ani Settanta, e ne imita non solo l’aspetto ma anche lo stile. Inoltre esplora in modo meta le caratteristiche e i cliché del genere horror, oltre ai temi della vecchiaia, la giovinezza, la sessualità e del passato.
Perché fa paura? Il film è certamente un classico esempio di film horror, che non teme di mostrare scene violente e cruente.
5. Pearl (2022) tra i migliori film horror di A24
Pearl, è il secondo film di questa trilogia (il terzo film, Maxxxine, è in arrivo l’anno prossimo), si può considerare come un vero e proprio prequel di X, e narra la storia di Pearl, una giovane contadina e della sua ambizione a diventare una star nel periodo tra le due guerre mondiali. Il personaggio di Pearl lo troviamo anche in X, dove è ormai un’anziana signora che deve fare i conti con la vecchiaia.
Perché lo consigliamo? Sia X che Pearl si caratterizzano per il loro stile filmico e il loro aspetto diciamo retrò, che trae direttamente ispirazione dal tono e dall’aspetto dei film delle epoche in cui sono ambientati. Pearl affronta temi come il desiderio di crescere, l’aspirazione, il successo e la repressione e l’odio.
Perché fa paura? X e Pearl sono due film che sono imbevuti di reference del cinema horror e non si lasciano sfuggire momenti di violenza esplicita in stile tipicamente horror. Nonostante siano entrambi uno studio dei personaggi centrali, i due film rispettano le convenzioni del genere, mostrando scene cruente e con una moltitudine di jump scares.
6. Saint Maud (2019)
Saint Maud è un film britannico diretto da Rose Glass, che segue una giovane infermiera di nome Maud (Morfydd Clark, star di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere), recentemente convertitasi al cattolicesimo, che diventa ossessionata da una ex-ballerina di nome Amanda (interpretata da Jennifer Ehle) in sua cura. Maud infatti crede di dover salvare l’anima di Amanda, in quanto atea.
Perché lo consigliamo? Il film esplora in chiave horror e thriller numerosi temi, tra cui la solitudine, l’ossessione e la possessione, ma anche la religiosità e il fanatismo. Importante è anche la soggettività del singolo e la psicologia, oltre alla dualità tra realtà e illusione.
Perché fa paura? Religione e fanatismo insieme? Sono gli ingredienti per fare un eccellente film horror che non lascia respiro.
7. Il sacrificio del cervo sacro (2017) tra i migliori film horror di A24
Il sacrificio del cervo sacro, diretto dal regista greco Yorgos Lanthimos, è un film thriller, horror psicologico con protagonisti Colin Farrell, Nicole Kidman e Barry Keoghan. La pellicola, ispirata al mito greco del sacrificio di Ifigenia, segue uno stimato cardiochirurgo Steven Murphy che introduce alla famiglia un ragazzo, Martin, di cui si prende spesso cura a seguito della morte del padre dell’adolescente. Ma la situazione precipita quando la famiglia di Steven inizia ad ammalarsi e l’origine del loro male pare provenire proprio da Martin.
Perché lo consigliamo? Il film verte tutta la sua potenza sulla crescente intensità che la sceneggiatura e l’abile direzione creano per tutta la durata del lungometraggio. Abile nel creare tensione, paura, ed ansia, la pellicola tratta temi come la vendetta, la giustizia, i poteri in una relazione, e per certi versi anche il fatalismo e l’espiazione. Chi decide cosa è giusto e cosa è sbagliato? Il film tenta di offrire uno sguardo malvagio e perverso sulla giustizia privata.
Perché fa paura? La pellicola non si può considerare propriamente come un horror vero e proprio, ma certamente l’intensità delle scene e dei temi trattati fa rizzare spesso i capelli e lascia un senso di inquietudine nello spettatore. Audience che si trova a partecipare nei giochi di potere di Martin e del suo atteggiarsi come Dio.
Leggi anche Il sacrificio del cervo sacro: recensione del film
8. Bodies Bodies Bodies (2022)
Bodies, Bodies, Bodies è un film diretto da Halina Reijn, con protagonisti Amandla Stenberg, Maria Bakalova, Pete Davidson, Rachel Sennot e Lee Pace. Quando un gruppo di ricchi ragazzi organizza una festa nella villa di famiglia, un divertente gioco di società diventa improvvisamente mortale, portando ad una serata da incubo – con pugnalate alle spalle, falsi amici e una festa andata molto, molto male.
Perché lo consigliamo? Il film è un chiaro esempio di satira sociale, sul privilegio e sulle classi, con uno sguardo critico alle relazioni che si instaurano tra le nuove generazioni, specialmente Gen Z, e del loro rapporto con la tecnologia. Una pellicola che non ha paura di ridere delle nuove generazioni, delle loro debolezze e insicurezze, e del loro modo di vedere la realtà.
Perché fa paura? Il film non fa molta paura, anzi è spesso comico, ma comunque porta sullo schermo paure razionali che tutti potrebbero trovarsi ad affrontare. Aspetto caratterizzante del film è usare una situazione tipicamente horror – una serie di omicidi in una casa durante una tempesta, dove i membri cercano di capire il colpevole e allo stesso tempo svelare celati rancori e antipatie – per portare sullo schermo un’attenta analisi sociale.
9. The Lighthouse (2019)
Ritorniamo a Robert Eggers con il suo secondo film: The Lighthouse, che vede protagonisti Robert Pattinson e Willem Dafoe. Il film, ambientato alla fine dell’Ottocento, segue due custodi di un faro nei pressi delle coste del New England che sono costretti a rimanere sull’isola remota a causa di un’intesa tempesta. I due forzati a vivere sotto lo stesso tetto iniziano a smarrire la loro sanità mentale, perdendo quasi totalmente lucidità e il senso della realtà.
Perché lo consigliamo? La pellicola è estremamente immersiva non solo grazie alla recitazione e alla direzione di Eggers, ma anche grazie all’aspetto e allo stile del film, che certamente si ispira al cinema degli anni Trenta francese e a quello espressionista, oltre all’arte simbolista. Uno studio della psiche umana in situazioni estreme, carico di simbolismo, metafore e allegorie che spaziano da temi mitologici, a psicanalisi, in cui i due personaggi – a causa delle circostanze in cui si trovano – mettono a nudo il loro vero io e la lor vera natura. La pellicola porta così sullo schermo paure e desideri cardinali.
Perché fa paura? Anche in questo caso non possiamo parlare di un film di genere puramente horror, in quanto siamo di fronte ad un film di genere pluralistico, che accenna in vari momenti a sfumature estremamente dark, quasi horror.
10. Lamb (2021)
Lamb, film diretto da Valdimar Jóhannsson, al suo esordio alla regia con protagonista Noomi Rapace è ambientato in Islanda. In una fattoria nelle aree isolate dell’Islanda Maria e il marito Ingvar sono scioccati dalla nascita di un bizzarro ibrido dato alla luce da una delle loro pecore, la creatura è infatti metà umana e metà ovina. A celarsi dietro le quinte vi è però un’entità inquietante che si aggira attorno alla fattoria.
Perché lo consigliamo? Lamb è il genere di film lento che si assapora e che non ha paura di prendere i propri tempi. Una pellicola che crea atmosfere vivide e cariche di tensione, che sotto la facciata quiete e mite nasconde ansie e paure. Un film che affronta il tema della vita e della morte, ma anche della famiglia, della maternità e del lutto.
Perché fa paura? A portare i brividi nello spettatore è certamente l’atmosfera tesa e piena di inquietudine che pervade tutto il film. Un’ambientazione bucolica che cela lati oscuri e che porta l’uomo a confrontare la solitudine, l’amore e la famiglia. Il film non contiene scene tipicamente horror, ma lascia lo spettatore costantemente con l’attesa di un qualcosa o un qualcuno che possa stravolgere la quotidianità dei protagonisti.