Intervista ai registi del documentario su Amanda Knox: “una storia dietro le persone [oltre il delitto]”
Abbiamo incontrato i registi di Amanda Knox (qui la nostra recensione), Rod Blackhurst e Brian McGinn, che hanno diretto il documentario che approderà su Netflix il 30 Settembre e gli abbiamo fatto alcune domande sul loro lavoro.
Col film documentario su Amanda Knox i registi hanno cercato una storia che andasse oltre i fatti di cronaca, una storia che indagasse sulle persone
Avete lavorato a questo documentario per 5 anni, come è nata l’idea di raccontare questa storia e perché siete stati attirati al caso?
Rod Blackhurst: Ci ha colpito il fatto che storie così interessanti non tendono a diventare così internazionali. In questo caso l’interesse è partito dal 2007 e nel 2011 era ancora sulle prime pagine di tutti i giornali, quindi abbiamo iniziato a chiederci come una tragedia è diventata così interessante a livello internazionale anche dopo 4 anni.
Abbiamo pensato che ci fosse una storia dietro le persone al di là dei titoli in prima pagina. Non si è trattato per noi di decidere se Amanda Knox sia colpevole o innocente, questo sta alla giustizia italiana, ma è stato un modo per capire quanto fosse interessante dal punto di vista della società.
Un altra cosa interessante è stato il fatto che i media stavano attraversando una fase di transizione in quel periodo, si affacciavano online.Brian McGinn: Le televisioni di tutto il mondo parlavano di questo caso: tutti ne erano affascinati e ne parlavano in modo diverso. Abbiamo cercato di capire come una tragedia aveva portato tutti a parlare di Amanda, non di Raffaele né di Meredith.
Come avete deciso l’impianto narrativo, composto da Amanda Knox, Raffaele Sollecito, Giuliano Mignini e Nick Pisa?
Brian McGinn: Abbiamo notato che questa storia girava tutta intorno a 3 personaggi, Amanda Knox, Raffaele Sollecito e Giuliano Mignini. Tutti davano dei giudizi su di loro e li analizzavano, quindi volevamo capire cosa voleva dire essere come loro. Poi abbiamo anche incluso il giornalista britannico Nick Pisa per capire come anche la copertura mediatica avesse un ruolo in questa ossessione che si era creata.
Rod Blackhurst: Inoltre Giuliano Mignini in America è stato molto criticato e attaccato e quindi volevamo renderlo più umano. La cosa importante era metterli tutti e 4 sullo stesso piano e dargli la possibilità di parlare.
Cosa pensate del sistema giudiziario italiano e che impressione se ne sono fatti gli americani?
Brian McGinn: Sicuramente abbiamo notato che gli americani non conoscevano la modalità del sistema giudiziario italiano; è un sistema complesso su 3 livelli e molti americani non sapevano che l giudizio finale arriva solo una volta in Cassazione. Abbiamo anche capito che il nostro sistema giudiziario è complesso, nessuno di questi è perfetto.
Rod Blackhurst: Da parte nostra non c’è nessuna critica al sistema italiano, è semplicemente una storia su delle personalità.
Quale pensate e sperate che sarà la reazione del pubblico? Cambierà opinione?
Rod Blackhurst: Noi non ci aspettiamo di far cambiare opinione a nessuno. Abbiamo scoperto che le opinioni sono molto forti su questo caso ed è difficile che le persone cambino idea. Il nostro obiettivo era capire l’interesse verso questo caso e come le notizie vengono consumate dai media.