Marco Giallini e il senso dell’amore per sempre: “a 12 anni dalla morte di mia moglie non ho ancora metabolizzato il lutto”
Così come il personaggio di Rocco Schiavone, anche l'attore romano soffre la mancanza della moglie venuta a mancare.
Ospite di Peter Gomez a La Confessione sul Nove, Marco Giallini racconta la dolorosa perdita della moglie. A dodici anni dalla scomparsa, giunta per un’emorragia cerebrale, l’attore romano ammette di non averla metabolizzato del tutto. Vive con lei accanto, allo stesso modo di Marina con Rocco Schiavone. Si immedesima a pieno nel personaggio portato sullo schermo da ormai cinque stagioni, sempre ripagato dagli ottimi ascolti di pubblico.
Li accomuna il carattere, burbero e irriverente, e la drammatica scomparsa della moglie, alla quale erano entrambi molto legati. Un lutto del genere – ha spiegato Marco Giallini – è impossibile da metabolizzare a pieno. E poi si chiede perché sia tanto necessario: anche se lo fai, alla fine rimane quel senso di vuoto e di profonda amarezza.
Marco Giallini e l’improvvisa perdita della moglie, stroncata da un’emorragia cerebrale: un senso di vuoto incolmabile
La dolce metà ha sempre creduto nelle capacità del partner, anche se, purtroppo, non ha avuto modo di vedergli conseguire il grande successo. Lo definiva un investimento sicuro, se lo sentiva che, presto o tardi, avrebbe raccolto i frutti del duro lavoro. Un po’ – ha proseguito Marco Giallini – è stata in grado di godere della sua affermazione quando girava Posti in piedi in paradiso con Carlo Verdone.
L’ultimo suo lavoro che ha avuto l’opportunità di vedere, prima dell’uscita al cinema, è stato Acab. Il maggior dispiacere di Marco Giallini è legato ai due figli, che hanno perso la madre ad appena 5 e 12 anni, mentre erano al mare. Una perdita tanto improvvisa è qualcosa di terribile e lo sarà per chiunque affronterà qualcosa del genere. Spera non accada più, seppur sia consapevole che è un augurio inutile.