Amore Postatomico: recensione del film di Vincenzo Caiazzo

Cinema e fumetto in una storia torbida e sorprendente, che consigliamo di andare a vedere al cinema!

Sembra l’apocalisse in Amore Postatomico, il lungometraggio diretto da Vincenzo Caiazzo presentato in anteprima al Giffoni Film Festival, che arriva nelle sale cinematografiche italiane per tre giorni, dal 24 al 26 luglio 2023 per l’iniziativa Cinema Revolution 2023. Il fantasy prodotto e distribuito da EWC 2001 S.r.l., in collaborazione con Rai Cinema, mescola cinema e fumetto in una storia che si fa portavoce di tematiche ambientaliste e affronta il tema del revenge porn. Nel cast giovane di Amore Postatomico accanto all’attrice protagonista Virginia Apicella che recita nel doppio ruolo di Titti e dell’eroina Mileva (l’abbiamo vista di recente in una piccola parte di Nostalgia di Mario Martone), ci sono Yoon C Yoice, Ludovico Girardello, Titti Nuzzolese, Davide Marotta, Sabrina Corti e Carlo Di Maro.

Amore Postatomico: le vicende di una giovane donna si mescolano a quelle dell’eroina del suo fumetto

Il film racconta la storia della giovane artista Titti Parente (Virginia Apicella) che, proprio mentre sta lavorando al suo promettente graphic novel, viene coinvolta nel vortice di un’aspra gogna mediatica a causa di un video hot finito su Internet. Nella realtà la protagonista cerca comprimari e nemici, o semplicemente volti interessanti che possano ispirare i suoi nuovi personaggi, per proseguire a disegnare la storia dell’eroina fantastica Mileva che vive nel suo fumetto dal titolo “Amore Postatomico”. Titti colloca Mileva in un contesto futuristico, in cui la natura e i suoi frutti hanno lasciato spazio solo alle macerie mentre l’opera cinematografica ci incuriosisce e suscita la nostra attenzione per il suo particolare stile. Le inquadrature si trasformano in vignette dei fumetti. Persone e personaggi si muovono nelle loro giornate e animano le tavole di Amore Postatomico cercando da un lato di limitare l’aridità dei sentimenti, dall’altra la sterilità di un mondo che non dà più frutti. Procedendo sempre tra finzione e realtà, il film tocca tematiche importanti che riguardano tutti, ma più da vicino i giovani. Cyberbullismo e revenge porn, ma anche argomenti come la salvaguardia del pianeta e la protezione delle api. Tra presente e immaginario, le vicende della giovane Titti si mescolano a quelle della sua Mileva, l’eroina del fumetto che sta disegnando. Entrambi i livelli narrativi del film sono contrassegnati da lotte contro il controllo, la prevaricazione e la logica del più forte.

Camminare (e sopravvivere)” in un mondo disumano

Accade di tutto. Un cameriere di bar (Yoon C Yoice) diventa il braccio destro di Mileva; il suo datore di lavoro -interpretato sorprendentemente da Davide Marotta – il villain principale. In sintesi l’Amore postatomico visto dal regista Caiazzo è una storia triste e disumana divisa fra due medium di narrazione diversi ma con interessanti e vicendevoli sconfinamenti. A ricucirli un cast squisito e bizzarro al momento giusto, forte della spontaneità di Virginia Apicella e della matita visionaria di Titti – un prolungamento degli occhi neri e profondi del suo personaggio: una talentuosa fumettista napoletana orfana di padre che vive con la madre apicultrice. La sua vita è come quella di tante altre donne fino a quando la giovane si ritrova vittima di un ricatto di un rampollo del Vomero che ha il volto, credibilissimo, di Carlo Di Maro.

Amore Postatomico: valutazione e conclusione

Lo stile di regia, l’attualità della storia e una sceneggiatura che regala momenti di brillante leggerezza e di audace sincerità sono i punti di forza di questo film che riesce a toccare le corde giuste per sorprenderci. Amore Postatomico segue la grammatica del graphic novel: guardare il lungometraggio è scorrere il fumetto con Mileva protagonista, stilizzata o reale sullo schermo la cui condizione fondamentale è sveIata nei primi frame. Oggi i video possono fare più male di una rivoltella. E Titti/Mileva è una condannata a “48 ore di riprese forzate” da un regime che adotta una politica anti ambientalista e anti umana. Ma la nostra protagonista è anche un’eroina che sa che la prigione più grande delimita la nostra mente e perciò si focalizza sulle intenzioni. Perché – come suggerisce il titolo del film – nonostante le macerie, si può sempre ripartire dall’amore.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 2.5
Emozione - 3

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