Venezia 80 – Dogman: recensione del film di Luc Besson
La recensione di Dogman, film diretto da Luc Besson, in concorso al Festival di Venezia 2023.
Dogman è il nuovo film del celebre regista francese Luc Besson – da non scambiare con l’omonimo film del nostrano di Matteo Garrone del 2018 – selezionato per partecipare in concorso al Festival di Venezia 2023 e in uscita nelle sale italiane dal 12 ottobre 2023 con Lucky Red.
Besson, noto al grande pubblico per pellicole di successo come Léon (1994) e Lucy (2014) continua il suo lavoro con lungometraggi in lingua inglese e lontani dalla Francia. La pellicola, ambientata nel New Jersey, segue la storia di Doug, un giovane segnato dalla vita, che trova la salvezza attraverso l’amore e grazie alla famiglia creata assieme ai suoi cani.
Dogman di Besson, la cui forza sta nella recitazione del protagonista e dei cani attori, non riesce mai ad emergere come prodotto unico e originale
Scritto e diretto da Besson, Dogman segue la storia di Douglas, interpretato da un bravo Caleb Landry Jones, un giovane che fin dall’infanzia ha vissuto una vita difficile. Vittima da piccolo degli abusi del padre e del fratello, tanto da finire su una sedia a rotelle, e poi emarginato anche dai ragazzini delle case famiglia in cui viene mandato, Doug cresce imparando che gli umani non saranno mai all’altezza della purezza e della fedeltà dei suoi cani. Con una laurea in biologia, e delle gambe che lo sorreggono appena, il Doug adulto è ugualmente tormentato. Senza un vero lavoro e con la sua banda di cani altamente addestrati, il protagonista passa ai furti (compiuti dai suoi cani), e agli show da drag queen dove trova la sua vera vocazione e dove riesce a mettere sul palco se stesso, o almeno il riflesso di se stesso – che come spiega lui stesso può anche essere il vero io, invece della realtà.
Douglas possiede questo strano legame inter-specie con i suoi cani, che sono per lui i suoi occhi, le sue gambe, le sue braccia. Con loro lui riesce a parlare, e loro fanno tutto ciò che lui dice, rubare, ferire, uccidere. Un uomo che vive in simbiosi con i suoi cani e che li preferisce agli umani, che dimostra anche la sua dissociazione dalla realtà – dopo anni di violenze.
Già dai primi minuti però Dogman dimostra di esser un film che abbiamo già visto in forme e stili diversi, tante altre volte prima. La sceneggiatura di Besson, realizzata a partire da un articolo che il regista aveva letto su un giornale, e che parlava di un ragazzo rinchiuso in una gabbia con i cani, è tanto debole quanto prevedibile. Tutto già visto, tutto già sentito. Dai primi 5 minuti lo spettatore è consapevole di quale sarà la conclusione della storia di Doug. Inoltre, troppo spesso i dialoghi sono semplicistici e banali, lasciando trasparire la difficoltà del regista a scrivere in una lingua che non sia la propria.
La storia di Doug, seppur a tratti emozionale e interessante, non riesce a coinvolgere, non veramente, affidandosi a flashback d’occorrenza che dovrebbero rendere lo spettatore più partecipe. Non bastano le scene brutali dal passato di Doug o le sue difficoltà nel mondo lavorativo in quanto persona disabile a rendere significativa la storia. La regia di Besson, seppur sicura, non offre spunti interessanti, e tende ad affidarsi a vie sicure. Il film si rivela essere una sorta di un’opera su un antieroe simile al Joker di Todd Philips, che porta compassione nello spettatore ma anche indifferenza.
Valutazione e conclusione
Dogman è un miscuglio ostinato di generi diversi, che non sa mai scegliere quale direzione prendere, a tratti drammatico, a tratti action revenge, a tratti quasi una origin story di un (super)eroe. La pellicola si perde nel suo continuo cambio di generi, e affoga in una storia deludente e prevedibile. Nemmeno la forte ed incisiva recitazione di Caleb Landy Jones e la presenza dei bravissimi attori canini riescono a salvare il nuovo film di Luc Besson.
Dogman verrà rilasciato nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 28 settembre 2023 con la distribuzione di Lucky Red. Il cast comprende oltre al citato Caleb Landry Jones, anche Jojo T. Gibbs, Christopher Denham, Clemens Schick, Grace Palma. Prodotto da Virginie Besson-Silla, LBP, Europacorp, TF1 Films Production.