Operazione Kandahar: recensione del film Prime Video con Gerard Butler
La recensione dell’action bellico di Ric Roman Wugh con Gerard Butler, disponibile nel catalogo Prime Video a partire dal 24 agosto 2023.
Ha debuttato nelle sale americane lo scorso maggio, ma con risultati al box office ben al di sotto delle aspettative, motivo per cui produttori e distributori di comune accordo hanno preferito dirottare l’uscita in altri Paesi direttamente in streaming. È quanto accaduto a Operazione Kandahar, l’action vestito da war movie diretto da Ric Roman Wugh che il pubblico nostrano potrà vedere in esclusiva nel catalogo Prime Video a partire dal 24 agosto 2023.
Operazione Kandahar offre una dose massiccia di adrenalina, somministrata nel corso delle due ore a disposizione attraverso scene d’azione di forte impatto
Gli esiti al botteghino d’oltreoceano avevano fatto dubitare circa la qualità del nuovo film del regista californiano, ecco perché si è giunti alla visione con un certo scetticismo, anche se visti i tempi i verdetti del theatrical release andrebbero presi con le pinze e letti con una certa attenzione. E infatti quello firmato da Wugh, al netto di qualche limite e debolezza riscontrabile nella scrittura, cosa tra l’altro fisiologica e comune nei film che si muovono nei recinti dei generi chiamati in causa, è un prodotto tecnicamente solido e spettacolare, che assolve in toto al compito prefissato da chi lo ha voluto e concepito, vale a dire quello di coinvolgere e intrattenere lo spettatore di turno. A quest’ultimo la pellicola offre una dose massiccia di adrenalina, somministrata nel corso delle due ore a disposizione attraverso scene d’azione di forte impatto e di discreta fattura che tengono sempre l’asticella alta, anche quando questa rischia di scendere per via di una sceneggiatura elementare e schematica. Eppure alla fase di stesura ha preso parte uno come Michell LaFortune, un ex membro dell’intelligence passato al cinema che ha lavorato in Afghanistan nel 2013, proprio laddove è ambientata la vicenda al centro del film, quella di un agente della CIA di nome Tom Harris la cui copertura dopo una pericolosa missione in Medio Oriente salta all’improvviso a causa di una fuga di informazioni, trasformandolo di fatto nella preda di una vera e propria caccia all’uomo.
Un film che prova a restituire le tensioni geopolitiche di un Afghanistan nel caos
Una storia, questa, che per quanto ispirata a fatti realmente accaduti ha richiesto comunque per il passaggio in forma cinematografica un lavoro di scrittura dai toni romanzati. Ciononostante lo sceneggiatore è riuscito comunque a mantenere un certo livello di credibilità e verità, restituendo al fruitore la condizione geopoliticamente e militarmente incandescente di quelle zone dove talebani, iraniani, pakistani e russi facevano e fanno ancora oggi la voce grossa. Ed è qui, contro tutto e tutti, che si consuma la lotta per la sopravvivenza del protagonista e del suo fixer, che come per i corrispettivi di The Covenant di Guy Ritchie dovranno trovare una via di fuga per sfuggire all’inferno di sabbia. La mente torna dunque a tutti i war movie che fanno dell’estrazione da aree di pericolo il baricentro narrativo e drammaturgico. Il ché non garantisce al plot sostanza e stratificazioni, tantomeno lo sviluppo dei personaggi che restano di conseguenza basilari. Non c’è dunque da attendersi nulla di tutto questo, o almeno è presente ma solo in minima parte, quella necessaria a Wugh per portare sullo schermo un film che ricerca nella tensione e nell’azione la propria ragione d’essere.
Operazione Kandahar cerca e trova nella tensione e nell’azione la propria ragione d’essere
Operazione Kandahar da questo punto di vista non manca il bersaglio, al contrario va molto vicino a centrarlo. Le scene d’azione come l’inseguimento notturno dell’elicottero con tanto di sparatoria, così come quelle che si consumano nei trenta minuti finali, sono infatti il piatto forte del menù. E non poteva essere altrimenti visto che dietro e davanti la macchina da presa ci sono due assidui frequentatori dell’action come l’ex stuntman di Los Angeles e uno come Gerard Butler che si sa essere particolarmente ispirato e a suo agio quando si tratta di fughe pirotecniche, sparatorie, corpi a corpi ed esplosioni.
Operazione Kandahar: valutazione e conclusione
Un action vestito da war movie tecnicamente solido che fa delle adrenaliniche scene d’azione il proprio punto di forza. La regia di un esperto come Ric Roman Wugh e l’interpretazione muscolare di un assiduo frequentatore del genere come Gerard Butler garantiscono al prodotto finale una buona dose di spettacolarità e credibilità. Sul versante della scrittura si registrano le fisiologiche e solite mancanze strutturali tipiche di operazione analoghe.