Deadpool 3, per il regista il film è “assolutamente vietato ai minori”
Shawn Levy è andato a sostituire David Leitch, che ha diretto il secondo capitolo della saga.
Deadpool è un personaggio eversivo e caotico, una mosca bianca per certi versi del mondo Marvel, ma che comunque, con il passare del tempo, è riuscito a guadagnarsi il proprio ampio spazio in questo universo cinematografico. Stiamo parlando, nello specifico, di un folle antieroe che non ha problemi a dire parolacce, a commettere violenza gratuita e che continuamente rompe la quarta parete rivolgendosi al pubblico, lasciandosi andare a moltissime citazioni cinematografiche e non. Insomma, un personaggio davvero particolare che, dopo anni di silenzi, ha voluto la possibilità di arrivare sul grande schermo, grazie al coraggio di Tim Miller (Love, Death & Robots, Terminator – Destino oscuro), nel 2016.
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Dopo il grande successo di pubblico e critica del primo film di Deadpool, anche il secondo capitolo, stavolta diretto invece de David Leitch (Atomica bionda, Bullet Train) ha riuscito a conquistare i suoi traguardi. Ed ecco che, con qualche rallentamento a causa del coronavirus, sta per arrivare anche il nuovo capitolo del franchise, con una particolare interazione tra il protagonista (che ha di nuovo il volto di Ryan Reynolds) e il suo collega Wolverine (Hugh Jackman). Un film dal grande potenziale anche perché rappresenta la prima volta in in cui l’antieroe entra a far parte dell’MCU, dopo l’acquisizione di Fox da parte della Disney.
Ebbene, stavolta c’è Shawn Levy (Stranger Things, The Adam Project) a dirigere Deadpool 3 e, in una recente intervista per Deadline, ha assicurato di non voler affatto stravolgere il DNA della saga, lavorando ad una storia assolutamente vietata ai minori di 18 anni, quindi con il rating R americano.
“Molto prima di amare Ryan Reynolds, amavo Deadpool. Adoro Deadpool. Deadpool 1 è, per me, un film perfetto, quindi non avevo intenzione di interferire con il DNA di quel franchise. Il nostro film è crudo, audace, decisamente vietato ai minori. Abbiamo fatto di tutto per non girarlo su palcoscenici con ambienti digitali. Internet lo ha dimostrato rivelando le immagini delle nostre riprese. Ma no, volevamo qualcosa che sembrasse radicato e reale.”
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