Monica Guerritore interpreta e dirige un film sulla regina delle attrici: “è la donna che ha cambiato la storia del cinema italiano”
L'attrice, regista, regista, drammaturga e scrittrice italiana ha lavorato al film con la collaborazione alla sceneggiatura del compianto Andrea Purgatori.
Monica Guerritore è una famosa drammaturga, scrittrice e attrice italiana nata a Roma il 5 gennaio 1958. Parliamo di una star che ha esordito nel 1973 all’interno di Una breve vacanza di Vittorio De Sica e che poi è stata coinvolta in progetti del calibro di Stato interessante (1977), Eutanasia di un amore (1978), Ombre (1980), Bosco d’amore (1981), Femmina (1998), Un giorno perfetto (2008), Rossella (2011). Un personaggio artistico di grande spessore che ha una carriera teatrale veramente strepitosa (iniziata nel 1974 con Il giardino dei ciliegi di Giorgio Strehler), una televisiva incredibilmente vasta con anche degli impegni televisivi decisamente importanti.
Monica Guerritore ha parlato di questa figura titanica della nostra settima arte
Monica Guerritore, come riportato in un’intervista di Quotidiano Nazionale, è al lavoro su Anna, il suo debutto alla regia, film interamente dedicato ad Anna Magnani, l’attrice italiana simbolo del nostro cinema che sarà interpretata dalla stessa Guerritore. A scrivere il lungometraggio il compianto Andrea Purgatori, che ci ha lasciato quest’estate. In particolare, a marzo 2024, cominceranno effettivamente le riprese della pellicola e proprio l’attrice ha ripercorso la leggenda e la carriera della Magnani, che, ricordiamo, vinse l’Oscar il 21 marzo 1956 per la sua interpretazione nel film La rosa tatuata. Da quel momento in poi fu tutto un percorso in salita. La diva infatti in quel frangente: “Ho vinto troppo, ho vinto tardi.” Questo mix tra delusione, emarginazione e amarezze è stato affrontato nel biopic. La Guerritore ha poi detto di lei.
“È la donna che ha cambiato la storia del cinema italiano. Come diceva Jean-Luc Godard, ha restituito dignità e coraggio all’intera Italia con le sue figure femminili, che corrispondevano alle sue battaglie e alla sua forza. L’ho sempre sentita affine nel modo di essere, di difendersi dall’appiattimento, dai luoghi comuni, dal conformismo. È come se mi abitasse dentro. Penso alla commozione di Meryl Streep quando ne parla, alla venerazione che hanno per lei Susan Sarandon ed Helen Mirren”.
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