La meravigliosa storia di Henry Sugar: recensione del mediometraggio di Wes Anderson
La meravigliosa storia di Henry Sugar arriva sugli schermi Netflix: il mediometraggio di Wes Anderson cattura con simpatica ironia il romanzo di Roald Dahl.
La meravigliosa storia di Henry Sugar arriva finalmente in streaming su Netflix, a partire dal 27 settembre 2023, dopo la sua partecipazione fuori concorso al Festival del Cinema di Venezia. Wes Anderson, che cura la regia del mediometraggio, ha presentato a Cannes il suo Asteroid City: un prodotto che ha diviso la critica in modo piuttosto aspro. Molti hanno considerato il suo esperimento con la fine del mondo un po’ ridondante e troppo pieno di stilemi autoreferenziali. Henry Sugar – con i suoi 40 minuti – si promette di essere molto più emblematico e riassuntivo senza minimamente abbandonare la poetica che rende i film di Anderson facilmente riconoscibili.
Il materiale di partenza è già di per sé un ottimo biglietto di presentazione: la pellicola prende ispirazione da un romanzo di Roald Dahl, il re dei racconti magici, assurdi e ricchi di fantasia. Non a caso, si tratta dell’uomo che ha inventato la figura di Willy Wonka, vedendola proiettata nella sua Fabbrica di Cioccolato. Ed è proprio nello spirito giocoso ed immaginifico di Dahl che Anderson prende idee e storie, attingendo a piene mani da quelle trame esili ma ricche di stratagemmi che perfettamente si sposano alla sua idea tecnica e artistica di Cinema.
La meravigliosa storia di Henry Sugar: un mediometraggio gradevole che riassume in quaranta minuti le abilità registiche di Wes Anderson
La meravigliosa storia di Henry Sugar è una pellicola ricca di fantasia, che ha come protagonisti – quasi visti sotto la luce teatrale proposta da Anderson – quattro attori che più iconici (ed ironici) non si può: Ben Kingsley, Benedict Cumberbatch, Dev Patel, Richard Ayoade. Non vediamo altri che loro 4 sullo schermo, offrendo una possibilità concreta ad ognuno di prendersi il suo tempo ed interpretare il proprio personaggio al meglio delle possibilità. Anderson, da parte sua, ha sempre occhio per gli attori ed ha come usanza la scelta di grandi nomi. Le star, tra più giovani e veri veterani del cinema, hanno spesso l’arduo compito di apparire in ruoli piuttosto stravaganti nonché grotteschi. L’abilità di Cumberbatch e Kingsley non è mai stata in dubbio, ma è Dev Patel (il più giovane della combriccola) a creare un’atmosfera davvero magica ed ironica sullo schermo.
La trama, tenuta insieme da un filo debolissimo, è quasi nulla: un ricco uomo dalle ambizioni decisamente narcisistiche trova per caso un quaderno di memorie – quasi un vero e proprio diario – che è riuscito a rendere possibile l’impossibile. L’uomo, indiano di nascita, aveva tempo addietro trovato il modo di vedere senza vedere. O meglio, di vedere senza riuscire ad usare gli occhi. Gli esami dimostrano la veridicità di questa abilità, sviluppata – sostiene l’uomo indiano – con costante allenamento e pratica. Così, Sugar si trova ad imparare questa tecnica e ad utilizzarla per il meno nobile dei motivi: il gioco d’azzardo da lui tanto amato. Tra escamotage, prove fallite e molte gag, La meravigliosa storia di Henry Sugar riesce a divertire in modo spontaneo ed inequivocabile lo spettatore. I costumi, curati da Kasia Walicka Maimone, e la musica di Alexandre Desplat convergono in un gioco di colori e racconti sul piano visivo e sonoro che accompagnano perfettamente l’umore della narrazione. La fotografia di Robert Yeoman è – come sempre nei film di Anderson – curata frame per frame, perfettamente in grado di creare piccoli adorabili quadretti pronti da appendere in camera.
La meravigliosa storia di Henry Sugar: valutazione e conclusione
Mentre non si può certamente affermare che La meravigliosa storia di Henry Sugar sia il capolavoro dell’anno, si può affermare senza troppi giri di parole che si tratta di un piccolo gioiello pienamente in grado di raccontare la sua storia, centrando il punto e colpendo appieno nel cuore lo spettatore. A differenza del più “barocco” Asteroid City, il mediometraggio distribuito da Netflix è una vera immersione nello stile ricco, divertente e unico di uno dei registi più riconoscibili degli ultimi trent’anni di cinema.
La forma del film breve, inoltre, riesce a cogliere e congelare in una cifra molto conforme al contenuto l’opera di Anderson, evitando prolissità e ridondanza.