La gang di Gridiron: la storia vera alla base del film con Dwayne Johnson

Le vicende narrate ne La gang di Gridiron si ispirano a una storia vera: scopriamola insieme.

La gang di Gridiron è un film del 2006 diretto da Phil Joanou, ambientato in un carcere minorile. Il protagonista, Sean Porter (interpretato da Dwayne Johnson), è un allenatore volenteroso, che ha davvero a cuore le sorti dei giovani detenuti. Attraverso la formazione di una compagine di football, cercherà di inculcare loro dei valori importanti quali la disciplina e il rispetto reciproco. La trama avvincente prende spunto da una storia vera, e ci soffermeremo su di essa. Quali vicende hanno ispirato la pellicola? Dove si sono svolte? Proseguite nella lettura per scoprirlo!

La storia vera de La gang di Gridiron

Storia vera La gang di Gridiron - Cinematographe.it

La gang di Gridiron ricostruisce la stagione 1990 della squadra di football dei Kilpatrick Mustang a Camp Kilpatrick, nella contea di Los Angeles. Tuttavia, esistono delle tangibili differenze tra la realtà e la finzione. Il programma sportivo originale nacque nel 1986 e riguardava una compagine di basket. L’ingresso nello staff di Sean Porter giunse due anni più tardi e, in effetti, contribuì alla costituzione di un team di football, ma non poté affrontare altri istituti, giacché contava appena otto giocatori tra le sue fila. A un biennio di distanza, nel 1990, fu raggiunto il limite minimo di undici componenti e a partire da allora venne intraprese il percorso agonistico.

Come mostrato nel film, i Mustang avevano difficoltà a trovare team disposti ad affrontarli, almeno nel primo anno. Allora vigeva parecchio scetticismo circa la visione di Kilpatrick. I tentativi di integrare i giovani nella società andavano spesso a vuoto, ma qualche “sì” arrivò. Un’iniezione di fiducia e ottimismo determinante nel portare avanti gli impegni. Una volta dimostrata la bontà delle proprie intenzioni, il mister e la squadra ottennero il riconoscimento sperato. Da diversi istituti cominciarono a dirsi interessati a organizzare delle partite.

Storia vera La gang di Gridiron - Cinematographe.it

Una scena toccante raccontata su schermo è quella della reazione dei ragazzi in seguito alla prima sconfitta. Per davvero, hanno pianto perché non sapevano gestire quel genere di perdita, ha raccontato Dwayne Johnson. Inoltre, i Mustang hanno poi realmente portato i fiori all’allenatore dopo che aveva appena perso sua madre. Il vero Sean Porter, tuttavia, non aveva nessuna fiducia nelle capacità dei suoi ragazzi di aggiudicarsi anche solo una partita. A suo avviso, non erano, infatti, preparati.

Il valore dell’esperienza trascendeva i risultati sul campo. Si trattava di mettersi in discussione, di far capire l’importanza di relazionarsi assieme ad altre persone. Lo ha confidato Porter stesso a Johnson, il quale si è detto profondamente grato di ogni informazione condivisa dalla controparte reale. Né lui, né l’assistente Malcolm Moore hanno trascorso una giornata sul set; quindi, la star di Hollywood si è basata sul documentario del 1993 intitolato proprio Sean Porter.

Dei motivi di preoccupazione al coach glieli davano vari elementi della formazione, tipo Junior Palaita, dal vissuto turbolento. Ciò non lo ha comunque dissuaso dall’accoglierli in organico, nella speranza che il periodo passato insieme li avrebbe condotti a sviluppare un senso di responsabilità, verso sé stessi e gli altri. In occasione dell’uscita de La gang di Gridiron nelle sale, alcuni Kilpatrick Mustang erano vicini a essere rilasciati, mentre due sono tornati dietro le sbarre.

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