Mur: pubblicato il trailer e il poster del documentario d’esordio di Kasia Smutniak

Il progetto, in particolare, che racconta da vicino la Guerra in Ucraina, in particolare il punto di vista polacco, sarà presentato tra le proiezioni speciali della Festa del Cinema di Roma 2023.

Mur è il recente lungometraggio di stampo documentaristico firmato, dal punto di vista della regia, da Kasia Smutniak, attrice e modella polacca naturalizzata italiana che con questo progetto ha visto il suo lancio alla macchina da presa. La realizzazione, in particolare, racconta di un fronte specifico della Guerra in Ucraina che, come ricordiamo, è iniziata nel marzo 2022, occupandosi dell’impegno polacco nell’aiuto ucraino nonostante sia lo stesso popolo che ha messo in piedi un muro per impedire l’entrata di rifugiati. Un racconto intimo che, tra l’altro, si intreccia con la vera storia della Smutniak, arrivando infine ad un messaggio universale.

Mur è stato presentato al Toronto International Film Festival

Mur - Cinematographe

Mentre vi ricordiamo che proprio Mur è stato presentato  in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival e verrà presentato alla Festa del Cinema di Roma 2023 nella sezione Special Screening ovvero tra le proiezioni speciali in mezzo a serie televisive, progetti particolari ed altro ancora. Ecco che, come da comunicato stampa ufficiale, sono stati mostrati il trailer e il poster ufficiale della realizzazione. La locandina, in particolare, mostra una pittoresca ed originale illustrazione firmata dall’artista e giornalista  Zehra Doğan, mentre il trailer, di grande impatto, svela la data di lancio nelle sale italiane ovvero il 20 ottobre 2023.

Mur, in particolare, è prodotto nello specifico da Fandango in associazione con Luce Cinecittà e una distribuzione Luce Cinecittà. Di seguito trovate, tra l’altro, la sinossi della realizzazione.

Mur - Cinematographe

Marzo 2022, da pochi giorni la Russia ha invaso l’Ucraina e l’intera Europa si è mobilitata per dare asilo ai rifugiati. Il Paese che si è distinto per tempestività e generosità è stata la Polonia, lo stesso Paese che ha appena iniziato la costruzione del muro più costoso d’Europa per impedire l’entrata di altri rifugiati.
Una striscia di terra che corre lungo tutto il confine bielorusso, chiamata zona rossa, impedisce a chiunque di avvicinarsi e vedere la costruzione del Muro, il protagonista della storia raccontata in questo film.
Kasia Smutniak esordisce alla regia con un film che è allo stesso tempo un diario intimo e una denuncia.
Il percorso, un incerto e rischioso viaggio nella zona rossa dove l’accesso non è consentito ai media, inizia davanti a un muro e davanti a un altro muro finisce. Grazie all’aiuto di attivisti locali e con una leggerissima attrezzatura tecnica, la regista raggiunge il confine e filma ciò che non si vuole raccontare.
Il primo muro respinge i migranti che arrivano da terre lontane attraversando il bosco più antico d’Europa, una frontiera impenetrabile in un mare di alberi. Puszcza Białowieża, così si chiama quel bosco, che, proprio come il mare, è un elemento nuovo per le migliaia di persone che tentano il viaggio. Il secondo, quello di fronte alla finestra di casa dei nonni a Łódź, dove la regista giocava da bambina, è il muro del cimitero ebraico del ghetto di Litzmannstadt.
Cercando di riconciliarsi con il proprio passato, Kasia Smutniak torna a casa con una forte consapevolezza: l’accoglienza non deve fare distinzioni, chiunque sia in pericolo va soccorso, un continente che si definisca democratico non innalza muri.

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