Everybody Loves Diamonds, la parola al cast: “Il genere heist era già nella commedia all’italiana”
Kim Rossi Stuart, Gian Marco Tognazzi, Anna Foglietta e il resto del cast per raccontarci i segreti di Everybody Loves Diamonds, serie Tv heist/comedy in 8 episodi, su Prime Video dal 13 ottobre 2023.
Dal 13 ottobre 2023 in esclusiva su Prime Video c’è Everybody Loves Diamonds, serie Tv in 8 episodi, disponibile in 240 paesi, rielaborazione di una storia realmente accaduta, il colpo di Anversa del 2003, un clamoroso furto di diamanti. La regia è di Gianluca Maria Tavarelli, che in curriculum ha cinema e televisione ma una serie di questa portata non l’aveva mai diretta. Ce lo conferma parlandone alla stampa insieme al resto del cast. “Un’esperienza diversa dalle mie precedenti. D’altronde, è sempre importante uscire dalla comfort zone, qui l’ho fatto dedicandomi a una storia che conteneva riferimenti all’heist movie (film di rapina, ndr), ma anche commedia e suspense. Ogni genere andava girato alla perfezione, di modo che non finisse per sovrastare gli altri. Conosco da tempo Gian Marco Tognazzi e Kim Rossi Stuart, con loro ho un sodalizio fraterno. Poi ci sono gli attori internazionali, Rupert Everett per esempio, che sul set rideva del mio pessimo inglese!”.
Head Writer (capo sceneggiatore) di Everybody Loves Diamonds è Michele Astori, che esordisce ricordando come ogni storia nasca dall’intreccio di tanti punti di vista. “Voglio ringraziare i co-sceneggiatori Giulio Carrieri, Bernardo Pellegrini e Stefano Bises, che hanno condiviso con me un prodotto folle, divertente ed entusiasmante. La serie è ispirata a un vero colpo risalente al 2003, un altro mondo in termini di tecnologia e sviluppo del digitale. Abbiamo scelto di trasportare i fatti nella contemporaneità. Alcune cose le abbiamo mantenute, alcuni enigmi, infatti non spieghiamo come Leonardo Notarbartolo, il personaggio interpretato da Kim Rossi Stuart, sia finito in galera. Altre le abbiamo cambiate un po’, come la famiglia di Leonardo”. Il matrimonio tra generi non è un fatto estraneo alla sensibilità italiana. “La commedia all’italiana ha sempre avuto elementi di heist, abbiamo comunque italianizzato diversi aspetti delle storie di rapina, tipicamente americane. Per esempio, mettendo al centro della storia personaggi deboli che portano sulle spalle un peso più grande di loro”.
Quanto ai curiosi espedienti narrativi adottati dalla serie e così centrali nella sua architettura narrativa, su tutti la rottura sistematica della quarta parete, sempre Astori. “Chi ha avuto l’idea del personaggio che guarda in macchina? Non ricordo, forse Bises, comunque qualcuno deve averla avuta per forza! Oggi è utilizzata frequentemente, adeguarci ci sembrava un modo di stare al passo con i tempi. D’altronde, considerata la misteriosa personalità di Leonardo, ci consentiva di stabilire una certa confidenza con lo spettatore”.
Un curioso parallelismo tra ladri e attori è stato indispensabile per costruire Everybody Loves Diamonds
Tocca a Kim Rossi Stuart interpretare Leonardo Notarbartolo, il ladro per vocazione che si inventa la rapina del secolo. L’attore romano non ha avuto problemi a rispondere alle sfide della parte, la rottura della quarta parete ne è l’esempio più evidente. “Con il tempo, le tensioni passano e la macchina diventa un’amica con cui giocare. Sono arrivato a lavorare su questa serie di corsa, un po’ trafelato. Con gli altri abbiamo trovato il modo di accordarci sul set. Volevo abbandonarmi a questa dimensione umoristica, una cosa un po’ sopra le righe e che mi concedeva libertà espressiva: volevo fare le facce, come si dice in gergo. Non ho incontrato Notarbartolo, se non poco prima di iniziare le riprese. In precedenti esperienze incontrare il vero protagonista era stata la mia chiave d’accesso al personaggio, stavolta no, volevo che l’umorismo avesse il sopravvento. L’incontro è stato fortissimo, lui non si considera un ladro, ma un professionista del furto. Detto questo, non gli ho fatto il calco. Semmai ho lavorato sul mio torinese. È un uomo interessante: ruba, ma rifiuta la violenza e prende solo a chi ha tanto in cassaforte”.
Un po’ ladro, un po’ sognatore, Notarbartolo ha lasciato un segno anche su Gianluca Maria Tavarelli. “La tradizione della commedia all’italiana è questa, gente che nella vita zoppica, tenta il grande colpo e magari ci riesce davvero. A me sarebbe piaciuto fare un colpo così!”. Il dibattito tra cinema e serialità non lo interessa granché. “Il punto di partenza, qui, è un contesto produttivo molto potente. Non vedo particolari differenze tra il mio lavoro al cinema e questa serie, anche perché ho diretto tutto, ho curato il montaggio, come sempre. Per me Everybody Loves Diamonds è un filmone di sei ore. Abbiamo incontrato Notarbartolo, è vero, ero con Kim, che è uscito dal pranzo trasformato nel personaggio, quando è entrato era ancora lui. Il vero Leonardo ci ha raccontato quello che poteva raccontarci”.
Per amore di verosimiglianza, Carlotta Antonelli, nella serie è Sandra, l’unica donna nella banda di Leonardo, ha dovuto imparare sul serio trucchi e segreti dell’arte dello scasso. “Non è stato facile, all’inizio, lavorare alla cassaforte. Con il tempo ci ho preso gusto, penso che continuerò su questa strada! Mi piaceva, della storia, questo parallelismo. Noi attori impariamo a fare i ladri mentre anche i ladri, a loro modo, sono un po’ attori. Sandra è figlia di un ladro e decide di partecipare al colpo perché sogna libertà e indipendenza per entrambi. Una cosa più grande del colpo in sé”.
Everybody Loves Diamonds: Anna Foglietta e il dialogo con Notarbartolo
Anche Anna Foglietta, che interpreta la moglie di Leonardo, Anna, ha avuto modo di conoscere Notarbartolo. “Ha cominciato a scrivermi su Instagram e all’inizio ero incerta se rispondergli o meno. Ne ho parlato con Tavarelli che mi ha detto di sì. È stato splendido parlare con lui, mi ha raccontato tanto della sua professione”. A un certo punto, ha finito per incappare persino in una piccola gaffe, almeno dal punto di vista di un professionista del furto. “Una volta mi sono riferita alla sua attività parlando di truffa e lui mi ha risposto: no, no, no, non sono un truffatore io, ma un ladro. All’inizio Anna è remissiva, anche perché è schiacciata dalla figura del padre carabiniere (Remo Girone, ndr), poi cambia. Questa è una serie che va vista sparandosi tutti gli episodi, uno dopo l’altro. Tra l’altro, girare ad Anversa è stato meraviglioso, una città piena di vita”.
I geni di Ugo Tognazzi e una grande passione per Jim Carrey
Terzo nella banda è Leonardo Lidi, il suo personaggio si chiama Alberto ed è il fratello di Leonardo. “Mi interessava, della storia, l’equilibrio tra commedia e elemento macchiettistico. È stato straordinario stare ad Anversa e condividere questa esperienza con gli altri. Alberto, della banda, è quello che nutre più dubbi. Io gli somiglio, la cosa più avventurosa che ho fatto in vita mia è stata la cresima! Ho girato una scena dentro un tombino, ad Anversa, che mi ha messo molta paura. Non mi vergogno di questo, credo che se hai paura di una cosa lo devi dire. Quella che vedrete sul piccolo schermo, infatti, è paura vera”. Ultimo, ma solo in ordine di parola, Gian Marco Tognazzi si presenta con indosso una maglietta particolare. “Me l’ha regalata proprio Leonardo Notarbartolo, ha questo piccolo business che lo tiene lontano dall’hobby principale! Scherzi a parte, è stato preziosissimo conoscerlo, per capire molti aspetti della personalità di questi ladri gentiluomini”.
Ghigo, questo il nome, è “un provinciale con il complesso della provincia. Secondo me, lui si sogna a Milano, in Lombardia, nella City e invece è lontano, con la sua ditta di allarmi e tre famiglie da mantenere. È pieno di timori, all’inizio è riluttante. Manca di equilibrio e finisce per fare un mucchio di cazzate, nel momento più sbagliato: proprio come me”. Piemontese, non lombardo, è il personaggio. In molti tuttavia hanno avvertito, nella caratterizzazione offerta da Gian Marco Tognazzi, echi e scintille di papà Ugo. “Se così è stato, è accaduto in maniera inconsapevole. Non penso mai a Ugo mentre lavoro, ma lui è lì, geneticamente, i baffi mi aiutano molto in questo senso. Poi è vero che il personaggio ricorda un po’ alcune cose che lui faceva, commedie piene anche di amarezza”.
Forse è la volta buona, per Kim Rossi Stuart, di dire addio alle caratterizzazioni inquiete e problematiche? Gian Marco Tognazzi, che gli è amico da una vita, spiega che “in realtà lui non è come uno se lo immagina, è diverso. Solo che non c’è Rossi e basta, c’è anche Stuart, l’elemento anglosassone, che va considerato”. La verità ce la può raccontare solo Kim Rossi Stuart. “Ho voluto bene a questo personaggio. Al vero Leonardo Notarbartolo invidio la capacità di passare dal torinese a uno slang strettissimo siciliano, perché questo è il sangue che gli scorre nelle vene. È stato liberatorio fare questa serie. È vero che gli amici, vedendo Everybody Loves Diamonds, diranno: finalmente Kim non più serioso, introspettivo. Sono cambiato, su un set ho addirittura vinto il premio come attore più simpatico! Tornando serio per un momento: Leonardo è uno che si barcamena, che cerca la destrezza assoluta. Gli interessa questo, più che il fine in sé. In fondo la serie è un commento sulla parabola del sogno materialista, che non porta da nessuna parte”. La propensione per l’umorismo dell’attore romano, ha basi solide. “Posso rivelare che tra i miei attori preferiti c’è sempre stato Jim Carrey”.