Roma FF18 – La Storia: recensione della serie di Francesca Archibugi
Recensione de La Storia, serie di Francesca Archibugi, interpretata da Jasmine Trinca, Valerio Mastandrea ed Elio Germano.
La Storia di Francesca Archibugi riporta sullo schermo (stavolta quello piccolo) il celebre romanzo di Elsa Morante, quasi quarant’anni dopo il film di Luigi Comencini con Claudia Cardinale. Al posto di quest’ultima, nel ruolo di Ida, stavolta troviamo Jasmine Trinca, alla quale sono stati affiancati Elio Germano, Asia Argento, Lorenzo Zurzolo, Francesco Zenga e Valerio Mastandrea.
La Storia: Francesca Archibugi riporta in scena l’orrore della guerra
Le vicende narrate ne La Storia non sono certo nuove per i tanti che nel corso degli anni si sono appassionati alla lettura del romanzo omonimo, ma è giusto ripetere il plot per tutti gli altri che ne verranno a conoscenza solo attraverso la visione della serie. Siamo alla vigilia della seconda guerra mondiale, nel quartiere San Lorenzo di Roma. Al centro di tutto c’è Ida Ramundo (Jasmine Trinca), maestra elementare rimasta vedova con a carico suo figlio Nino (Francesco Zenga), impaurita da tutte le voci che circolano intorno al destino degli ebrei e per questo motivo spinta a nascondere le proprie origini ebraiche. Un fardello da nascondere, così come il figlio che si ritroverà in grembo dopo essere stata violentata da un giovane soldato tedesco. La telecamera ci mostra così la crescente angoscia della donna e di tante persone che la circondano, mentre altre tendono a sminuire o scacciare il pensiero di ciò che potrebbe succedere di lì a poco. Ci penserà Nino a “normalizzare” la crescita del piccolo Giuseppe, ribattezzato affettuosamente Useppe, ma sarà lo stesso adolescente a dare un altro pensiero doloroso alla madre, decidendo di prestare servizio in guerra, per la patria e per il Duce. Questo è solo l’inizio de La Storia, serie che coglie dunque la possibilità di dilatare in otto episodi la vicenda al centro del romanzo di Elsa Morante. Una vicenda per certi versi trita e ritrita, se pensiamo a quante volte è stata raccontata quella pagina buia della storia umana, ma che in questo caso viene trattata lasciando spazio ad una massiccia introspezione psicologica dei vari personaggi, ribadendo l’importanza di non dimenticare quanto accaduto meno di un secolo fa, soprattutto in questa fase storica in cui certi errori sembrano ripetersi senza pietà.
Jasmine Trinca e Francesco Zenga sono una splendida coppia madre-figlio
Sin da subito, Ida ci appare come una donna estremamente fragile: Jasmine Trinca, con la sua interpretazione, rende giustizia al personaggio, mostrandosi con lo sguardo perennemente sperduto di chi è stata costretta, suo malgrado, a cavarsela da sola, quando è evidente che lei stessa avrebbe bisogno di qualcuno pronto a tenderle la mano ed indicarle la strada migliore da percorrere, per se stessa e per i suoi figli. Nella prima parte de La Storia, il vero protagonista è però Nino, interpretato in maniera ottima dal giovane Francesco Zenga: il modo di fare è quello tipico degli adolescenti, spregiudicato e spavaldo, col sorriso e la vitalità di chi si sente immortale perché giovane, bello e atletico. Diventa così l’emblema di tutti quei ragazzi che, ieri come oggi, vengono indottrinati e convinti di poter sfidare la morte in nome di ideali che non appartengono davvero a loro ma a uomini a cui interessa davvero poco del loro sacrificio. Conosciamo poi altri personaggi, tra cui quello interpretato da Valerio Mastandrea, che regala sorrisi amari e rappresenta probabilmente l’unico appiglio di lucidità e saggezza a cui Ida può fare riferimento nei momenti più critici, quando deve rimanere lucida per i propri figli e per se stessa. Dopo un’introduzione in cui l’ottima scenografia ricostruisce i quartieri di Roma che hanno poi accolto lo scoppio del conflitto bellico, La Storia entra nel vivo della narrazione, lasciando spazio alla drammaticità che viene preannunciata all’inizio e della quale il pubblico era già, ovviamente, a conoscenza.
Il fatto che La Storia si sviluppi in otto episodi fa sì che, inevitabilmente, emergano momenti in cui la narrazione risulta più lenta. Allo stesso tempo, questo permette agli spettatori di percepire più nel dettaglio lo stato d’animo dei protagonisti, la loro crescente angoscia (come nel caso di Ida) ma anche tutte le bugie che li portano a costruire nella mente una versione di realtà ben distante dall’originale. Lo stile di Francesca Archibugi si riconosce in certe scelte registiche e soprattutto nella delicatezza della sceneggiatura, da lei co-firmata insieme a Giulia Calenda, Ilaria Macchia e Francesco Piccolo. Alla Festa del Cinema di Roma (ottobre 2023) è stata presentata solo una piccola parte dell’opera che potremo commentare nella sua interezza solo nel 2024, quando cioè approderà sui canali Rai. Fino ad allora non possiamo che promuovere questo affresco storico attorno al quale hanno lavorato grandi professionisti, tra cui un cast di livello, che hanno saputo valorizzare al meglio un romanzo di tale portata.
La Storia: valutazione e conclusione
Francesca Archibugi presenta al pubblico una pagina di storia verso la quale non dovrebbe mai mancare un rinnovato interesse, nell’eterno e vano tentativo di comprendere come certe cose possano essere accadute e come, ancora oggi, accadono sotto i nostri occhi. Lo fa con La Storia che, in definitiva, si aggiunge ai titoli di buon livello prodotti in Italia negli ultimi anni per il piccolo schermo. Qualche imperfezione (la scena del parto ed il crollo della casa non sono state del tutto impeccabili) passa in secondo piano e non toglie qualità ad un prodotto che punta ad emozionare un pubblico più adulto, che certe cose le ha vissute o sentite raccontate/documentate decine di volte nel corso della propria esistenza, senza però rinunciare ad attirare l’interesse anche degli spettatori più giovani che in questo momento storico si ritrovano ad assistere in prima persona alle brutture del mondo e all’incoscienza dell’essere umano.