Roma FF18 – E la festa continua! (Et la fête continue!): recensione del film di Robert Guédiguian
E la festa continua! (Et la fête continue!) è un film che accarezza e che fa sentire meno soli.
Rosa, cuore e anima del quartiere popolare di Marsiglia, divide l’energia tra la sua famiglia, numerosa e unita, il lavoro da infermiera e l’impegno politico a favore degli ultimi. Quando arriva il tempo della pensione, tutto ha un altro significato e senso. Racconta questo E la festa continua! (Et la fête continue!), il film di Robert Guédiguian, presente nella sezione Grand Public della 18 ^ edizione della Festa del cinema di Roma.
Rosa, centro di un mondo variegato
Rosa (Ariane Ascaride) è perno e pilastro di ogni cosa, lei è tenerezza e fermezza, è dialogo e accoglienza, cura e lavoro. Attorno a lei ruotano familiari e persone nuove che incontra, macina vita e conoscenze, si muove per tutta Marsiglia. Sostenuta dalla vitalità dei suoi cari e dall’incontro con Henri, si rende conto che non è mai troppo tardi per realizzare i propri sogni, sia politici che personali. Rosa si fa in quattro, tiene le mani della collega nel momento in cui perde uno dei pazienti a cui aveva promesso di non lasciarlo andare via da solo, condivide ricordi e pensieri con Henry (Jean-Pierre Darroussin), ama il proprio figlio per cui c’è sempre stata.
“Prova, fallisci, prova di nuovo”
Legge questo Alice (Lola Naymark), figlia di Henry e ragazza del figlio di Rosa, su una cartolina, ed è questo un po’ la filosofia che traspare dal film, una festa che continua nonostante tutto o forse è meglio dire proprio a causa di tutto ciò che accade. Il film dimostra come ci possano essere tempeste, uragani ma poi tutto passa e si è pronti a rimettersi in mare per continuare il viaggio.
E la festa continua! (Et la fête continue!): tra passato e presente, la protagonista ricorda e si ricorda che nulla è finito, nonostante tutto
“Il popolo non eleggerà mai un sindaco socialista. Un socialista può cambiare, da 40 anni governa la destra. Hanno votato per la guerra, nel 1914.”
Mentre questi sono i discorsi, Rosa urla un “basta” per fermare una diatriba che non può portare a nulla, non ha senso ripensare al passato, bisogna pensare al domani. La donna è pratica e lungimirante e sa perfettamente che le riflessioni non hanno senso perché non pensano per davvero al presente. Il fatto di non essere uniti e di non lavorare insieme per lei è un’arma in mano al “nemico”, non si può vincere così.
Et la fête continue! riflette sul domani e intanto pensa al passato con malinconia e struggimento, con nostalgia discute su ciò che è stato. Rosa mette in circolo storie d’amore e di tenerezza, guardandosi indietro e vivendo fortemente e con energia il presente e quindi il futuro.
“Sei una vera pasionaria. Pazzesco. Dovresti chiamarti Dolores, non Rosa”
Quando l’arte fa sentire meno soli
E la festa continua! (Et la fête continue!) è un racconto intriso di cultura e di citazioni, testimonianza di una vita di libri letti – pensiamo a Henri, libraio – ma anche di un’esistenza votata alla riflessione. Proprio quei libri letti, i film e le opere d’arte viste, la musica ascoltata aiutano a vivere. L’arte coccola, fa sentire capiti e amati, accarezza e stringe. Le pagine, i colori, le immagini in movimento sono rifugio e attimo di “permanente” che non cambia e resta eterno, sicurezza, porto sicuro. Permette di vedere come tutti, anche gli altri, vivono le stesse esperienze. Tutti i testi che Henri ricorda sono legati a cose che ha vissuto o sta vivendo e tutto ciò dà forma alla nostra cultura.
E la festa continua! (Et la fête continue!): valutazione e conclusione
Et la fête continue! è un film che accarezza e che fa sentire meno soli. Rosa è centro di una storia che tiene insieme passato e presente. Robert Guédiguian ricorda che la vita, la festa continuano nonostante tutto e tutti.