Roma FF18 – Dream Scenario – Hai mai sognato quest’uomo?: recensione del film di Kristoffer Borgli

Il terzo lungometraggio da regista, del sempre più promettente autore di Sick of Myself è una folle, esilarante, onirica e spaventosamente colta riflessione sugli effetti e le conseguenze della fama e del narcisismo nella società moderna, con un Nicolas Cage in gran spolvero. Gran Public

Presentato in anteprima internazionale al Toronto International Film Festival, il terzo e attesissimo lungometraggio da regista di Kristoffer Borgli, Dream Scenario, prodotto dalla sempre più celebre casa Newyorkese A24, è approdato in anteprima italiana alla 18a edizione della Festa del Cinema di Roma nella sezione Grand Public e verrà distribuito da I Wonder Pictures nelle sale cinematografiche nostrane, a partire dal 16 novembre 2023.

Se improvvisamente la tua tranquillizzante quotidianità da perfetto sconosciuto che vive nell’anonimato più totale, rispettoso di un’armoniosa e confortante routine, venisse spezzata da un’inspiegabile e feroce ondata di celebrità, come reagiresti? Ne saresti felice oppure emotivamente logorato?

È ciò che si chiede il docente universitario Paul Matthews (Nicolas Cage), il memorabile protagonista – sì, lo diciamo fin da ora – del meravigliosamente folle ed instant cult, Dream Scenario, il secondo lungometraggio da regista di Kristoffer Borgli, dopo l’altrettanto convincente Sick Of Myself, presentato in anteprima mondiale alla 75º edizione del Festival di Cannes, nella sezione Un Certain Regard e in seguito al Torino Horror Festival.
Paul, sia allo sguardo di vecchi e nuovi amici, che a quello di semplici conoscenti e familiari, altro non è che un uomo come tanti, ordinario, tranquillo, perfino noioso e nient’affatto appariscente. Per dirla in una sola parola, anonimo. Nonostante questo, si ritrova suo malgrado a visitare i sogni notturni pressoché dell’intero mondo, senza mai avere in essi un ruolo realmente attivo, all’opposto, drasticamente passivo.

Quello che inizialmente sembra essere un fenomeno isolato e circoscritto al luogo in cui Paul vive, si allarga ben presto all’intero globo, producendo contrasti ed effetti culturali dagli esiti sorprendenti. Quando qualcuno in America ti odia, qualcun altro in Francia ti ama.
Tutte logiche che l’ordinario docente Matthews deve rapidamente apprendere per sopravvivere all’inaspettata e feroce ondata di celebrità, generata dall’essere l’uomo dei sogni di chiunque, donne e uomini, senza alcuna distinzione di genere.

Non più The Weather Man, ancora una volta The Family Man, ma soprattutto The Dream Man

Dream Scenario di Kristoffer Borgli - Cinematographe.it

Che piaccia o no, Nicolas Cage è un vero volto e corpo da storia del cinema, capace di lasciare un segno preciso in ogni sua apparizione cinematografica, o quasi, senza considerare moltissime incursioni recenti nel cinema di cassetta – o serie Z -, sfruttato dallo stesso Cage per riparare ad una lunga serie di debiti mai realmente accantonata.

Cinema di cassetta a parte, da diversi anni ormai, l’interprete premio Oscar per Via da Las Vegas di Mike Figgis, nonché di indimenticabili film tra i quali The Family Man di Brett Ratner e The Weather Man di Gore Verbinski è entrato a far parte di un sistema mediale complesso e stratificato, in costante equilibrio tra incessante derisione generata dal fenomeno social e web dei meme – prodotti dallo sfruttamento di micro-sequenze esageratissime dello stesso Cage in termini di espressività, fisicità e non solo – e ricerca ispiratissima e realmente impegnata di un nuovo cinema autoriale cui prendere parte.

Il tentativo, così come la speranza di Cage, è quella di riscattarsi, fuggendo ancora una volta da moltissima considerazione critica che lo vorrebbe definitivamente finito e destinato unicamente al cinema da dimenticatoio.
Eppure, passando per titoli recenti come Cane mangia Cane di Paul Schrader, Pig – Il piano di Rob di Michael Sarnoski e Butcher’s Crossing di Gabe Polsky, volto e corpo di Nicolas Cage, non hanno mai smesso di radicarsi in un immaginario cinematografico evidentemente impegnato, riflessivo e con ben più di qualcosa da dire.

È vero, i tempi di The Weather Man sono lontani ormai, quella sobrietà e quel rigore di tono sono svaniti, lasciando spazio ad un registro interpretativo di eccessi, buffe estremizzazioni ed esilaranti “meme scene”, eppure qualcosa del Family Man è rimasta, filtrata inevitabilmente dai linguaggi di un nuovo cinema, sregolato, personale e potenzialmente ancor più libero, come quello di Ari Aster, Robert Eggers, Richard Stanley, David Robert Mitchell e lo stesso Kristoffer Borgli.

Paul Matthews, proprio per questo, non può in alcun modo ambire ad essere un tradizionale padre di famiglia, al di là della questione narrativa centrale, ossia l’apparire nei sogni. Ogni inquadratura, che Nicolas Cage ne sia protagonista, oppure no, annuncia toni e modelli cinematografici non convenzionali, dialogando tanto con il fenomeno dei meme, quanto con quello sinceramente impegnato del suo ultimo cinema, generando un cortocircuito dagli esiti inaspettati.

Il film di Kristoffer Borgli, oltretutto, si rivela estremamente abile nel muoversi tra i generi, passando per la commedia familiare, quella grottesca, il dramma, il fantasy e l’horror, riflettendo sulle questioni attualissime e centrali del politicamente corretto e della cancel culture, che nel film muovono sottotraccia ciascuna dinamica narrativa, immaginando il sogno come ultima e realmente libera esperienza e frontiera cinematografica.

Dream Scenario: valutazione e conclusione

Un nuovo autore è nato, lo rende ufficiale non solo quest’ultima fatica di grande ambizione, divertimento e angosciante immediatezza, ma anche il suo precedente lungometraggio, Sick Of Myself, che così come Dream Scenario, seppur in chiave differente, lavora sul concetto di narcisismo e di male che gli uomini fanno e si fanno, tentando di sopravvivere al cinismo e alla spietatezza del mondo moderno, tra uso – e abuso – della fama e del successo tra social media, ipocrisie della società e dimensione familiare.

Un vero e proprio caso cinematografico che volontariamente sceglie di non vestire soltanto i calzanti panni del cinema horror, ma anche quelli di numerosissimi altri generi e modelli narrativi, poiché figlio di un cinema ambizioso e profondamente psicoanalitico, capace di imprimersi come raramente accade, nella memoria dello spettatore, restando lì, ancorato e incessantemente dialogante e riflessivo, risultando un vero e proprio instant cult.

Se tutto questo non fosse sufficiente a convincere circa la qualità del film, la straordinaria performance di Nicolas Cage che raggiunge il suo apice in un’esplosione di flatulenza, tra umorismo nerissimo e commedia dell’assurdo, vale la visione, poiché mai più accadrà di rintracciare qualcosa di lontanamente simile.
Che sogno il film di Kristoffer Borgli!

Regia - 4.5
Sceneggiatura - 4.5
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 4

4.2