Cowboy Bebop: il regista dell’anime sogna di dirigere il live-action
Shinichirō Watanabe ha spiegato in un'intervista che ha sempre voluto lanciarsi nella regia di un lungometraggio.
Cowboy Bebop è, probabilmente, uno degli anime più famosi della storia dell’animazione giapponese: il progetto, che vede la direzione di Shinichirō Watanabe, è arrivato sul piccolo schermo tra il 1998 e il 1999 con un totale di ben 26 episodi che celebrano non solo la fantascienza, ma anche il cinema, con diverse citazioni appassionate alla settima arte. Ci troviamo nel 1971, con gran parte della Terra distrutta e pochi sopravvissuti che hanno iniziato a colonizzare gli altri pianeti del Sistema solare come Marte e Venere. In tutto questo i protagonisti sono un gruppo di cacciatori di taglie spaziali che devono fermare la crescente criminalità della galassia.
Cowboy Bebop è andata in onda tra il 1998 e il 1999
Ebbene, mentre ricordiamo che tra l’altro Cowboy Bebop è tornata in formato live-action direttamente su Netflix (con però scarsissimi risultati, a tal punto che lo show non è stato affatto rinnovato per una Stagione 2), proprio Watanabe è stato recentemente intervistato da Full Frontal. Durante l’intervista, l’autore si è aperto moltissimo, spiegando, tra le altre cose, che avrebbe sempre voluto dirigere un film live-action ma che poi alla fine il destino lo ha condotto verso altre strade differenti.
“Sì, ma in realtà non ne ho avuto alcuna opportunità… O meglio, ne ho avuta una, ma non è mai stata possibile. Non avevamo soldi, non trovavamo attori, c’erano molte ragioni… Ma se avessi un’altra opportunità, la coglierei. Ho sempre sognato di fare live-action, e all’inizio, davvero Ho esitato tra il live-action e l’animazione. Alla fine ho deciso di dedicarmi all’animazione, e i miei sogni si sono quasi avverati (ride), quindi ora mi resta solo il live-action.”
Vi ricordiamo che Cowboy Bebop è stato prodotto nello specifico da Sunrise con uno sviluppo davvero particolare che tra l’altro ha messo al centro specialmente la colonna sonora, davvero molto peculiare, che continua a rimanere uno dei tratti distintivi dell’opera.
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