Napoleon: Ridley Scott impreparato, ha lasciato il compito “al povero bastardo che doveva scrivere la sceneggiatura”
Per scegliere il protagonista ha semplicemente messo un cappello su una foto di Joaquin Phoenix.
Stanley Kubrick non è riuscito a realizzare il suo film su Napoleone Bonaparte, ma nel suo desiderio perfezionista arrivò ad avere un fascicolo dove annotava quello che l’imperatore aveva fatto praticamente ogni giorno della sua vita, così che, quando sarebbe arrivato il momento di girare il film, non avrebbe lasciato nulla al caso. Alla fine è stato Ridley Scott a farcela, raccontando la vita dell’imperatore francese forse in maniera poco storicamente accurata, ma al regista non gliene potrebbe importare di meno.
Ridley Scott afferma di non aver letto nulla per prepararsi a Napoleon e di aver lasciato il compito “al povero bastardo che doveva scrivere la sceneggiatura”
In un’intervista con Vulture dalla sua azienda vinicola nella Provenza francese, Scott ha parlato del fatto che gli storici dicono che Napoleon non prende sul serio gli eventi reali. “Tutti hanno un’opinione su ciò che è realmente accaduto e io chiedo sempre: ‘Eri lì?’ Ci sono 10.000 libri su Napoleone, e tutti contengono verità e congetture allo stesso tempo. Ma ho lasciato la lettura dei libri al povero bastardo che doveva scrivere la sceneggiatura.” Lo sceneggiatore, tra l’altro, è David Scarpa, così da non farlo sembrare un “povero bastardo” senza nome.
Durante l’intervista Ridley Scott racconta anche di come abbia girato la scena della Battaglia di Austerlitz in soli tre giorni e mezzo, invece delle sei che aveva preventivato. Uno dei segreti dell’efficienza del regista è che gira con più telecamere contemporaneamente – per Napoleon di solito quattro, ma a volte fino a 11 – richiedendo meno riprese e meno tempo tra una scena e l’altra.
“La mattina dicevo al mio brillante direttore della fotografia, Dariusz Wolski, ‘Voglio una macchina fotografica qua e là e là e là. Quanto tempo ci vorrà per montarla?’. Diceva ’40 minuti’ e così facendo giravo già alle 9 del mattino. Altri registi usano una macchina fotografica e ci impiega un’eternità, ma questa mi ha permesso letteralmente di girare da 4 a 11 volte più velocemente.”
Il regista, 85 anni, racconta anche come ha deciso che Joaquin Phoenix sarebbe stato il suo Bonaparte, nonostante avesse in mente altri due nomi. “Ha il naso e gli occhi. Prima di sceglierlo, gli ho fatto una foto, gli ho messo sopra un cappello e ho detto ‘Eccolo'”.