RIFF – Rome Independent Film Festival 2023: tutti i vincitori
Annunciati i vincitori della XXII edizione del RIFF Awards 2023. Miglior Lungometraggio Italiano è Ciurè di Giampiero Pumo, Miglior documentario italiano Dino’s Dark Room di Corrado Rizza.
Annunciati i vincitori della XXII edizione del RIFF Awards – Rome Independent Film Festival diretto da Fabrizio Ferrari, che ha visto 80 opere in concorso tra documentari, film e corti, in anteprima europea e mondiale, a rappresentare il cinema indipendente contemporaneo10 le Sezioni in concorso: Lungometraggi Internazionali e Nazionali, Documentari Internazionali, e Nazionali, Cortometraggi Italiani, Internazionali e di Animazione e le sezioni dedicate ai soggetti e sceneggiature.
La giuria chiamata a giudicare i film ha visto in campo gli attori Manuela Mandracchia, Ruben Maria Soriquez e Antonio Folletto, con loro l’aiuto regista Alberto Mangiante, Luca Mezzaroma, Executive Producer di Lotus Production, Massimo di Rocco, produttore di Bartlebyfilm, il direttore casting Davide Zurolo, Viba Diba, architetto e Product Manager, Pegah Moshir Pour, Social Media Marketing.
Il Premio al Miglior Lungometraggio Italiano va a Ciurè di Giampiero Pumo “perché è costruito con delicatezza e coraggio. Perché Pumo è molto bravo nella doppia veste di regista e protagonista. Perché è un film indipendente che ha i toni di un prodotto raffinato. Un Film che parla di due mondi distanti tra loro che nonostante questo si incontrano e si scontrano dando vita ad una fiaba alla rovescia.”
Ciuré si aggiudica anche il Premio Speciale “Mario Mieli” per la migliore opera LGBTQIA+ “per la grande delicatezza, sensibilità e realismo con cui il film tratta numerosi temi cari alla comunità LGBT+, tra cui l’identità e l’espressione di genere e le famiglie arcobaleno per così dire “non tradizionali”. Per il modo in cui i personaggi sono tratteggiati a tutto tondo, rifuggendo stereotipi e facili caratterizzazioni. E infine per la notevole qualità artistica del film, che rende emozionante la storia, amara e appassionante allo stesso tempo, dell’incontro tra due solitudini.”
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Il premio al Miglior lungometraggio Internazionale va a White Paradise di Guillaume Renusson (Francia) “perchè in uno schema già esplorato da opere precedenti riesce a non ricordare e a non temere i predecessori e ad emozionare con una regia sapiente e un cast preciso e diretto molto bene. E’ un film emozionante.”
Il premio al Premio Miglior Documentario Italiano va a Dino’s Dark Room di Corrado Rizza che “fa scoprire – per chi non lo conosca – la figura ed il lavoro di Dino Pedriali con un racconto commovente ed interessante, non solo per la diretta testimonianza di chi l’ha conosciuto, di chi ci ha lavorato o collaborato e anche – ovviamente – per l’inevitabile rimando a Pasolini”
Una menzione speciale va a Ma·tri·mò·nio di Gaia Siria Meloni. “Il legame tra madre e figlia è spesso intessuto di ricordi teneri e preziosi, soprattutto quelli dell’infanzia. I primi anni di vita di una figlia sono spesso un vortice di momenti indimenticabili, e la madre è al centro di molte di queste esperienze. La madre è spesso la guida in queste prime avventure, un faro di sicurezza e affetto che rende il mondo grande e spaventoso un luogo meno minaccioso. I piccoli successi, come imparare a leggere o a cavalcare una bicicletta, sono celebrati insieme, costruendo una fiducia reciproca che cresce di pari passo con la crescita della figlia.”
Il premio al Premio Miglior Documentario Internazionale va a Light Falls Vertical di Efthymia Zymvragaki (Spagna/Germania/Italia/Olanda) (perché “il tema della violenza in famiglia è interessante ed ancora di più la scelta di accostare due esperienze diverse ma unite dalla stessa angoscia. La direzione degli attori tende ad un verismo puro creando un’esperienza visiva sconnessa e dolorosa, nonostante l’atmosfera da isola dei sogni.”.
Una menzione speciale va a Planet B di Pieter Van Ecke (Belgio). “La nuova Generazione è profondamente coinvolta nella lotta per la protezione del pianeta, dimostrando un interesse attivo nella costruzione di un futuro sostenibile e consapevole. La loro connessione con le questioni ambientali si traduce spesso in azioni concrete e nel cercare modi innovativi per affrontare le sfide ecologiche globali.”
Il Premio al Miglior Corto Italiano va a Polvere di Paolo Carboni “perché ha saputo raccontare, in 29 minuti circa, la disperazione dei 185 giorni in carcere del suicida Aldo Scardella, incarcerato per errore. Parliamo di un fatto di cronaca raccontato molto bene. La fotografia, la scenografia e i costumi rispettano il periodo storico e vengono utilizzati con maestria.”
Polvere si aggiudica anche il Premio Rai Cinema Channel “per la capacità di riportare a galla, vivide, tutte le emozioni che scossero l’opinione pubblica 40 anni fa per un caso tragico di mala giustizia. Un film delicato, intenso e doveroso, che grazie alla bravura del regista e degli interpreti ci ha fatto ricadere in un pezzo di realtà dimenticata.”
Per la regia corti italiani una menzione speciale va a Ultraveloci di Davide Morando e Paolo Bonfadini perché “riesce a sviluppare la storia nell’arco dei 19 minuti in modo coerente e personale restituendo efficacemente ambientazione e punto di vista del personaggio principale. Con un sapiente uso della macchina crea un thriller che aggancia lo spettatore fino alla fine, sorprendendolo. Magnifico Dodo, il protagonista. Bravi e credibili anche gli altri attori.”
Il Premio al Miglior corto Internazionale va a Gift di Xiaotong Jiang (Cina) perché “la regia, la scrittura, la direzione e la recitazione degli attori sono davvero notevoli. Ci si affeziona da subito ai personaggi e vorresti andare avanti e vedere cosa succederà in seguito. Per tutto il corto è stato come stare sul sedile posteriore di quella macchina.”
Il Premio al Miglior Corto Animato va a Odd One Out di Micky Wozny (UK) “per la semplicità dell’animazione e il modo in cui è riuscito a comunicare un messaggio così importante come quello di non avere paura di essere liberi e di essere se stessi riuscendo a strappare sempre un sorriso.”
Miglior Corto per le Scuole di Cinema a Immortel.Le di Éléonore Bürki (Svizzera).
Premio FilmAmo categoria Documentario, va a Planet B di Pieter Van Ecke (Belgio). “Un gruppo di attiviste, lo stile è Rock , cortei in piazza e polizia : il tema dell’ecologia e del cambiamento climatico è quello più dibattuto da Tg e Stampa e nonostante questo, Planet B non si crogiola sul “tema facile da proporre” e al posto che girare un semplice documentario sforna un grande Film coinvolgente: i giovani potranno vederlo senza dire “che palle il tema ambientale, mi guardo una serie su Netflix!”
Premio FilmAmo categoria Lungometraggio, va a Tales of Babylon di Pelayo de Lario (UK). “Autoironico e adrenalinico, Tales of Babylon è un viaggio nella scena criminale londinese dove la violenza spesso è teatrale e quasi comica, ma dove ogni protagonista ha una storia da svelare e condividere.”
A vincere anche le sceneggiature finaliste che hanno partecipato al Pitch Day incontrando case di produzione e distribuzione. Il Premio alla Miglior Sceneggiatura per un Lungometraggio va a Christian Pendered Zur con Cold Summer. Il premio alla Miglior Sceneggiatura per Cortometraggio va a L’ultimo reporter di Michele D’Anca. Il Premio al Miglior Soggetto per un Lungometraggio a Aurora non dorme la notte di Virginia Bellizzi.