Denzel Washington e le critiche per il ruolo di Annibale: “è troppo nero”
Il due volte Premio Oscar è finito nella polemica anche se chiaramente, al centro del dibattito, c'è il film Netflix in sé.
Denzel Washington è un famoso attore, regista e produttore cinematografico americano, nato in particolare a Mount Vernon il 28 dicembre 1954. Un interprete davvero incredibile che, nel corso della sua carriera, è arrivato a vincere ben due Premi Oscar, come Miglior attore non protagonista per Glory – Uomini di gloria e Miglior attore per Training Day su ben 10 candidature totale. Il suo esordio è avvenuto, in particolare, con Il pollo si mangia con le mani (1981), per poi apparire anche in film come Dio salvi la regina (1988), Un fantasma per amico (1990), Verdetto finale (1991), Molto rumore per nulla (1993), Il tocco del male (1998), Hurricane – Il grido dell’innocenza (1999) e molti altri ancora.
Denzel Washington ha esordito sul grande schermo nel 1981
Ebbene, ultimamente, proprio Denzel Washington è finito nella polemica come riporta Il Fatto Quotidiano. Proprio il divo statunitense è stato scelto per interpretare il mitico Annibale, uno dei più grandi leader militari della storia in un film Netflix dedicato. Originario di Cartagine, vicino a Tunisi. Durante la guerra contro i romani nel 218 a.C. guidò le sue truppe e gli elefanti da guerra africani attraverso le Alpi per colpire Roma da nord. Per 15 anni devastò la terra e la gente, ma non riuscì mai a conquistare Roma e alla fine fu costretto a tornare nel Nord Africa.
Proprio in Tunisia si è scatenato un dibattito (del tutto simile a quanto accaduto con l’uscita della docuserie Netflix su Cleopatra dopo la scelta dell’attrice afroamericana Adele James) per un problema di pelle. Nonostante il colore della pelle di Annibale non sia effettivamente noto, gli storici dell’antico mondo mediterraneo concordano ampiamente sul fatto che fosse di discendenza fenicia – una regione che comprende i moderni Libano e Siria – anche se le mescolanze etniche di quei secoli, con imperi allargati per migliaia di chilometri, sono di difficile decifrazione. La polemica ha preso diverse forme, da una petizione, con 1300 firmatari, che hanno invitato Netflix a cancellare il progetto, fino ad arrivare in Parlamento con il deputato tunisino Yassine Mami che ha rilasciato le seguenti dichiarazioni:
“ll Ministero della Cultura dovrebbe prendere posizione sull’argomento (…) si tratta di difendere l’identità tunisina e di ascoltare le reazioni della società civile.”
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