Star Wars: Adam Driver rivela: “non era previsto nessuna redenzione per Kylo Ren”
L'attore, in una recente intervista, ha spiegato che J.J. Abrams aveva tutt'altri piani in mente per il personaggio.
Star Wars è una delle saghe più importanti della storia del mondo dell’intrattenimento: tutto è cominciato nel lontano 1977, quando George Lucas ha investito in Guerre Stellari, un titolo che all’inizio sembrava una semplice scommessa ma che, a quanto pare, ha poi trionfato al botteghino non solo consacrando il progetto, ma portando l’autore a pensare in grande, realizzando poi in futuro un franchise vero e proprio. In questi anni, il mondo de la Galassia lontana lontana è cambiato notevolmente: sono arrivate serie televisive, romanzi, libri, fumetti e molto altro ancora, con la saga cinematografica che purtroppo è andata un po’ a decadere con l’ultima trilogia sequel, diretta in particolare da J.J. Abrams e Rian Johnson, che è stata accolta in maniera decisamente tiepida dai fan e dai giornalisti.
Star Wars è un universo nato nel lontano 1977
Sicuramente tra i personaggi più interessanti della recente tripletta di Star Wars c’è Kylo Ren (che ha il volto di Adam Driver), figlio di Han Solo e Leia Organa, che sviluppa in maniera indipendente il Lato Oscuro, diventando una seria minaccia. Ebbene, a quanto pare, come raccontato dallo stesso Driver durante il Rich Eisen Show (via People), per il personaggio non era previsto nessun arco di redenzione, anzi, tale figura doveva cominciare come insicura e, alla fine del viaggio, diventare molto più convinta del Lato Oscuro della Forza.
“L’ho fatto, sì. E avevo in mente un arco narrativo generale che [JJ Abrams] voleva realizzare. La sua idea era che il viaggio [di Kylo] fosse il viaggio opposto di Vader, dove Vader inizia più fiducioso e più impegnato nel lato oscuro. E poi nell’ultimo film, è il più vulnerabile e debole. Voleva iniziare con il contrario. Questo personaggio era il più confuso e vulnerabile e, alla fine dei tre film, sarebbe stato quello più impegnato nel lato oscuro. Ho cercato di tenere a mente quell’arco narrativo, anche se alla fine non sarebbe stato il viaggio, perché è cambiato durante le riprese. Ma ero ancora concentrato su quello”.
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