Progetto Lazarus – stagione 2: recensione della serie TV

Non sono finiti nè i guai nè i misteri per George: la soluzione di alcuni misteri porta ad altri segreti, e giocare con il tempo non è mai stato così pericoloso...

Progetto Lazarus – The Lazarus Project è una serie tv creata da Joe Barton e prodotta da Adam Knopf, distribuita in Italia su Sky: la prima stagione è stata mandata il 16 gennaio 2022, mentre i primi due episodi della seconda sono usciti il 18 dicembre 2023.

Progetto Lazarusla trama: dove eravamo rimasti?

George (Paapa Essiedu) ha una vita che crede “normale”: sta per sposarsi con la donna che ama, sta per avere un finanziamento che gli permetterà di sbloccare il suo lavoro di programmatore di app, insomma sta per intraprendere nuove strade.

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Ma qualcosa si incrina, perché inizia a rivivere più volte lo stesso giorno (il 1° luglio): e se all’inizio questo gli permette di riparare ad alcuni errori recenti, a lungo andare rischia di farlo impazzire, fino a che non viene contattato da Archie (Anjli Mohindra), una ragazza che sembra sapere tutto su questi suoi viaggi nel tempo. Lo introduce allora al Progetto Lazzaro: un gruppo clandestino che ha acquisito il potere di riportare indietro il tempo ogni volta che la specie umana sta per essere cancellata da un evento estinzione. Il tempo allora torna indietro ad un punto, il checkpoint, ovvero l’1 luglio di ogni anno.
Le uniche persone che possono ricordare gli eventi sono proprio i componenti del Progetto Lazarus.

Progetto Lazarus – stagione 2: un deja-vu senza fine

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Un deja-vu senza fine, un countdown inesorabile verso il collasso del nostro mondo, incastrato in un ciclo temporale infinito che rischia di finire con la completa estinzione del pianeta. Il team Lazarus continua la sua battaglia contro il tempo per salvare l’umanità. Ma George scopre ben presto di non potersi fidare di nessuno… neanche di sè stesso. La morte dell’adorata Sarah lo porta a compiere azioni di cui non si credeva capace, coloro che pensava essere suoi compagni di squadra nascondono diversi segreti, la stessa Sarah decide di lasciarlo, e l singolarità alla base dei salti nel tempo potrebbe intrappolare il team Lazarus in un loop eterno e terrificante. cosa fare?

Fantascienza e loop temporali

La fantascienza, insieme all’horror, è il genere dell’audiovisivo più adatto a raccontare le paure (a volte anzi spesso inconfessabili) della contemporaneità. Proprio per questo, è un genere molto frequentato sia dal cinema che dalle serie tv, da sempre: conseguentemente, a causa del prevedibile sovraffollamento, è difficile trovare un prodotto che possa oggi dire qualcosa di nuovo.

The Lazarus Project invece lo fa: perché per quanto il suo modo di raccontare possa sembrare (ed in effetti lo è) molto classico, con impostazione rigida di ogni episodio e una sceneggiatura al servizio della trama che non si preoccupa di qualche buco qua e là, riesce a declinare la storia in modo personale ed altamente emotivo. Senza dire che sa benissimo raccontare di intrighi politici pericolosamente vicini alla nostra realtà, bombe atomiche, golpe e dittatori dell’est senza mai cadere nel banale.

Fondazione: la stagione 3 è confermata!

Fin dai primi episodi della prima stagione infatti era chiaro che gli showrunner non avevano nessuna intenzione di sfruttare la solita situazione à la “il giorno della marmotta”, superando con un balzo subito dinamiche abusate nel cinema di genere.

Raddoppiare gli episodi e i colpi di scena

I primi tre episodi addirittura alzano la posta: raddoppiano il protagonista e alzano la posta in gioco. Questo senza nulla togliere alla credibilità dell’impianto narrativo, perché anzi The Lazarus ha una scrittura precisa e sottile, fluidissima, che caratterizza i personaggi quanto basta perché si incastrino bene tra di loro e con la trama: e questo anche nella seconda stagione, che generalmente per gli show televisivi di genere funziona sempre come banco di prova per vedere se la trama regge -e allora è ben solida- oppure crolla sotto il peso della narrazione.

Progetto Lazarus – stagione 2: valutazione e conclusione

The Lazarus Project, alla seconda stagione è un progetto interessante che continua ad affascinare, confermando le buone impressioni e liberando il campo dai dubbi: se infatti qualcuno poteva pensare che l’accumulo di misteri e situazioni potesse crollare, i nuovi episodi mostrano come tutto continui a filare liscio. La recitazione è sempre di alto livello, l’asset visivo è di prim’ordine e mai derivativo (se non per qualche accenno al mondo del fumetto), la scrittura calibrata al massimo.

Regia - 3
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 4

3.5

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