Galline in Fuga: 5 curiosità sul film in stop motion
Dopo 23 anni, il secondo capitolo di Galline in Fuga arriva su Netflix: ecco cinque curiosità da sapere
Distribuito dalla DreamWorks Pictures e diretto da Peter Lord e Nick Park, Galline in Fuga è un film d’animazione del 2000 prodotto da Aardman Animations. La pellicola, in stop-motion, ottenne un grandissimo successo dal pubblico. A distanza di 23 anni dall’uscita del primo capitolo, il film torna con Galline in Fuga: l’alba dei nugget, concentrandosi sul futuro di Ginger e Rocky e della loro figlia. Ecco 5 curiosità sul nuovo film in stop motion disponibile su Netflix.
1. Una lunghissima attesa per il secondo capitolo
Galline in Fuga è stato rilasciato, per la prima volta, nel 2000. La pellicola fu un successo enorme, sia per la critica che per il pubblico. Tuttavia, non venne neanche nominato per gli Oscar, cosa che lasciò molti stupiti. Dopo la realizzazione del film, Aardman decise di dedicarsi ad altro e mise da parte il progetto di un secondo capitolo. Nonostante sembrasse ormai impossibile vedere un sequel, dopo 23 anni finalmente Galline in fuga 2 è uscito su Netflix. Ci sono voluti ben cinque anni di produzione per portarlo a termine.
2. L’ultimo film che vedrà l’uso della plastilina
Galline in Fuga: L’alba dei Nugget segnerà la conclusione di un’era per Aardman, poiché sarà l’ultimo film a fare uso della plastilina della Newclay Products, con cui è stata prodotta anche la prima pellicola. Questo perchè la fabbrica che produce questo tipo di plastilina ha chiuso qualche mese fa, lasciando il regista senza il materiale che tanto ha amato fino a questo momento. Siamo sicuri, tuttavia, che Aardman troverà materiali altrettanto efficienti per creare i suoi film.
3. Ginger avrebbe dovuto avere un fratello
In Galline in Fuga abbiamo conosciuto molti personaggi ma, tra questi, spicca quello di Ginger. L’abbiamo conosciuta che era una giovane ribelle e ora la ritroviamo che è sposata con Rocky e ha una figlia, che le darà non poco da torcere. Sin dal primo film abbiamo visto quanto questo personaggio fosse amorevole e, quindi, non ci sorprende vederla nei panni di una mamma amorevole e apprensiva. Ma non tutti sanno che, nella versione iniziale della sceneggiatura, Ginger aveva un fratello di nome Nobby. Tuttavia, alla fine questo personaggio è stato escluso per conferire al film una tonalità meno amorevole.
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4. Un lavoro minuzioso
Durante la fase di produzione, sono state confezionate ben oltre 800 ali di pollo, e non meno di 150.000 piume sono state accuratamente dipinte a mano. I burattini, in gran parte dotati di un insieme di 14 bocche ciascuno, presentavano una straordinaria eccezione nel caso di Molly, il cui set di bocche comprende ben 24 unità. Considerando che sono stati realizzati complessivamente 16 pupazzi di Molly per Galline in Fuga: l’alba dei nugget, ciò implica la creazione di un impressionante totale di 384 bocche espressive dedicate a questo personaggio. Per rendere al meglio l’effetto del piumaggio delle galline, su ognuna di loro è stato cosparso dello zucchero a velo, per evitare che le ali risultassero troppo lucide e farle, invece, opache.
5. Una produzione nuova… e più ampia.
Nel 1997, Aardman ha inaugurato uno studio a Bristol con l’obiettivo di espandersi e dare vita a nuovi film. Qui iniziò la sua produzione e proprio in questo contesto, Galline in Fuga è diventato il primo lungometraggio mai prodotto in questa sede. Su questo, infatti, non c’è alcuna differenza. A cambiare negli anni è stato altro: il numero degli artisti che hanno lavorato alla realizzazione del film. Per la prima produzione, la squadra di animatori prevedeva soltanto 45 persone che il regista era riuscito a mettere insieme. Per il secondo capitolo, il regista ha messo insieme una squadra di 350 professionisti, superando di gran lunga il doppio del numero di artisti precedenti.
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