Lily Gladstone di Killers of the Flower Moon e la scelta di usare pronomi neutri per “decolonizzare il genere”
L'attrice, di origine Blackfeet e Nimiipuu, ha spiegato che non ci sono pronomi per indicare il genere nella maggior parte delle lingue indigene.
La star di Killers of the Flower Moon, Lily Gladstone, ha spiegato la sua scelta di utilizzare pronomi neutri (ha indicato she/they), un modo per “decolonizzare il genere“. L’interprete – che recita al fianco di Leonardo DiCaprio nell’ultimo film di Martin Scorsese che racconta su schermo gli omicidi della Osage Nation dei primi anni del 1900 – ha origini Blackfeet e Nimiipuu, due tribù di nativi americani.
“Nella maggior parte delle lingue native, nella maggior parte delle lingue indigene, compresi i Blackfeet, non ci sono pronomi di genere. Non esiste lui/lei, sono tutti neutri”, ha detto in una recente intervista con People. Sulla scelta dei suoi pronomi, la star ha detto che “è in parte un modo per decolonizzare il genere per me”, così come un modo per “accettare che quando sono in un gruppo di donne, so di essere un po’ diversa”.
“Quando sono in un gruppo di uomini, non mi sento un uomo. Non mi sento affatto maschile. Probabilmente mi sento più femminile quando sono con altri uomini. Ricordo che quando avevo nove anni ero un po’ scoraggiata, vedendo quanto spesso molti dei miei cugini maschi erano derisi perché portavano i capelli lunghi. Succede a molti ragazzi, credo, soprattutto ai ragazzi nativi che lasciano una comunità dove si celebrano i capelli lunghi e poi vengono presi in giro per questo… Ricordo che già allora pensavo che tutti dovrebbero essere semplicemente they/them.”
“Non succede più così spesso, ma ci sono state volte in cui ho parlato con un parlante di lingua Cheyenne, o con un altro parlante di lingua indigena, e che questi hanno fatto confusione con l’uso del genere mentre parlavano. Poi si sentivano in imbarazzo per l’errore, ma questo succede perché hanno imparato a parlare in lingua inglese solo più tardi”.
“Il nostro genere è implicito nel nostro nome. Ma anche questo non è binario”.
Negli ultimi anni il genere per alcune categorie di premi cinematografici e televisivi è stato messo sotto esame, valutando la possibilità di togliere la divisione (esempio: miglior attrice protaognista; miglior attore non protaognista) per lasciare solo un neutro “miglior interprete”, il tutto per rispettare i generi delle persone e promuovere una maggiore inclusività.
“Penso che avere queste categorie divise in base al genere abbia contribuito a impedire la cancellazione delle attrici perché, storicamente, si è sempre dato più valore all’interpretazione maschile”, ha aggiunto Lily Gladstone sull’argomento. “Conosco molte attrici che sono molto orgogliose di esserlo. Però non lo so, forse è solo una cosa prettamente semantica, ma se non c’è la categoria per la miglior regista, allora non dovrebbe esserci nemmeno quella per le attrici.”