Cesare Cremonini ricorda un momento difficile della sua vita: “sono arrivato a pesare 100 kg” [FOTO]
Il famoso cantautore di Bologna ha raccontato un evento traumatico della sua vita.
Cesare Cremonini è un famoso cantautore e attore italiano nato in particolare il 27 marzo 1980 a Bologna. Inizialmente frontman del celebre gruppo Lunapop (che ha raggiunto la notorietà, in particolare, con l’album …Squérez? che ha venduto un milione e mezzo di copie), successivamente l’artista, nel 2002, ha annunciato lo scioglimento del gruppo, proseguendo poi con una carriera solista che ha visto dei picchi davvero incredibili. Nel corso degli anni, l’autore ha pubblicato ben 7 album, cominciando con Bagus, nel 2002, fino ad arrivare all’ultimo, La ragazza del futuro, arrivato nel 2022. Mentre il cantautore ha ottenuto strabilianti premi, tra tra cui due Premi Lunezia, cinque Music Awards, un Nastro d’argento alla migliore canzone originale e un primo posto al Festivalbar, secondo molti è il diretto erede del cantautorato italiano classico.
Cesare Cremonini è uno dei rappresentanti più sinceri dell’attuale cantautorato italiano
In particolare, lo stesso Cesare Cremonini, in un recente post su Instagram (come ricordato da TGCOM24), ha voluto condividere con i suoi follower un momento decisamente tragico della sua vita che ha voluto rievocare un po’ per esorcizzarlo e andare avanti. Quando stava scrivendo Nessuno vuole essere Robin, nel 2016, l’artista era arrivato a pesare 100 kg, distruggendo il suo corpo:
“Questa fotografia è del 2016. La scattò la mia ragazza di allora. Stavo iniziando a scrivere Nessuno vuole essere Robin. Non stavo bene. Pesavo 100 kg. Mi ero annientato per fare un disco. Una cosa stupida. O meglio, avevo annientato i sentimenti nei confronti di chi mi circondava, perché ero entrato in una folle simbiosi con il resto del mondo. Non so come e perché ma ci ero cascato dentro, in totale connessione con le emozioni delle persone che non conoscevo. Dei ragazzi e delle ragazze che vedevo camminare per strada, dei cuori che non erano il mio ma che amavo lo stesso perché pulsavano dentro alla mia città, delle notizie che ascoltavo in televisione e di chi le annunciava, delle foto che guardavo sui social. Ho capito più tardi che era un peso che alla lunga mi poteva distruggere. Ma una notte mi sono seduto sul letto con la chitarra e… come mai sono venuto stasera? Bella domanda….”
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