Il cassetto segreto: recensione del documentario dalla Berlinale 2024
Una commovente storia di una figlia che ripercorre le vicende di un padre, alle volte misterioso e umile, dalla vita ricca di vicende e aneddoti.
Presentato al Festival di Berlino 2024, nella sezione Forum, Il cassetto segreto è il nuovo documentario di Costanza Quatriglio che ripercorre una storia parallela fra ricordi e il lavoro d’archivio della biblioteca paterna, in vista della grande donazione alla regione Sicilia del patrimonio letterario e giornalistico posseduto in vita dal giornalista Giuseppe Quatriglio. Una commovente ricerca attraverso ricordi, foto, filmati su pellicola, appunti e studi dalla prospettiva di una figlia indissolubilmente legata al padre dalla necessità di raccontare, riscoprire.
Il cassetto segreto, la vita degli scritti
Dopo anni dalla morte di Giuseppe Quatriglio (25 Marzo 2017), nella casa d’infanzia della regista, inizia un lavoro d’archiviazione e catalogazione che obbliga piacevolmente Costanza Quatriglio ad un percorso identitario, di estrapolazione e smembramento delle memorie paterne. Dolori, storie mai narrate e angoli inaccessibili vengono privati della loro essenza e allo stesso tempo riprendono vita, al solo scopo di donare un patrimonio di altissimo valore alla comunità. Con una regia casalinga, ma ben studiata, ricca di sfumature, filmati di repertorio, immagini e riprese a mano di momenti padre-figlia, Quatriglio imposta un racconto dalla molteplice natura: dal sentimento profondo, rispetto infinito nei confronti di quella biblioteca che pare viva di coscienza propria, alla cronaca di aneddoti raccolti dal giornalista che ha fatto la storia del giornalismo, dalla redazione del Giornale di Sicilia ai reportage dal Muro di Berlino, a Mosca e oltre.
Il bisogno di ordinare una vita intera attraverso libri, album fotografici, con laboriosa minuzia e accedere ad un catalogo dal valore umano inestimabile. Non una semplice biblioteca di famiglia, ma un insieme di memorie narrate con l’occhio curioso del giornalista che forse mai avrebbero visto la luce se non grazie a questa donazione importantissima. Personaggi di altissima importanza fanno capolino negli scritti, nelle registrazioni, come Sciascia con cui il giornalista aveva un profondo rapporto d’amicizia o i dialoghi con Ignazio Buttitta, o ancora la foto di Enrico Fermi in cui si cela un aneddoto d’importante valore storico e personale.
La poetica del viaggiatore
La biblioteca parla, è viva, in continuo movimento grazie alle testimonianze che racchiude in sé. Ciò che ne traspare è una perfetta poetica del viaggiatore. Un osservatore del secolo scorso, con la valigia in mano, la sua macchina fotografica e il suo taccuino. Il cassetto segreto, non è solo un cassetto pieno di ricordi d’infanzia di Giuseppe Quatriglio, ma è l’essenza stessa del documentario. Tutte storie vissute, mai espresse, un po’ per umiltà un po’ per amore del valore contenuto nelle stesse. Un documentario d’autore, che non fa della pregevolezza tecnica il suo punto di forza, ma che preferisce vivere immerso completamente nel suo ambiente. È il viaggio che conta, non il mezzo o il fine, e questo prodotto lo urla verso tutte le direzioni. Con un intima narrazione ci si sente quasi di troppo, come se si stesse frugando negli oggetti personali di qualcuno a cui vogliamo bene. Non basta leggere un appunto o osservare un negativo all’ingranditore. Bisogna fermarsi un secondo e riviverlo nella propria mente con lo scopo di dargli il valore che merita.
Il “Fondo Giuseppe Quatriglio”, dichiarato d’Interesse Culturale adesso vivrà nella biblioteca di Stato di Palermo. Accessibile a chiunque abbia intenzione di accedere al fondamentale contributo del giornalista. Non solo un viaggio ma anche un attaccamento vivido alla propria terra, alle proprie radici. Le stesse radici degli alberi che corrodono marciapiedi, muri e strade nella via della casa di famiglia. Una ricerca incessante di mantenere la Sicilia un territorio libero, di renderlo il più possibile emancipato dall’infestazione della mala gestione e della mafia.
Il cassetto segreto: valutazione e conclusione
Un documentario che va visto, ma soprattutto sentito, vissuto in pieno. Sia da coloro che la Sicilia la vivono come la propria casa, che in generale per chiunque sia pronto ad accogliere una storia fittissima d’intrecci sentimentali e storici. Non il solito prodotto di National Geographic o simili, ma un qualcosa di profondo che non si lascia mai cadere nell’estremamente sentimentale o nel pedissequo. Certamente non con una produzione fotografica fatta con macchine da presa o inquadrature di livello. Nessun’intervista o richiami eccessivi al passato. Solo una regista, e una figlia, con in mano una videocamera che racconta in prima persona, che riflette sul passaggio del testimone. Un discorso fra se, quella biblioteca e il padre defunto. In uscita il 18 Aprile 2024, presentato al Festival di Berlino il 20 Febbraio 2024 nella sezione Forum. Prodotto da Indyca, Luce Cinecittà e Rai Cinema.