Connected: recensione del docufilm Prime Video e Apple TV
I pro e i contro, i benefici e i pericoli dell’IA nel documentario di Simona Calo, disponibile dal 23 febbraio 2024 su Prime Video e Apple TV.
Intelligenza artificiale si, Intelligenza artificiale no, questo è il dilemma direbbe William Shakespeare per bocca del principe Amleto nella sua celeberrima tragedia se sono l’illustre drammaturgo e poeta inglese si fosse trovato a vivere e ad affrontare ai giorni nostri una questione tanto spinosa da accendere un infuocato dibattito nell’opinione pubblica. Quest’ultima spaccata sin da subito tra favorevoli e non all’utilizzo delle suddette tecnologie in tutti i campi possibili e immaginabili, tanto da arrivare a rappresentare per moltissimi una minaccia per l’essere umano disegnando scenari distopici che prevedono una vera e propria catastrofe. Ma se fosse la stessa IA a interrogare e interrogarsi sulla questione, ponendo e ponendosi delle domande alle quali provare a dare delle risposte argomentando e sollevando nuovi interrogativi a riguardo? È quello che ha tentato di fare Simona Calo, con la collaborazione in fase di scrittura di Luca Monaco e Simon Poggi, nel documentario Connected, disponibile a partire dal 23 febbraio 2024 su Prime Video e Apple Tv in 74 Paesi del mondo.
Connected è un viaggio nel potere trasformativo dell’intelligenza artificiale e nella sua capacità di ridefinire l’essenza dell’umanità generando un interessante contraddittorio
Il docufilm racconta il viaggio sul potere trasformativo dell’intelligenza artificiale e la sua capacità di ridefinire l’essenza dell’umanità. Lo fa con una struttura composita, che racconta il rapporto simbiotico tra l’umanità e la tecnologia, in cui i loro destini intrecciati plasmano il corso del nostro futuro collettivo. Parte dall’assunto che la tecnologia ricopra un ruolo centrale nella vita di ciascun individuo, estendendosi alla sfera sociale, lavorativa e domestica, a differenza delle epoche passate. Motivo per cui era utile – per non dire fondamentale – approfondire il tema con una serie di argomentazioni sviluppate nell’arco dei sessanta minuti circa che vanno a comporre la timeline. Argomentazioni, quelle trattate in Connected, che generano un interessante contraddittorio tra gli schieramenti chiamati in causa, dove è la stessa IA a fungere da figura informata dei fatti e super partes. La trama alterna interviste con esperti del mondo accademico, del business, della politica, della creatività e della medicina, alla storia di un musicista di nome Andy (interpretato da Richard Rowden) che si trova ad affrontare una questione cruciale che potrebbe ridefinire il suo futuro professionale. L’intelligenza artificiale segnerà la fine della sua carriera o gli permetterà di esplorare nuovi orizzonti creativi? Alla visione l’ardua sentenza.
Un progetto ibrido nel quale il documentario a tema scientifico si mescola senza soluzione di continuità con l’inchiesta e l’opera a sfondo sociale
Da questa fusione tra documentario e fiction emergono le potenziali e future applicazioni nei campi più disparati, valutando caso per caso pro e contro messi di volta in volta sui piatti della bilancia con assoluta neutralità e oggettività da parte dell’autrice. Il ché rappresenta a nostro avviso il punto di forza di un progetto ibrido nel quale il documentario a tema scientifico si mescola senza soluzione di continuità con l’inchiesta e l’opera a sfondo sociale. Connected infatti dirama le proprie radici narrative nelle suddette identità ed espressioni del cinema del reale, facendo germogliare sullo schermo una successione di capitoli che scacciando gli spettri di una visione futuristica in tutto e per tutto distruttiva e al limite dell’apocalittico per lasciare spazio a un confronto/incontro più costruttivo tra pensieri, idee e posizioni di coloro che a vario titolo vengono coinvolti in questo dibattito collettivo, mettendo a disposizione della narrazione punti di vista diversi che illustrano tanto i vantaggi tecnologici dell’IA quanto i rischi elevati di inasprire le diseguaglianze sociali provocate da inappropriati e sbagliati utilizzi. Nasce da qui l’esigenza di un approccio corretto, equo e privo di pregiudizi nei confronti del documentario e del tema trattato. Solo così se ne potrà cogliere e apprezzare l’essenza e lo sforzo creativo che ci sono dietro la sua progettazione e realizzazione.
Connected: valutazione e conclusione
Vantaggi e svantaggi, benefici e pericoli dell’intelligenza artificiale rappresentano il tessuto argomentativo e narrativo di un documentario che, oltre a mescolare testimonianze reali e inseriti di fiction, avvicina l’inchiesta alle finalità più specificatamente scientifiche e sociali. Il tutto per generare un interessante contraddittorio tra le parti chiamate in causa, che si confrontano a distanza e sollecitati da un’IA super partes su interrogativi etici e sociologici ai quali si prova a dare delle risposte più o meno esaustive o quantomeno delle ipotesi. Per il resto Connected si avvale di una confezione classica da un punto di vista visivo, con una regia e una confezione tecnica che si pone al servizio in maniera funzionale al racconto.