The Regime – Il Palazzo del Potere: recensione della miniserie con Kate Winslet
La cancelliera di un regime totalitario fittizio è la protagonista della serie HBO che ci racconta con black humor tanto del nostro triste passato e presente
Cosa accade all’interno di un moderno regime autoritario europeo? Ce lo racconta The Regime – Il Palazzo del Potere mostrando “le gesta” della (fittizia) cancelliera di uno stato totalitario, Elena Vernham, interpretata dal premio Oscar Kate Winslet, e del suo fido consigliere, il rude soldato Herbert Zubak (Matthias Schoenaerts, Un sapore di ruggine e ossa, Django). La miniserie HBO in sei episodi è disponibile su Sky e in streaming su NOW dal 4 marzo 2024 e vede nel cast anche Guillaume Gallienne (Tutto sua madre), la candidata agli Oscar Andrea Riseborough (To Leslie), Martha Plimpton (The Real) e Hugh Grant. La serie è creata e sceneggiata da Will Tracy (sceneggiatore di The Menu e di tre episodi di Succession nonché anche produttore esecutivo), e diretta da Stephen Frears e Jessica Hobbs, anche produttori esecutivi insieme a Tracy, Frank Rich, Tracey Seaward e la stessa Kate Winslet.
La vita all’interno del palazzo, fortezza inespugnabile della potente cancelliera Elena Vernham, sembra trascorrere tranquillamente. Il dissenso intorno a lei però comincia a montare e la sua autorità finisce per vacillare, ma forse Elena con l’aiuto del fedelissimo Herbert riuscirà a salvare il suo “regno”.
The Regime – La grottesca cancelliera
“My friends, my lovers”, così la cancelliera Vernham si rivolge al suo popolo, con inquietante dolcezza manda messaggi quotidiani per ribadire la forza dello Stato, l’orgoglio di farne parte, di mostrare ai nemici, in primis gli Stati Uniti d’America, i suoi valori, quelli di un’Europa prospera, libera, senza limiti, senza crudeltà. La realtà, come anche la Storia ci ha insegnato, è un’altra, il popolo verso il quale Elena si rivolge con falso affetto è affamato, le ribellioni vengono represse nel sangue, nessuno può contraddire la cancelliera senza pagarne le conseguenze con il carcere o la morte. Kate Winslet veste i panni di un capo dello Stato crudele, un personaggio sopra le righe, egocentrico, paranoico e ipocondriaco: non esce mai dal palazzo, è intimorita e disgustata dalle persone che non fanno parte della sua più stretta cerchia, ha delle fissazioni che i suoi collaboratori sono costretti ad assecondare, come controllare con uno strano macchinario centimetro per centimetro che ogni stanza in cui si reca non superi una certa soglia di umidità. Elena la mattina a colazione mangia caviale, chiede veri e propri consigli per le sue decisioni al feretro di suo padre, il precedente dittatore, e se ha troppo caldo a causa delle vampate di calore per un’evidente menopausa fa le riunioni con il consiglio in video conferenza da dentro una vasca da bagno piena di ghiaccio. Sono solo alcuni dei comportamenti che rendono Elena Vernham un personaggio grottesco, tragicomico: Kate Winslet restituisce una brillante ed esilarante parodia dei dittatori di ogni epoca, tirandone fuori il lato ridicolo oltre che quello più pericoloso e oscuro. Come quello che emerge quando è in compagnia del suo braccio destro Hebert, detto “il macellaio”, un Matthias Shoenaerts taurino e psicotico, che da semplice guardia del corpo diventa un influente consigliere che su Elena ha un grande ascendente. Tra i due c’è un rapporto perverso, una tensione sessuale che dà vigore a Elena e al suo regime: “Tu non sei nessuno, per questo posso fidarmi di te”, gli dice, e per Herbert lei diventa una vera e proprio ossessione, deciso a dimostrarle in ogni modo la sua fedeltà, uccidendo a mani nude un suo nemico o, per il suo benessere fisico, strofinandole strani impacchi sul petto.
The Regime – La farsa dei regimi dittatoriali
Elena Vernham sembra uno spaventoso incrocio tra Margaret Thatcher (il modo in cui Kate Winslet muove le labbra la ricorda tantissimo) e Putin – Erdogan facendo di The Regime una sagace commedia che racconta le logiche di potere, le trame di palazzo e i regimi dittatoriali ridicolizzandoli. Si sceglie, quindi, non il dramma o il racconto storico e politico puntuale o romanzato, ma una brillante farsa, una pungete satira che spinge ancora di più a riflettere sulla crudeltà e insensatezza dei totalitarismi, su come la Storia si ripeta e gli orrori rimangano sempre gli stessi. “Qui nessuno sta proponendo un’invasione”, dice Elena a uno dei suoi consiglieri preoccupato per le sue scelte politiche, “chiamala espressione di pace e amore. Una cosa così, divertente, garbata”. E in un momento storico come quello che stiamo vivendo tra guerre e genocidi in corso questa frase goliardica fa rabbrividire.
The Regime: valutazione e conclusione
Una scrittura brillante, una storia accattivante raccontata con fervido black humor, due protagonisti in stato di grazia, Kate Winslet, che è sempre una garanzia, e che qui dà una prova eccessiva e memorabile, e Matthias Shoenaerts, al quale forse ancora non è stato riconosciuto a dovere il suo talento, fanno di The Regime una miniserie godibile e sorprendente nel modo leggero in cui ci racconta l’orrore spingendo il pubblico a riflettere sul nostro passato e presente e sui poteri che ci guidano e che appaiono tutti, con le dovute differenze, tristemente simili.
Guarda il trailer di The Regime – Il Palazzo del Potere