Denis Villeneuve pentito di aver girato Blade Runner 2049: “Perché l’ho fatto?”
Denis Villeneuve parla di quanto è stato difficile girare il sequel di Blade Runner e del perché se ne pente.
In questo preciso momento Denis Villeneuve è il re di Hollywood. Ha resuscitato un botteghino ormai moribondo, Dune – Parte 2 ha raddoppiato gli incassi del suo predecessore (al suo primo weekend nelle sale) ed è diventato un fenomeno globale, nonché un nuovo franchise per una Warner Bros. in cerca d’ossigeno. Ma, nel 2017, Villeneuve ha osato continuare la storia di un altro franchise e la scommessa non ha funzionato altrettanto bene (almeno dal punto di vista monetario). Ricordate Blade Runner 2049?
Non era la prima volta che qualcuno osava continuare il franchise di Blade Runner, tutt’altro: negli anni abbiamo visto una spettacolare avventura grafica per PC, tre romanzi e persino una serie televisiva che sono stati, in qualche modo, dei sequel del film originale. Tuttavia, ad eccezione dei romanzi, trattavano di altri personaggi e nessuno era così diretto come Blade Runner 2049 che osò riportare lo stesso Harrison Ford nei panni di Deckard.
Su The Hollywood Reporter, Denis Villeneuve ha parlato di quell’ultimo sequel e delle ragioni per cui lo ha realizzato. Insomma, un amore eccessivo per l’originale: “Ridley Scott è uno dei miei registi preferiti e, anche se ho avuto la sua benedizione, per me è stato molto importante ascoltarlo e vedere nei suoi occhi che era d’accordo con me nel realizzare il film.”
“Pensavo costantemente al film originale mentre realizzavo Blade Runner 2049. Era impossibile non farlo. Quindi 2049 è stata una lettera d’amore per il primo film, ma è stato di gran lunga uno dei progetti più difficili che abbia mai realizzato, e non credo che mi avvicinerò mai più all’universo di qualcun altro. A volte mi sveglio ancora di notte chiedendomi perché l’ho fatto“.
Almeno è riuscito a riscattarsi con Dune che descrive come “un sogno adolescenziale”, affermando che “è stata l’esperienza più impegnativa della mia vita, tecnicamente e cinematograficamente, ma mi sveglio comunque la mattina sentendomi felice”.