Roma FF11 – Lovesong: recensione del film con Jena Malone e Riley Keough
Omosessualità latente per Jena Malone e Riley Keough nel nuovo film Lovesong della regista So Yong Kim (In Between Days, Treeless Mountain, For Ellen), storia di due donne amiche da sempre e romanticamente coinvolte in un rapporto confuso e conflittuale, legate da un affetto che potrebbe tramutarsi in amore, ma troppo velato per brillare apertamente alla luce del sole.
Da troppi mesi ormai Sarah (Riley Keough) si sente in balia di un matrimonio in cui il marito non fa altro che viaggiare per lavoro, lasciandola così sola e stremata mentre gestisce faticosamente la crescita e l’educazione della sua magnifica quanto impegnativa figlia Jessie. In una temporanea fuga dalla realtà e dagli impegni del vivere quotidiano, Sarah passerà qualche giorno insieme alla sua piccola bambina e all’amica di un tempo Mindy (Jena Malone), un ritrovarsi che diventerà sentimento inaspettato, il quale modificherà le aspettative e la visione di entrambe.
Lovesong: silenzi che parlano nel film di So Yong Kim
Intimo racconto di un imprevisto amore che alimenta le proprie emozioni attraverso sguardi languidi e silenzi esplicativi, Lovesong è il ritrovarsi di due anime le quali spiritualmente si reclamano, ma non hanno la forza e i presupposti per rivendicare pienamente il proprio calore e si rifugiano perciò con nascosto dolore negli angoli impolverati del cuore. Gli eventi di una notte che cambieranno relazioni ed emozioni influenzeranno con muta consapevolezza le vite differenti eppure unite delle bloccate protagoniste, il rifiuto non di un affetto che non può essere concepito, ma il timore primordiale di non essere ricambiate.
Sobrie e sensibilmente tormentate, le eteree e giovani attrici Jena Malone (Donnie Darko, Hunger Games: La ragazza di fuco, Batman vs Superman: Dawn of Justine) e Riley Keough (Magic Mike, Mad Max: Fury Road, American Honey) si contrappongono in stili di vita ed abitudini per poi ritrovarsi concordi su un terreno comune: l’inesplicabile attrazione romantica che si esprime non a livello di identità sessuale, bensì tramite un affetto totalmente più profondo, che assomiglia al vero, autentico, incontaminato, puro amore. La coesione non di due corpi, ma di due anime. Non di due donne, ma di due persone. L’esclusione primaria di una questione che non si pone come fine la classificazione del proprio sesso, ma oltrepassa la materia per farsi integra affezione.
Lovesong – Due spiriti per sempre legati
Dalla fotografia fredda di Guy Godfree (Patch Town,Surfacing, Maudie) e Kat Westergaard (Life Is Hot in Cracktown, Go For Sisters, Girls Against Boys), in grado di racchiudere tutto l’immobilismo spaventato nella vita di Sarah e Mindy e nato dalla penna della stessa regista coreana So Yong Kim e da quella del suo co-sceneggiatore Bradley Rust Gray(The Exploding Girl, Jack and Diane, For Ellen, il contenuto dramma indie Lovesong palpita sotto la calma e la compostezza di una sincera passione viscerale, motore di quegli avvenimenti attivati da un sogno che resterà irrealizzabile. Interno e percettivo, il film si dota di una componente visiva asciutta e ricercata, la quale però si perde nell’aspetto leggermente inconcludente della semplice trama, che si risolve solamente col procedere dei minuti di un’opera nel complesso però buona e ben confezionata.
Alla ricerca di una felicità che può essere condivisa e la quale viene rivelata in un rapporto per le protagoniste femminili difficile da dichiarare, Lovesong è una delle pellicole scelte per la sezione Alice nella Città facente parte del circuito più grande della Festa del Cinema di Roma, il legame unico ed immacolato di due spiriti capaci anche in silenzio di parlarsi e i quali avranno sempre la ferma convinzione di rimanere incatenati.