Addio a Laurent Cantet: il regista da Palma d’Oro aveva 63 anni
L'autore dell'acclamato La Classe è morto a causa di un malore.
È morto a soli 63 anni Laurent Cantet, il regista che trionfò al Festival di Cannes con il dramma La Classe (Entre les murs, 2008). La triste notizia è stata data da un rappresentante dell’agenzia di Cantet, la UBBA, e Variety conferma che la causa della morte del cineasta francese è stata una malattia.
Addio a un’importante figura del cinema francese attento ai temi sociali
La Classe, il grande successo di Cantet, era un adattamento del romanzo scritto da François Bégaudeau, a sua volta basato sulle sue vere esperienze di insegnante a Parigi. L’autore del libro ha partecipato alla sceneggiatura insieme a Robin Campillo e al regista. Il film ha vinto l’ambita Palma d’Oro, con decisione unanime della giuria.
Ha ottenuto anche una nomination agli Oscar come miglior film straniero, ma la produzione francese non è stata abbastanza fortunata ed è stata superata dal giapponese Okuribito, di Yôjirô Takita. Curiosamente, i premi dell’industria francese, i Césars, hanno assegnato a La Classe solamente il premio per la migliore sceneggiatura non originale (come miglior film quell’anno hanno preferito Séraphine, di Martin Provost).
Laurent Cantet ha esordito nel cinema con Ressources humaines (1999), vincitore del César per la migliore opera prima e primo successo che ha lanciato la sua carriera. Tra gli altri suoi film ricordiamo L’emploi du temps (2001), Vers le sud (2005), Foxfire (2012), Retour à Ithaque (2014), L’atelier (2017) e Arthur Rambo (2021).
Il suo ultimo lavoro, presentato in festival come San Sebastián, ha raccontato una storia vera che lo ha aiutato a riflettere sull’attuale società francese, sui giovani e sui social network. In un’intervista a Deadline, Cantet ha detto: “Una volta era molto gratificante stare in disparte, non seguire l’ordine generale, ma oggi l’obiettivo sui social media è soddisfare il maggior numero di persone, ottenere Mi piace e follower. Credo che i film possano toccare argomenti complessi in modo più sottile e intelligibile di un saggio sociologico”.