Te estoy amando locamente: recensione del film di Alejandro Marín
La repressione della pericolosità sociale nel film queer Te estoy amando locamente, in concorso a La Nueva Ola del cine español.
La 17a edizione de La Nueva Ola Festival del Cinema Spagnolo e Latinoamericano – che si svolge a Roma dal 15 al 19 maggio 2024 – lascia spazio non solo all’intrattenimento ma anche a temi di rilievo sociale e culturale. La location è il Cinema Barberini. Dodici titoli concorreranno al premio del pubblico all’interno delle due sezioni principali dedicate alle migliori novità del cinema spagnolo e d’oltreoceano inedito in Italia: la Nueva Ola del cine español e la Nueva Ola Latinoamericana. Tra questi il pluripremiato film queer (con cinque nomination ai Premi Goya 2024 e quattro ai Premi Feroz) Te estoy amando locamente diretto da Alejandro Marín e prodotto da Escàndalo Films, Escac Estudio, Zeta Studios e La Pepa Films, proiettato in anteprima il 17 maggio, in occasione della Giornata Internazionale contro l’Omobitransfobia.
Te estoy amando locamente è un lungometraggio a tema LGBTQIA+, ambientato nella Spagna franchista della Legge di pericolosità sociale, quando l’omosessualità era considerata un crimine e le persone gay accusate affrontavano pene pecuniarie o detentive che potevano arrivare fino a cinque anni di carcere o di riabilitazione presso centri psichiatrici. I protagonisti sono Ana Wagener e Omar Banana, interpretano mamma e figlio e recitano accanto ad Alba Flores (La casa di carta), all’attrice e attivista Alex de la Croix e al cantante La Dani.
La repressione della pericolosità sociale nel film in concorso a La Nueva Ola del cine español
La scena d’apertura è pura esibizione del dinamismo e della creatività nello stile di ripresa e inizia nel modo più intollerabile: i protagonisti in posa per una fotografia mentre parte la giornata da invitati a un matrimonio. Termina invece con una simpatica scazzottata, non tanto epica come quella in Un uomo tranquillo, ma sicuramente convincente. Con il titolo di un brano pubblicato nel 1974 dall’ex duo spagnolo Las Grecas: Te estoy amando locamente (storia di una madre capace di tutto – e, soprattutto, di superare i suoi pregiudizi – per amore di suo figlio), il film – scritto dallo stesso Marín – racconta la triste pagina della repressione della pericolosità sociale, seguendo le vicende dei protagonisti: Miguel (Omar Banana) che è un adolescente che sogna di fare spettacolo e sua madre Reme (Ana Wagener), una sarta tradizionalista. L’amore di Reme per suo figlio le aprirà prospettive nuove.
Il film mostra la nascita del movimento omosessuale di azione rivoluzionaria, i cui membri si riunirono nel palazzo arcivescovile
Il film mostra la nascita del movimento omosessuale di azione rivoluzionaria, i cui membri si riunirono all’inizio nel palazzo arcivescovile: la storia di una ribellione necessaria ispirata a fatti realmente accaduti, raccontata in modo vivace, con particolare cura nella composizione dell’inquadratura, singolare controllo creativo della profondità di campo e una fotografia dominata dal giallo, il colore luminoso che richiama il fuoco ma che simboleggia anche il pericolo. Con le esibizioni di Madame 2000 e di Miguel, Alejandro Marín crea uno spettacolo nello spettacolo e arriva esattamente dove vuole arrivare, coinvolgendo con una storia d’amore materno (di coraggiosa comprensione degli errori e di accettazione) ma anche di desiderio e di ribellione di un figlio. Un film con uno dei migliori cast del cinema spagnolo dell’anno, drammatico e pieno di buona musica, che si pregia di una sceneggiatura luminosa.
Te estoy amando locamente: valutazione e conclusione
L’esordio alla regia di Marín, che ha scritto anche la sceneggiatura con Carmen Garrido Vacas è un manifesto per la dignità e l’uguaglianza. Attraverso la lente di una donna che lotta per la libertà del suo unico figlio, il film è un invito a partecipare attivamente alla costruzione di una società più solidale. Nonostante la drammaticità del tema – in soggettiva vediamo ciò che vede Miguel e assistiamo alle sue messe in ridicolo, alle persecuzioni, all’immeritata pena detentiva e a tecniche “della riabilitazione” psichiatrica sperimentate sul ragazzo. Come la vita, Te estoy amando locamente, è miracolo dell’imprevisto: lo script brillante e la creatività nella regia è lontana dal cinema indipendente che ha trattato questo tema. Il film, che pare sia già diventato di culto per omosessuali e strambi, per dirla con La Dani ha un “punto di drammaticità, di amore“. È il punto che conquista.