Una storia nera: recensione del thriller con Laetitia Casta
Una storia di violenza domestica, ripercussioni psicologiche, insegnamento all'odio. Diretto da Leonardo D'Agostini, distribuito da 01 Distribution, al cinema dal 16 maggio 2024
Una storia nera di Leonardo D’Agostini è un giallo vissuto in modo appartato, dentro i contorni familiari, circondato da mura ben salde, pareti costruite e dipinte su basi di un’infelicità costante e una felicità lontana. Una storia nera appare come una crepa che si allunga, cresce, si articola come un reticolato, in una narrazione cinematografica calda, attenta, insidiosa tanto da scuotere chiunque.
Una storia nera: l’orrore del passato nelle responsabilità e preoccupazioni del presente
È la storia di una donna, di un uomo e dell’improvvisa rabbia; una rabbia che rovina ogni cosa: la rabbia dei sentimenti, degli inganni, delle parole e delle mani strumenti di violenza che si alzano.
Un’immagine che schiaffeggia a colori tiepidi ogni istante di un incubo incessante che si misura tra farina e torte di compleanno, tra faccende domestiche e problematiche d’amore, tra figli che assistono e genitori che si distruggono fracassando “un’arca” che non porterà in salvo nessuno.
Tratto dal romanzo di Antonella Lattanzi, Una storia nera è la storia più antica dell’uomo, quella che si scolora, che diventa ruvida, che si aggomitola lungo il filo della filologia drammatica della follia. Un uomo e la sua anaffettività, accecato dai furori di un impossibile fame di possesso.
Una storia vera
L’amarezza continua sospesa tra prevedibilità e stupore: donare senza ricevere, afferrare e dominare dentro i vicoli ciechi di violenze inaudite, irrazionali..
..Fino al coraggio che apre alla salvezza: la separazione. Carla e Vito potevano essere l’ennesima vittima e l’ennesimo carnefice. Invece tutto finisce; strade divise e vite che guardano avanti, rifuggendo dai ricordi di un atroce e surreale ménage domestico che sarebbe potuto diventare una “tomba”.
Ma Una Storia Nera ingigantisce e dilata la dimensione cinematografica all’interno di un processo psicologico. Pensare al dopo, al futuro, nutrire speranza e fiducia è difficile per chi ha vissuto l’abuso vivendo nella morsa di ricatti e oppressioni. Una donna con addosso il respiro inquietante di un uomo che confonde i rimorsi con l’ossessione di un possesso a tempo indeterminato.
Una storia nera: conclusione e valutazione
Una storia nera, in cui gli interpreti ( Letitia Castà, Andrea Carpenzano e Lea Gavino) eccellentemente si mostrano come in un esercizio teatrale, trasparenti nella dimostrazione di una verità drammatica, ustionata dall’amarezza; un restauro di rapporti, intrecci, trasformazioni e conseguenze che definiscono e leggono il futuro di un uomo. La violenza, il suo superamento, sono gli equilibri mentali da cui parte la crescita di ciascuno.
E se la violenza si dilatasse? Un figlio che non sa comunicare, che soffre dei capricci della sorella sorprendendola ogni qualvolta con il disgusto dell’offesa che le mortifica il volto; un padre e il suo mimo, una madre e la sua immagine.
Leonardo D’Agostini conduce una regia di “risposta” attraverso l’immagine e il dialogo, contestualizzati nella scrittura di un fatto e non nella romanzata versione di un evento.
La drammaturgia è soltanto un escamotage per attrarre l’attenzione dello spettatore senza mediazioni interpretative ma presentando in modo chiaro, diretto una piaga attuale e di sempre.
Una trama che si concentra anche sul futuro di minori costretti a osservare un rapporto tossico rischiando di concepire, un domani, l’amore così come prende forma in quella prigione malata e irrazionale che li circonda nel gioco di logiche perverse. Una madre immobile e succube con il peso di una responsabilità che la perseguita e l’avvolge. Istinto e prudenza, determinazione e sofferenza sono in Una storia nera capo e coda dell’intera narrazione.
Una storia nera è un film di Leonardo D’Agostini, distribuito da 01 Distribution. Al cinema dal 16 maggio 2024.