The Beach Boys: recensione del documentario Disney+
l documentario targato Disney + è un tributo d’amore alla band californiana che, fin dagli albori degli anni ’60, ha influenzato il POP moderno e ha portato gli Stati Uniti ad essere simbolo di divertimento e spensieratezza per tutte le generazioni.
“Se tutti avessero accesso all’oceano negli Stati Uniti
tutti si darebbero al Surf come in California” (Surf in the U.S.A. The Beach Boys -1963)
Ci sono band che creano un suono che è un marchio di fabbrica ineguagliabile come i Muse, ci sono band che creano talmente scalpore e novità che creano un movimento culturale come i The Doors e ci sono le band che segnano e plasmano una generazione come i Nirvana, e poi ci sono i Beach Boys che , come l’asso piglia tutto, realizzano un qualcosa che rompe le barriere del tempo, della musica, delle parole e riescono a staccarsi da un periodo storico ben definito continuando a spostarsi tra le generazioni restando moderni, ritmati e adatti in ogni circostanza. In una parola restano Evergreen; eterni nella musica ed essenziali nella testa di ogni ragazzo che vuole trovare il puro divertimento nella propria adolescenza.
Se ci avessero chiesto, prima di aver visto questo documentario, quali fossero state le band più influenti della storia della musica, prima di fare il loro nome ne avremmo elencate almeno una ventina, se non di più, e avremmo sbagliato clamorosamente.
Il nuovo documentario – The Beach Boys-, disponibile su Disney + dal 24 maggio 2024, fa letteralmente scardinare le convinzioni musicali che molti di noi hanno e fanno rivalutare una band che, soprattutto da noi in Italia, è sempre stata sottovalutata se non snobbata del tutto.
Per oltre sei decenni, la musica dei Beach Boys è stata una parte indelebile della storia americana. Le loro brillanti armonie trasmettevano verità semplici attraverso arrangiamenti musicali sofisticati e pionieristici.
Il loro album – Pet Sound- è secondo nella classifica, di Rolling Stone, dei 500 album più belli della storia (il primo è Sgt Peppers dei Beatles se ve lo state chiedendo) e Paul McCartney dichiara che i Beach Boys hanno notevolmente influenzato i Beatles.
Il cantante e leader della band – Brian Wilson- è considerato dai critici uno dei geni viventi della musica e uno dei migliori musicisti mai esistiti. 100 milioni di dischi venduti, 80 canzoni ai vertici delle classifiche mondiali, film e spot pubblicitari hanno sempre attinto alle sonorità dei Beach Boys per rendere immediatamente visibile il concetto di estate, libertà e adolescenza e, soprattutto, intere generazioni di ragazzi americani sono stati influenzati e ammaliati da quel fascino californiano decantato nelle canzoni di quei 5 ragazzi, tanto da voler fare assolutamente parte di quel meraviglioso mondo chiamato: CALIFORNIA.
La Musica dei The Beach Boys è un’eterna colonna sonora per gli adolescenti di ieri e di oggi
The Beach Boys è il documentario definitivo sia per gli storici fan della band, sia per le nuove generazioni che ne hanno solo sentito gli echi delle loro intramontabili canzoni.
Realizzato con interviste esclusive mescolate a un repertorio scelto meticolosamente e montato con un ritmo incalzante, questo documentario emoziona quasi quanto un Biopic Hollywoodiano.
Se vi sono piaciuti Bohemian Rhapsody, Rocket Man o il recente documentario sugli Wham, nemmeno questo vi deluderà perché è realizzato con il giusto occhio cinematografico /documentaristico sapientemente mescolato all’amore per la band e per la loro musica.
Non è un documentario romanzato, è semplicemente un punto di vista vero e raccontato cronologicamente seguendo gli eventi successi passo dopo passo perché, parlando dei beach Boys, la loro vera storia è paragonabile ad una sceneggiatura da film.
Tre fratelli di umili origini, il cugino vicino di casa e un compagno di banco che, dalla periferia di una qualsiasi cittadina californiana, diventano una band a livello mondiale grazie al talento, al lavoro di squadra e alla totale dedizione nell’inseguire un sogno. Poi litigi, soldi, viaggi, invidie, paragoni inevitabili con altre band, amori e tragedie… non serviva inventare nulla e, infatti, il documentario fila via, sempre interessante, per quasi due ore senza nemmeno farci caso.
Non esiste una voce narrante ma un concatenarsi di interviste, voice over di programmi storici, tributi e registrazioni dell’epoca che portano avanti la storia e la fanno concludere con un emozionante un colpo di scena che fa anche scappare una lacrima di commozione.
Un documentario che ha una colonna sonora perfetta o una colonna sonora con delle immagini e testi magnifici?
Prodotto e diretto da Frank Marshall (produttore de I guerrieri della Notte, indiana Jones e co – fondatore della Amblin Ent. assieme a Spielberg.) che dichiara nell’intervista, che abbiamo seguito in esclusiva a livello mondiale in diretta ZOOM, di essere da sempre un grandissimo fan della band; il documentario ha una colonna sonora decisamente importante e talmente bella da poterlo seguire ad occhi chiusi e riuscire ad emozionarsi ugualmente grazie alla verità e alla passione delle parole degli intervistati, alle armonie e ai suoni che sottolineano i cambi drammatici o i momenti gioiosi del racconto e, logicamente, grazie alle canzoni che i Beach Boys hanno realizzato nella loro carriera musicale.
Curiosità, aneddoti e colpi di scena che vi faranno esclamare ogni cinque minuti per tutta la durata del documentario frasi come: “ Ma davvero?” , “Non ci posso credere!” , “Anche questa canzone è la loro?”
Concludiamo dicendo che molti film e documentari sono stati fatti sui Beach Boys e se qualcuno ci ponesse la domanda: “Era necessario questo nuovo documentario?” Noi risponderemmo che è estremamente necessario per parlare di questa Band alle nuove generazioni, con un linguaggio documentaristico aggiornato e moderno, per trasmettere loro cosa è stata e cosa può essere ancora oggi la musica di quei 5 ragazzi californiani che amavano il mare, le ragazze, il divertimento e il surf e poter essere così un esempio su come poter vivere al meglio la loro unica, fantastica ed irripetibile gioventù.