Atlas: recensione del film Netflix con Jennifer Lopez

Pura adrenalina e link neurali tra intelligenza umana e artificiale nel sorprendente film diretto da Brad Peyton.

Controlli nei codici, navi stellari, IA, link neurali e tanta azione nel thriller fantascientifico con Jennifer Lopez (nel ruolo dell’irriducibile analista Atlas Shepherd), disponibile dal 24 maggio 2024 su Netflix. Atlas, diretto da Brad Peyton (Incarnate- Non potrai nasconderti), è un film che ci ha colto di sorpresa: nella migliore delle ipotesi ci aspettavamo solo il mero intrattenimento, e invece ci ha pizzicato anche nel momento della riflessione su un tema affascinante e complesso. Attualissimo come l’intelligenza artificiale che continua ad ispirare registi contemporanei, soprattutto per la sua versatilità. Nel cast del nuovo titolo Netflix recitano accanto a Lopez, “vera predatrice della scena” – che quest’anno è stata impegnata anche in This Is Me…Now: una storia d’amore e in La più grande storia d’amore mai raccontata – anche Simu Liu, Sterling K. Brown, Abraham Popoola, Lana Parrilla e Mark Strong.

Atlas. Jennifer Lopez as Atlas Shepherd. Cr. Courtesy of Netflix ©2024.

Il cavallo di Troia di Atlas non è Smith, cioè il robot dotato di IA con cui la protagonista farà amicizia, né lo scenario futuristico o la performance del cast, ma è il soggetto del film tradotto in dialoghi ironici e mai banali da Leo Sardarian e Aron Eli Coleite. Unite a questa macchina da guerra la pura adrenalina di scoprirvi accanto all’eroina, “Miss Shepherd”, in un viaggio intergalattico per salvare l’umanità, e combattere contro un robot che dopo aver “controllato nel codice dei mortali” ha riprogrammato i suoi simili per commettere un genocidio umano. Nel 1927 un robot antropomorfo apparve e scatenò scompiglio in Metropolis di Fritz Lang, offrendoci un primo leggendario esempio di antagonisti dell’IA nel cinema. Da allora molti film di fantascienza, da 2001: Odissea nello spazio a Matrix, hanno proposto soggetti simili. Ma adesso è cambiato il modo in cui si affronta questo tema. Ci fa più paura, è diventato più inquietante. Perciò sembra plausibile l’idea di base di Atlas, ovvero di un “terrorismo IA“. Il ricercato numero uno si chiama Harlan e ha il volto di Simu Liu (Barbie). Metteteci anche un senso di colpa, un’emozione che paralizza la protagonista da qualche decennio, e il film è bell’e pronto anche per assicurare emozione.

Il modo in cui ci avviciniamo all’IA definirà il mondo che vivremo in futuro, ma quale sarà quello giusto?

Atlas. Jennifer Lopez as Atlas Shepherd. Cr. Courtesy of Netflix © 2024.

Lopez, che è anche produttrice di Atlas, interpreta Atlas Shepherd abbandonandosi completamente al suo personaggio, ed è più convincente nelle scene d’azione. Offre comunque una performance notevole, dal momento che resta, per lo più da sola, tutto il tempo, supportata anche da una grafica straordinaria (il fascino visivo del film affiora soprattutto nelle scene di combattimento). L’ultimo lavoro di Peyton in realtà non si guadagna il suo posto nella nostra memoria immaginando qualcosa di nuovo e sorprendente per la fantascienza, ma ce la fa parlando in maniera originale del tema dell’IA.

Atlas: valutazione e conclusione

Il film evoca l’intelligenza artificiale come una domanda aperta sia nella vita reale che sullo schermo. L’IA è neutra, buona, cattiva, o qualche altra cosa a cui non abbiamo ancora pensato? ( l’IA di Harlan spiazza e anticipa i progetti degli umani, ma a sua volta viene presa in contropiede da quella umana). Ricorrendo al link neurale (una totale connessione tra IA e IU scoperta dalla madre di Atlas – la scienziata Val Shepherd) la vulnerabilità umana è ridotta al minimo, e infatti il duo Smith-Atlas è invincibile. A volte i film hanno suggerito che le creature con intelligenza artificiale siano capaci di lealtà e amore, e che la nostra propensione per l’opposto sia il vero problema. Altre volte come, per esempio, in Ex Machina cadiamo dalla loro parte. Affrontando il legame tra IA e IU, Atlas si chiede quale sia il modo giusto per avvicinarsi all’IA, e principalmente riflette sulla moralità dell’intelligenza artificiale – la purezza dell’intenzione. La domanda principale è: di chi è la colpa se tutto va storto?

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3.5

3.3