I 6 registi migliori che hanno esordito al Festival di Cannes
E che hanno poi avuto una carriera luminosissima.
Come Venezia e Berlino, nemmeno il Festival di Cannes è solo una vetrina per i grandi nomi del cinema, ma anche un trampolino di lancio per nuovi talenti. Molti registi celebri hanno presentato i loro primi film proprio su questo prestigioso palcoscenico e da lì si sono avviati verso una carriera luminosa e zeppa di successi. Vediamo allora quali sono i 6 registi migliori che hanno fatto il loro esordio a Cannes, lasciando un’impronta indelebile nel mondo del cinema.
1. Quentin Tarantino, Le Iene (1992)
Cominciamo con quello che senza dubbio è il più famoso tra i registi che hanno esordito al Festival di Cannes. Si tratta di Quentin Tarantino che con il suo Le Iene si è fatto conoscere al mondo. A differenza del successivo Pulp Fiction (vincitore peraltro della Palma d’Oro), Le Iene non è stato presentato ufficialmente in concorso a Cannes, ma è stato inserito nella sezione Un Certain Regard.
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2. Jim Jarmusch, Permanent Vacation (1980) tra i 6 registi migliori che hanno esordito al Festival di Cannes
Anche l’esordio di Jim Jarmusch alla regia non finì nella selezione dei film a concorso, ma in una sezione parallela del Festival, la Quinzaine des Réalisateurs. Ma colpì comunque la critica e il pubblico presenti in sala, grazie al minimalismo e in generale allo stile che Jarmusch fu in grado di inserire già nel suo primo film. Curiosamente si tratta di un film che il regista ha realizzato come tesi di laurea dell’università in cui stava studiando. Ad avercene di tesi di laurea realizzate in questo modo.
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3. Sofia Coppola, Il giardino delle vergini suicide (1999)
Il primo film di Sofia Coppola, Il giardino delle vergini suicide, fu presentato nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes. La sua visione distintiva e la sensibilità visiva presenti nel film conquistarono subito il pubblico e proiettarono la regista nel novero delle nuove voci del cinema mondiale. Tratto dal romanzo omonimo di Jeffrey Eugenides, Il giardino delle vergini suicide narra la tragica storia di cinque sorelle adolescenti negli anni ’70 ed esplora temi di isolamento e desiderio attraverso una lente poetica ed estremamente malinconica.
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4. Xavier Dolan, J’ai tué ma mère (2009) tra i 6 registi migliori che hanno esordito al Festival di Cannes
Di esordi del genere, a Cannes e più in generale nel cinema, ce ne sono stati pochissimi. Quello di Xavier Dolan con J’ai tué ma mère è da incorniciare. Un film autobiografico provocatorio e frizzante che non ha solo garantito al regista una lunga standing ovation in sala dopo la proiezione, ma che ha anche lanciato la sua carriera come una delle stelle più promettenti del cinema. Portato in palmo di mano, i passi successivi di Dolan, spesso all’insegna del Festival francese, sono stati altrettanto notevoli, anche se negli ultimi anni il regista sta vivendo un momento di maggiore difficoltà.
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5. Steven Soderbergh, Sesso, bugie e videotape (1989)
Dei registi citati, Steven Soderbergh è stato probabilmente il più fortunato: presentato in concorso, Sesso, bugie e videotape ha permesso al regista di vincere la Palma d’Oro. E a pieno merito. Il film ha rivoluzionato il cinema indipendente americano, proponendo una riflessione molto interessante sul rapporto tra tecnologia e intimità, allora ancora poco esplorato al cinema. Significativo anche lo stile registico adottato da Soderbergh che gli ha permesso di vincere, come detto, la Palma d’Oro a Cannes e di diventare anche uno dei registi più attenzionati nel panorama cinematografico mondiale.
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6. Spike Lee, Lola Darling (1986) tra i 6 registi migliori che hanno esordito al Festival di Cannes
Spike Lee è uno dei registi più celebri al mondo, con una lunga e proficua carriera alle spalle. Anche lui ha esordito al Festival di Cannes. Non solo, è senza dubbio uno tra i 6 registi migliori fra quelli che hanno fatto il loro esordio a Cannes. Il suo film, Lola Darling, è fresco e innovativo e non poteva attirare l’attenzione della critica e del pubblico. Esplora temi della sessualità, dell’autonomia e dell’identità, mettendo in luce la complessità delle scelte della protagonista Lola e la sua determinazione a vivere la propria vita alle proprie condizioni. Lola Darling è stato fondamentale nel cinema indipendente americano, perché ha sfidato le convenzioni sociali e ha aperto la strada a una rappresentazione più diversificata e autentica delle donne nere sul grande schermo.
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