Michael Keaton torna a essere Beetlejuice dopo 35 anni: “Come se fossi posseduto da un demone”
Michael Keaton racconta com'è stato interpretare di nuovo Beetlejuice, 35 anni dopo.
Se Beetlejuice Beetlejuice sarà un fallimento, non sarà perché non ci stanno provando: mancano ancora tre mesi alla sua uscita (settembre, ma stiamo già ascoltando da almeno sei mesi cosa ne pensano Michael Keaton, Tim Burton e Winona Ryder su questo sequel, che è una delle grandi incognite al botteghino di quest’anno. Il pubblico ha voglia di rivedere il personaggio o la nostalgia ha già raggiunto il limite?
Dopo essere stato nominato per la prima volta agli Oscar per Birdman, Michael Keaton sta vivendo una seconda ondata di improvvisa fama pop grazie a ruoli come L’Avvoltoio in Spider-Man: Homecoming per la Marvel o il suo ritorno nei panni di Batman per The Flash. Comunque, ciò non gli ha impedito di avere alcuni dubbi sul fatto di tornare a interpretare Beetlejuice, 35 anni dopo.
E, gran parte di questi dubbi, derivavano dal modo in cui il personaggio è stato “sovrarappresentato” nella cultura pop per anni. Secondo Keaton, “Son dovuto tornare all’inizio. Cosa pensava la mia strana immaginazione quando la stavo interpretando per la prima volta?”
In effetti, gli dà molto fastidio che il personaggio sia diventato una pop star: “È stato dannatamente strano vedermi in tutti quei gadget. Non volevo assomigliare a tutti quegli aggeggi'”. Naturalmente, ciò non ha influenzato la sua interpretazione. Secondo il regista Tim Burton, “è come se fosse stato posseduto da un demone, perché è tornato immediatamente. È stato pazzesco”.
La nuova collega Jenna Ortega va oltre: “Era come vedere un animale armato di pistola che era appena entrato nella stanza. Vederlo cambiare fisicamente era come se Michael Keaton se ne fosse andato e io avessi a che fare con Beetlejuice… mi ha lasciato a bocca aperta”.
Leggi anche Beetlejuice 2: Tim Burton è stato ispirato dal suo viaggio da “adolescente figo ad adulto sfigato”