La ragazza del mare: recensione del film biopic con Daisy Ridley
Daisy Ridley è La ragazza del mare nel biopic Disney+, disponibile dal 19 luglio.
Trudy Ederle non è una ragazza come tutte le altre. Cresciuta in una famiglia non proprio agiata, fin da bambina dimostra di avere un carattere forte e determinato, in grado di superare qualunque cosa. Anche una società patriarcale che vuole rilegarla al ruolo di semplice madre e moglie di famiglia. Daisy Ridley è La Ragazza del Mare, il film Disney+ basato sulla vera storia della prima donna che ha attraversato a nuoto il Canale della Manica. La storia di Gertrude “Trudy” Ederle inizia nei primi del Novecento. Figlia di genitori immigrati, la giovane appena ventenne riuscirà a farsi valere prima entrando a far parte di una squadra di nuoto locale, poi lentamente conquistando record su record, fino ad arrivare alle Olimpiadi. Poi, arriva l’impresa sbalorditiva: Trudy decide di attraversare a nuoto il pericoloso e insidioso Canale della Manica. Il film, diretto da Joachim Rønning, è basato sul libro Young Woman and the Sea: How Trudy Ederle Conquered the English Channel and Inspired the World di Glenn Stout.
La ragazza del mare è il ritorno del classico biopic, ma anche una storia di empowerment femminile
Il regista Rønning affida a Daisy Ridley (che figura anche tra i produttori) il compito di calarsi anima e corpo nella nuotatrice Trudy Ederle. La giovane attrice britannica, conosciuta al grande pubblico principalmente per il ruolo di Rey nell’ultima trilogia di Star Wars, riesce a portare a termine la “missione” che le viene affidata. Forte e coraggiosa, inizialmente Trudy subisce le angherie delle sue compagne di nuoto, finché la sua insegnante non decide di darle una possibilità, sebbene non sia particolarmente brillante in acqua. Trudy ha spirito d’iniziativa, ma le manca lo stile e la tecnica – qualcosa che imparerà. Il film è costruito come un classico biopic, che parte dall’inizio a raccontare la storia di questa incredibile nuotatrice passata alla storia. La ragazza del mare tratteggia molto bene l’animo combattivo della giovane donna, e la Ridley è molto brava a mostrarlo sulla scena.
La pellicola è anche un elogio all’empowerment femminile: Trudy dimostrò come donne e uomini possono competere benissimo nelle stesse discipline. L’occasione arriva quando viene scelta tra le giovani che gareggeranno alle Olimpiadi, uno ‘sforzo’ che la Federazione sportiva prende per dimostrare che “l’America non ha paura a mandare delle donne alle Olimpiadi.” Fin da subito, però, appare chiaro come i due sessi siano trattati diversamente. Mentre gli uomini è consentito allenarsi, alle donne viene negato per “preservarle.” Eppure in natura è la leonessa che caccia, mentre il leone dorme. Così come l’ape regina, che si occupa del suo alveale. Perché una donna non può competere al pari di un uomo? Il divario tra i due sessi è rappresentato anche molto bene dal rapporto tra Trudy e sua sorella; se Meg (interpretata da Tilda Cobham-Hervey) si arrende davanti a una società che non le lascia altra possibilità, Trudy la sfida, andando oltre i pregiudizi.
La ragazza del mare: ovvero l’uomo che sfida la natura
Da sempre l’uomo si mette alla prova per vedere fino a che punto può spingersi. L’eterna lotta tra uomo e natura, l’uomo che sfida le sue leggi, superando i suoi limiti. La vera storia ci racconta che Trudy Ederle tentò la traversata del Canale della Manica una volta nel 1924, poi ci riprovò due anni dopo. Nella sua impresa, oltre a incontrare ostacoli (tra cui il suo allenatore, Jabez Wolffe, interpretato da un burbero Christopher Eccleston), la giovane donna trovò anche persone che la appoggiarono. Come Bill Burgess (un frizzante Stephen Graham), l’eroe della Manica, che ha realmente attraversato il Canale e la cui storia aveva ispirato Trudy a fare la stessa cosa. La Ragazza del Mare vanta anche di una fotografia molto realistica: le riprese sott’acqua sono abbastanza coinvolgenti, e ciò consente di immedesimarsi negli sforzi della giovane nuotatrice.
La ragazza del mare: valutazione e conclusione
La ragazza del mare è la storia di una giovane donna che ha sfidato la società e la natura, affidandosi solo a se stessa. Il film di Rønning è un racconto di coraggio e di grande ispirazione, forse un po’ edulcorato sul finale (del resto è pur sempre romanzato, altrimenti dovremo affidarci a un documentario), ma che riesce ugualmente nel suo intento narrativo: coinvolgere e intrattenere il pubblico, spingendolo a tifare per Trudy. Daisy Ridley è ovviamente il cuore della pellicola, e chi meglio di lei poteva interpretare una giovane e indipendente guerriera?