Those about to die: recensione della serie TV con Anthony Hopkins

Those About to die è una serie ingenua ma grandiosa, confusionaria ma visionaria, divertente e sconclusionata!

Those About To Die è la serie Peacock che si ispira al romanzo non fiction del 1958 di Daniel P. Manni. Lo show esplora l’epoca dei gladiatori e delle corse dei carri nell’Antica Roma.
L’ultimo progetto di Roland Emmerich si addentra nella politica corrotta di questi giochi pericolosi e nei numerosi personaggi loschi che hanno molto da guadagnare o perdere mentre i cittadini di Roma lottano contro la povertà. Nonostante l’aspetto grandioso e cruento della serie, il risultato è un mix di scrittura derivativa e confusa.

Those about to die: tanto rumore per nulla ma un Anthony Hopkins grandioso

La serie Peacock è ambiziosa e grandiosa nelle sue promesse, ma il risultato finale per gli spettatori potrebbe essere solo tanta, tanta confusione! Anthony Hopkins, senza dubbio, è perno dell’attenzione con una performance degna della sua fama impertitura, ma la prima impressione è quella di trovarsi davanti a un’opera serie risulta molto disordinata.
Nonostante non riesca a mantenere completamente l’interesse, il divertimento non manca. Uno dei principali difetti di Those About To Die è il numero eccessivo di personaggi. Veniamo introdotti ai protagonisti principali – l’Imperatore Vespasiano (Anthony Hopkins) e i suoi due figli, Tito (Tom Hughes) e Domiziano (Jojo Macari). Tenax (Iwan Rheon) è il maestro dei giochi, ovvero l’imperatore del lato oscuro di Roma. Cala (Sara Martins) è una madre numidica che si trasferisce a Roma dopo che le sue figlie Aura e Jula (Kyshan Wilson e Alicia Edogamhe) sono state ridotte in schiavitù e suo figlio Kwame (Moe Hashim) venduto ai gladiatori. Scorpus (Dimitri Leonidas) è un auriga con un ego smisurato e un’abitudine al bere altrettanto grande.

Successivamente, nella trama della serie vengono introdotte quattro fazioni che traggono beneficio dai giochi, ma conosciamo maggiormente la fazione blu attraverso Antonia (Gabriella Pession) e Marsus (Rupert Penry-Jones). Nonostante tutto ciò, non abbiamo nemmeno scalfito la superficie dei personaggi presentati nel primo episodio. Those About To Die perde l’attenzione del pubblico quando affronta una (eccessivamente ) vasta gamma di temi : dal gioco politico tra i figli di Vespasiano, che si intreccia con la storia della nobiltà che cerca di strappare ogni dollaro all’imperatore, alla ordita trama per avere la scelta della successione.

Tenax gioca una partita pericolosa come qualcuno che cerca di sollevarsi dalla miseria. Cala e la sua famiglia sono essenzialmente i surrogati del pubblico, in quanto vittime di un sistema complicato e corrotto. Le tensioni aumentano con l’aggiunta di imperialismo, povertà e politiche razziali. La serie, però, non riesce a gestire tutti questi elementi con coerenza. Troppi personaggi e trame diverse sono presenti senza un chiaro focus, facendo sembrare molte figure come inutili o usa-e-getta. Anche i personaggi che hanno un posto fisso nella narrativa a lungo termine sono poco sviluppati, sostenuti solo da stereotipi e motivazioni superficiali.

La scrittura di Those About To Die sembra non riuscire a intrecciare la doppia trama tra ricchi e poveri in modo che ogni parte risulti significativa. Questo porta a una narrazione disorganizzata e personaggi poco sfumati. Sebbene la storia abbia delle potenzialità, la mancanza di pazienza e focus nella scrittura è evidente. Un pregio evidente in mezzo alla confusione e al caos totale, la serie lo affre presentando il suo gioco del “chi prevarrà”, ma lotta nel creare personaggi complessi e motivazioni interessanti. Molti dei personaggi rimangono poco definiti e le loro azioni non riescono a creare un vero impatto.

Visivamente, la serie presenta sia pregi che difetti. Sebbene il CGI sia a volte ridicolmente scadente, i costumi e i set sontuosi e dettagliati mascherano le carenze tecniche. Anche se Those About To Die è superiore ad altre serie simili, ci sono momenti di CGI economico e imbarazzante che riducono la serietà dello spettacolo. Il colore è utilizzato efficacemente per differenziare le quattro fazioni che governano Roma e i personaggi di basso ceto come Tenax, spesso avvolto in toni di grigio o marrone, per enfatizzare la sua ambiguità morale. La cinematografia, sebbene incoerente, offre contrasti netti e illuminazione innaturale che contribuiscono a un’esperienza visivamente stimolante. La “semplificazione” è un effetto naturale, lo scopo finale di trucchi e stratagemmi tecnici, forse l’unica bussola nella narrazione caotica creata dalla sceneggiatura.

Those About to Die: valutazione e conclusione

Those About To Die; cinematographe.it

Nonostante i suoi difetti, Those About To Die è un prodotto ambizioso che può risultare intrattenente. Anche se il dialogo è povero e la caratterizzazione debole, la serie mantiene un senso di urgenza e continua a puntare su una narrativa intensa. È difficile comprendere pienamente il messaggio dello spettacolo a causa della sua complessità e disorganizzazione. Momenti di intrattenimento, si alternano a scelte artistiche e narrative frustranti. Si spera che la stagione 2 possa risolvere i problemi presenti e migliorare l’esperienza complessiva.

Those About To Die, composta da un totale di dieci puntate, è disponibile in Italia sulla piattaforma Prime Video dal 19 luglio 2024.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 3.5
Recitazione - 2.5
Sonoro - 3
Emozione - 3

2.8