Blame the Game: recensione del film Netflix fra il thriller e romcom

Blame the Game è una satira vestita da commedia senza eccessive velleità artistiche ma una buona e intelligente struttura.

Blame the Game (Das Spiel mit dem Feuer in lingua originale), disponibile su Netflix dal 16 luglio 2024, è una commedia tedesca diretta da Marco Petry e scritta da Claudius Pläging e Andrej Sorin. Il film offre una narrazione familiare ma affascinante, incentrata sulle dinamiche sociali e sugli imprevisti che nascono durante una serata di giochi.

Lontano dall’essere un film magistrale, mancante dell’ambizione artistica oltre l’obiettivo del mero intrattenimento, riesce a risultare accattivante, divertente e efficace nel suo utilizzo del linguaggio cinematografico. Tuttavia, vale scendere nei dettagli della sua segnica e della sua semantica per capire come veicola un messaggio interessante.

Blame the Game: un grammelot di linguaggi cinematografici riuscito ma poco ambizioso

Blame the game Netflix - Cinematographe.it

La trama segue Jan (Dennis Mojen), proprietario di un negozio di biciclette, che inizia una relazione con Pia (Janina Uhse), una fotografa di animali. Dopo un incontro casuale e romantico tra i loro cani, la relazione prende una piega inaspettata quando Pia invita Jan alla sua settimanale serata di giochi con amici ricchi ed eccentrici. L’evento, che dovrebbe essere un’occasione di svago, si trasforma presto in una serie di disastri sociali, accentuati dalla presenza del prepotente ex-fidanzato di Pia, Matthias (Stephan Luca).

Sin dall’inizio, il film si distingue per la sua capacità di rendere comici i piccoli disastri della vita quotidiana. Jan, con il suo aspetto modesto e la sua semplicità, si trova immediatamente a disagio tra i sofisticati amici di Pia, che non perdono occasione per sottolineare le differenze sociali e culturali tra di loro. Questo scontro tra classi è uno dei temi centrali del film e viene trattato con una sottile ironia che riesce a divertire senza mai scadere nel grottesco.

Stephan Luca brilla nel ruolo di Matthias, l’ex-fidanzato di Pia, il cui atteggiamento arrogante e competitivo aggiunge pepe alla trama. La sua performance è una delle più memorabili del film, portando avanti una sottotrama di rivalità che culmina in una scena esilarante: una partita di ping pong giocata in condizioni decisamente inusuali, dove il perdente è costretto a bere una bottiglia di salsa piccante.

Nonostante le promesse di una serata di giochi fuori dall’ordinario, Blame the Game rimane ancorato a situazioni più realistiche e quotidiane. La mancanza di escalation nelle attività ludiche potrebbe deludere chi si aspetta una commedia totalmente surreale e stravagante. Tuttavia, è proprio questa scelta a dare al film un senso di autenticità, rendendo le vicende dei protagonisti più vicine all’esperienza comune dello spettatore. Inutile aspettarsi un capolavoro, ma il messaggio sociale è una trama a volte preponderante, altre sottesa, che funziona in ogni scena.

Uno degli aspetti più riusciti del film è la costruzione dei personaggi secondari. Ognuno di essi, con le proprie manie e peculiarità, contribuisce a creare un microcosmo sociale complesso e divertente. Anche se alcuni subplot, come quello del pappagallo scomparso, potrebbero sembrare superflui, essi aggiungono ulteriore colore alla narrazione, mantenendo alto l’interesse del pubblico.

La regia di Marco Petry è sobria ma efficace, con un’attenzione particolare ai dettagli e alle espressioni dei personaggi, che riescono a comunicare molto anche nei momenti di silenzio. La sceneggiatura di Pläging e Sorin, sebbene non rivoluzionaria, è ben costruita e riesce a dosare sapientemente momenti di tensione e di leggerezza, mantenendo un ritmo costante per tutta la durata del film.

Visivamente, Blame the Game offre una rappresentazione brillante e colorata del contrasto tra i mondi dei protagonisti. Le scene ambientate nella lussuosa casa degli amici di Pia sono caratterizzate da un’estetica ricercata, che mette in risalto la differenza con il mondo più semplice e autentico di Jan. Questo contrasto visivo sottolinea ulteriormente il tema del divario sociale, senza mai risultare didascalico.

La colonna sonora, sebbene non particolarmente memorabile, accompagna in modo discreto le vicende, contribuendo a creare l’atmosfera giusta per ogni scena. Le scelte musicali aiutano a sottolineare i momenti di tensione e di rilassatezza, senza mai sovrastare l’azione sullo schermo.

Blame the Game: valutazione e conclusione

Blame the Game è una commedia piacevole e ben realizzata, che riesce a intrattenere con intelligenza e umorismo. Nonostante alcuni piccoli difetti, il film offre una visione fresca e divertente delle dinamiche di gruppo e delle sfide delle relazioni moderne. Se cercate un film leggero e divertente per una serata rilassante, Blame the Game merita sicuramente una chance. Inoltre, la satira sociale ha un senso nascosto e ben mescolato alla trama “pop”, un significato sotteso ma lineare e onnipresente che offre profondità al film.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 2.5

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