L’occhio della Gallina: recensione del documentario da Venezia 81

Antonietta De Lillo, ritorna sul mistero del suo film di finzione del 2004 con un documentario scritto e diretto dalla stessa. Per la sezione Notti Veneziane de Le Giornate degli Autori, Venezia 81.

Festival di Venezia 61, sezione Fuori Concorso. Antonietta De Lillo presenta Il resto di niente.Le riprese del film, ispirato all’omonimo romanzo di Enzo Striano, iniziarono nel 1997 con una pausa lunga due anni, successivamente proseguite e terminate nel 2004; pochi mesi prima dalla presentazione alla Mostra del Cinema di Venezia. Queste le premesse del documentario L’occhio della Gallina; un racconto di denuncia e protesta nei confronti del cinema sospeso presentato nella sezione Giornate degli Autori, Venezia 81.

L’occhio della Gallina: vent’anni dopo Il Resto di niente

Venezia 81 - L'occhio della Gallina

La premessa narrativa assume con costanza e fermezza un solo tono; un tono che è sconcerto, irrisolutezza, dubbio e mistero come nel film, volutamente dimenticato, seppur accolto positivamente dalla critica cinematografica e dall’allora Presidente della Repubblica Carlo Ciampi (come ribadito in più momenti dalla regista stessa).

Ma è superfluo iniziare il racconto dalla fine. La carriera della De Lillo non è certamente  cominciata coronata dal successo! Il film del 2004 che trattava una storia al femminile ambientata durante la rivoluzione napoletana del 1799, ha subito un basso indice di gradimento; eppure la sua grandezza appare evidente sul solco di un esercizio cinematografico che si colloca negli ambiti autoriali del Cinema Indipendente Italiano. Lo stesso che le diede tutto il supporto quando anche l’Istituto Luce decise di denunciare la regista, per mezzo stampa, attribuendole la colpa di aver legittimamente preteso un lancio massiccio, aggiungiamo doveroso, per un film che non avrebbe dovuto ridursi a una misera distribuzione e che, seguendo le linee di una narrativa classica, come nei miglior thriller, venne ucciso e fatto sparire.

Lo storico di un Giallo cinematografico

Ripercorriamo: primo lungometraggio, Una casa in bilico, vincitore del Nastro d’Argento come migliore opera prima; nel 1990 è al suo secondo film, Matilda, realizzato in collaborazione con Giorgio Magliulo; tra il 1992 e il 1999 dirige molti documentari, Angelo Novi, Fotografo di scena, La notte americana del dr. Lucio FulciOgni sedia ha il suo rumore, Promessi Sposi. Documentari, per cui, ricevette molti premi nei Festival internazionali del cinema.

Arriva a Venezia nel 1995 con Racconti Di Vittoria; nel 1997 con Maruzzella episodio singolare del precedente I Vesuviani con Toni Servillo. Nel 2001 presenta al Festival di Locarno Non è giusto.

Ritorniamo a noi: effettivamente L’occhio della Gallina è l’essenza dell’intimidazione di cui spesso risente l’azienda cinematografica. Antonietta De Lillo che, nel documentario pensato, scritto e sorretto totalmente da lei, non si sottrae al primo piano d’inchiesta e non trascura alcun dettaglio assumendosi la responsabilità attraverso la parola dell’immagine e facendo visitare persino i retroscena. La censura artistica in Italia ha demolito tantissime occasioni di diffusione culturale, Pier Paolo Pasolini, i frammenti giunti di Bergman sono sepolti nelle ultime dimore di uno stato politico assertivo, imperativo, dittatoriale, responsabile: il caso del film Il resto di Niente è emblematicamente l’ideologia di una disfunzione caricaturale alle spalle di un contesto culturale ragguardevole, invidiabile.

La denuncia, la supposta sparizione e il suo tempismo assumono oggi le vesti di un vero e proprio giallo, sdoganando, ancora una volta, la necessità di eliminare e tagliare l’aspetto comunicativo del cinema. L’odissea dei film è questione di interessi ripudiati dall’economia del consenso, del limite e del severamente vietato. Lo scandalo -molto spesso- è voluto da chi lo grida!

Il linguaggio incisivo dell’estetica amatoriale

Venezia 81 - L'occhio della Gallina;
Cinematographe.it

Antonietta De Lillo, ritorna e denuncia, con consapevolezza, la trasversalità dogmatica di un sistema retroattivo all’esperienza creativa, completa e indipendente; ritorna senza tralasciare nulla. L’occhio della Gallina risulta, così, un riscatto per il cinema erroneamente definito di nicchia; un riscatto per il cinema della riflessione, della morale, della metafora, del condizionale e dell’irreale; il cinema del fascino; il Grande Cinema Italiano.

Nel documentario tutto è amplificato dalla visione, come fosse un filmato di famiglia, di attimi di vita quotidiana; vita alternata tra le pause sul set, narrate da una macchina da presa rudimentale e le sue due figlie. Il linguaggio dell’estetica incisiva dell’amatorialità, conduzione di una certosina opera restauratrice delle presunte logiche del delitto. Anni di silenzi diretti ad un’opera che perfino all’estero avrebbero comprato e custodito come miglior prodotto cinematografico dell’epoca. A dirlo sono stati Bertolucci, Scola, Piccione che non si placarono davanti alle censure dell’Istituto Luce.

L’occhio della Gallina: conclusione e valutazione

L’occhio della Gallina è oggi il buco della serratura dal quale osservare l’uso e l’abuso dei corpi artistici indipendenti, assegnando la dote di un’incoscienza acrilica di una perseveranza di rituale di regime, di una superficialità nemica dell’esplorazione e della sperimentazione.

Il cinema, invece, è il calibro immaginario di una condizione di vita consapevole e ideale.
L’occhio della gallina è un film documentario diretto da Antonietta De Lillo con Antonietta De LilloMaria De MedeirosCarolina De Lillo MagliuloElisabetta GianniniAlice MarianiMarcello GarofaloLuca Musella e Adele Pandolfi. Scritto dalla regista con la collaborazione di Alice Mariana e Laura Sabatino. Prodotto da Marechiaro Film.

L’occhio della Gallina- Autoritratto di Antonietta De Lillo (titolo esteso) sarà presentato il primo settembre nella sezione Notti Veneziane de Le Giornate degli Autori all’81esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 2.5

2.5