La vita accanto: recensione del film di Marco Tullio Giordana

Sui fantasmi del passato, le domande senza risposta affidate alla memoria, le macchie e i demoni che ci affliggono, spingendoci a riflettere sull’intolleranza cieca e spietata del mondo che ci circonda e così su tutti quegli amori che avremmo voluto nostri, ma che in definitiva non sono stati. Il grande ritorno di Marco Tullio Giordana.

Porte che si aprono nella notte, emettendo sinistri cigolii e poi sguardi e sonni inquieti nel buio di palazzi storici e ordini familiari forse non così perfetti come invece questi vorrebbe dare a vedere. Comincia così il dodicesimo lungometraggio da regista per il cinema di Marco Tullio Giordana, autore dell’indimenticabile I cento passi e così di La meglio gioventù, ispirato alla omonima raccolta di poesie pubblicata nel 1954 da Pier Paolo Pasolini. A distanza di tre anni da Yara, padre spirituale del recente e virale docufilm Netflix, Il caso Yara – Oltre ogni ragionevole dubbio di Gianluca Neri, Marco Tullio Giordana torna nelle sale con il suo film più imprevedibile, cupo e misterico, La vita accanto, scritto a sei mani con Gloria Malatesta e Marco Bellocchio e adattamento per il grande schermo del romanzo omonimo di Mariapia Veladiano.

La macchia e i demoni

La vita accanto: recensione del film di Marco Tullio Giordana - Cinematographe.it

Se qualcuno viene al mondo con una macchia sulla pelle, qualcun altro invece nasce celandola nell’anima. Ecco perché Maria (una straordinaria Valentina Bellè, raramente ritroveremo una prova così intensa nel nostro cinema presente e prossimo) proprio non può vivere accanto alla figlia Rebecca. Perché se la prima sopravvive a stenti, scontrandosi quotidianamente con i demoni interiori che la affliggono da chissà quanto tempo, riversandosi tra le pagine caotiche e in qualche modo perfino orrorifiche di un quaderno gelosamente custodito sotto il materasso, la seconda vorrebbe invece essere amata, eppure una voglia che le copre metà volto e non solo, non sembra affatto volerle lasciare scampo.

Rebecca (che brave Sara Ciocca e Beatrice Barison, che la interpretano in due distinti momenti di vita) è sola, o meglio, ha la famiglia certo e quello che ne resta e così un’amicizia senza confini e limiti con Lucilla (Sveva Bassan), l’unica cui la macchia non ha mai suscitato né paura, né tantomeno disgusto, piuttosto amore. Tutt’intorno gravitano le presenze talvolta asfittiche, talvolta salvifiche di Osvaldo (Paolo Pierobon) ed Erminia (Sonia Bergamasco), che sono guide al tempo stesso vittime del percorso di vita di Rebecca e Maria, i due personaggi macchiati – o marchiati – del film. Coloro che immediatamente osservano e rivelano, laddove lo spettatore invece non può far altro che sospettare, attendere e infine voyeuristicamente guardare.

La vita accanto di Marco Tullio Giordana ancor prima d’essere un film sul concetto di diversità e intolleranza di fronte a qualcosa o qualcuno che ci appare diverso suscitandoci timore (“La macchia non c’entra niente, è il talento che non sopportano”, dirà la Zia Erminia di Sonia Bergamasco, in una prova nevrotica e vigorosa, capace però di includere tenerezza e vulnerabilità), è un’indagine estremamente attenta, glaciale e cupa sulle conseguenze del dolore, che se non gestito, o meglio, compreso può impedire d’amare, o d’essere amati.

Si premura infatti Maria, attraverso le sue pagine di disperata e lucida follia, di spiegare cos’è l’amore, quello più profondo e reale. Cos’è dunque l’amore se non farsi da parte, poiché consapevoli di poter far del male? Cos’è l’amore si chiede Marco Tullio Giordana e con lui Gloria Malatesta e Marco Bellocchio, se il dolore lo sovrasta e le luci svaniscono e così la musica e la vita?

La risposta non tarda ad arrivare, seminata a piccole dosi nel rapporto che si instaura sempre più tra Rebecca ed Erminia e poi con Lucilla e il mondo fuori. Quello stesso luogo di apparente conflitto, se non addirittura odio che Maria ha sempre e soltanto osservato dalla finestra, temendolo più di ogni altra cosa “Uno sguardo può uccidere”, è vero, ma possono farlo anche le parole, che tanto la macchia, quanto i demoni non sembrano proprio riuscire ad arrestare, generandole e provocandole fino all’esasperazione, al silenzio e alla fuga.

La vita accanto: valutazione e conclusione

Conoscendone la filmografia, pochi si sarebbe aspettati da Marco Tullio Giordana un film come questo, nel quale l’arte della musica diviene sempre più uno strumento e veicolo di tensione, gelosia e violenza e l’ordine emotivo non può mai essere realmente tale. Poiché il caos e il buio dei demoni, non possono far altro che sprofondare ogni individuo, ogni cambiamento, atto di crescita e volontà nella tristezza e nel dolore più totali (da qui “C’è troppo dolore in questa casa”), permettendo alla luce e al desiderio del riscatto di emergere raramente, come se la rinascita non fosse possibile. Eppure lo è e Rebecca questo lo grida a gran voce, nonostante i soprusi, l’amore mancato, il dono che è anche e soprattutto condanna e l’istinto di andare lontano, fuori da quel palazzo e da quelle stanze di musica e dolore.

Un film cupo e personale sul loro (e nostro) rapporto con i demoni e i fantasmi, che curiosamente raggiunge le sale a breve distanza da un caso cinematografico similare, seppur sottilmente, cioè il meraviglioso Estranei di Andrew Haigh con Paul Mescal e Andrew Scott, nel quale quest’ultimo, un po’ perché irrisolto e un po’ perché vittima di un passato mai realmente concluso e come giusto lasciato alle spalle, dialoga con i fantasmi di un tempo e un ascolto che non è mai stato e mai sarà, se non nel sogno, capaci però di alleviare tensioni e insicurezze una volta per tutte, rispondendo a domande eterne che sarebbe altrimenti rimaste nel vento, tra le pagine, nella memoria.

È lo stesso per Rebecca. Di macchie, demoni e fantasmi del passato che inevitabilmente amiamo e con i quali dialoghiamo, impedendo loro di soffrire ancora, così da non soffrire più nemmeno noi, che in modo diverso e affine siamo macchiati dalle colpe, dall’incomprensione e da un amore che è fuggito e che non tornerà più.

Di prossima presentazione al Locarno Film Festival nella sezione Fuori Concorso, La vita accanto di Marco Tullio Giordana è in sala da giovedì 22 agosto 2024, distribuzione a cura di 01 Distribution.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 4.5
Sonoro - 4
Emozione - 4

4.1