Jamie Lee Curtis e il metodo “contro le gerarchie sui set”

Curtis ha chiesto a tutti i membri dell'equipaggio di indossare un cartellino con il loro nome, nel tentativo di garantire "equità".

Jamie Lee Curtis, vincitrice del Premio Oscar, ha espresso la sua idea di eliminare la gerarchia all’interno dei set cinematografici. Durante un’intervista con Kevin Hart per il suo podcast “Gold Minds”, l’attrice ha sottolineato l’importanza di un ambiente di lavoro equo e collaborativo, dove tutti i membri della troupe sono riconosciuti e rispettati allo stesso modo.

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Curtis ha spiegato che la scelta di indossare cartellini con i nomi non è solo una questione di convenienza, ma rappresenta un atto di umanità e inclusione

Jamie Lee Curtis ha spiegato come una delle sue pratiche regolari sui set sia quella di chiedere a tutti di indossare cartellini con i propri nomi, permettendo così di superare la tradizionale distanza che spesso si crea tra gli attori principali e il resto della troupe. Per lei, questa semplice iniziativa non è solo una questione di cortesia, ma un vero e proprio atto di equità e rispetto. “C’è qualcosa di veramente sbagliato nella nostra posizione su un set”, ha detto Curtis, riferendosi alla visibile differenza di trattamento tra le star e il personale tecnico. “Voi sapete i nostri nomi, noi non sappiamo i vostri. Per me c’è qualcosa di iniquo in questo… Non c’è gerarchia nell’arte. Dovrebbe essere un gruppo di persone eguale.”

Questo atteggiamento riflette una filosofia di lavoro che Jamie Lee Curtis ha portato avanti per anni, come dimostrato anche durante la produzione di Halloween del 2018. In quell’occasione, la troupe ha mostrato il proprio sostegno all’attrice indossando targhette con la scritta “Siamo Laurie Strode”, in riferimento al suo iconico personaggio. Questo gesto, nato dalla richiesta iniziale di Curtis di usare i cartellini, è diventato un momento simbolico e toccante, rafforzando l’idea che il lavoro su un set cinematografico debba essere un’esperienza di collaborazione e unità.

Per l’attrice, riconoscere ogni membro della troupe per il proprio contributo è essenziale per creare un ambiente di lavoro armonioso e rispettoso. “Voglio solo che sia equo perché è una cosa importante. È arte”, ha ribadito.

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Fonte: indiewire