Double Life: recensione del thriller Netflix con Javicia Leslie

Javicia Leslie è una promettente eroina action, ma la sceneggiatura di Double Life non riesce a tenere il passo con le sue protagoniste.

Double Life è il nuovo titolo inserito nel catalogo Netflix di agosto: un thriller psicologico dal clima opprimente ( e teso solo nel finale), che nonostante la bravura delle interpreti – Pascale Hutton nel ruolo di Sharon Setter e l’intrigante Javicia Leslie (nota per il ruolo della protagonista nella seconda e terza stagione di Batwoman) – non riesce a trascinarci nel suo vortice di “suspense” e tradimenti, perché è un film con troppi cliché narrativi. Due donne, fianco a fianco, avviano un’indagine parallela a quella della polizia per far luce sulle cause della morte di un grande avvocato di nome Mark Setter il quale, prima di perdere la vita in un incidente, stava conducendo una grossa indagine per negligenza criminale. Double Life è disponibile sulla piattaforma streaming dal 12 agosto 2024.

Double Life: una vedova e l’amante di suo marito finiscono in un radar pericoloso

Double Life - cinematographe.it

Percepiamo il ritmo lento del film. Più che farci entrare nella storia, l’obiettivo di Martin Wood è quello di farci entrare nella psicologia di Sharon Setter: una vedova, sconvolta dalla perdita del marito, che scopre un segreto oscuro che la lega all’amante del defunto. Insieme, Sharon e Jo, dovranno navigare in un labirinto di menzogne e pericoli per svelare la verità e ottenere giustizia. Per farlo metteranno a rischio tutto ciò che hanno. Sharon (Ginger Snaps II: Unleashed) infatti è in lutto per la recente morte di suo marito Mark (Niall MatterThe Predator), quando l’amante dell’uomo (la Batwoman della CW) informa la donna che l’avvocato in realtà è stato ucciso. Le due protagoniste formano così un’improbabile alleanza alla ricerca della verità…

Javicia Leslie è una promettente eroina action, ma la sceneggiatura non tiene il passo delle sue protagoniste

Javicia Leslie è una promettente eroina action, ma la sceneggiatura non riesce a tenere il passo delle sue protagoniste. Ad esempio, i tentativi di far passare Jo per una tipa tosta hanno piuttosto senso (ha imparato l’autodifesa dal suo ex specialista della sicurezza) ma sono anche buffi (le è stato insegnato il Krav Maga – l’arte marziale israeliana sviluppata per le forze di difesa Israeliane). Tra i punti di forza del film ci sono sicuramente le performance delle “poliziotte junior”: Pascale Hutton è una vedova credibile e Leslie una promettente eroina action. Hutton è la moglie e Leslie è l’amante segreta, strano che le due decidano di lavorare insieme.. Un po’ troppo che le due si incontrino per la prima volta al funerale di Mark, e che quasi subito diventino complici. I cliché narrativi non mancano e le interessanti performance delle due attrici non sono sostenute peraltro da una sceneggiatura altrettanto buona.

Double Life: valutazione e conclusione

Per realizzare un buon thriller sono importanti le scene d’azione. Qui però mancano e non c’è suspense. Non funziona neanche il tentativo di farci penetrare nei conflitti interni di Sharon. Con un ritmo molto lento e angosciante, Double Life ci trascina verso un finale finalmente movimentato, ahimè insoddisfacente e piatto come tutto il film.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 2

2.6

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