Ti West racconta MaXXXine: “Mia Goth è la mia complice”

Ti West è a Roma per presentare il terzo attesissimo film della sua celebrata trilogia horror. MaXXXine arriva nelle sale italiane il 28 agosto 2024. Ecco cosa Ti West ci ha raccontato a proposito del film, di Los Angeles e della sua attrice preferita, Mia Goth.

Ci sono i riconoscimenti che gratificano. E c’è l’apprezzamento di Martin Scorsese. È difficile trovare, oggi, un regista horror più felice e sulla breccia di Ti West. Le parole al miele del leggendario autore italoamericano aiutano molto, in questo senso; forse solo Oz Perkins, con il suo fortunatissimo Longlegs, può battersela ad armi pari, ma trattandosi di roba di là da venire, per l’Italia, è meglio fermarsi qui. MaXXXine è il terzo capitolo della trilogia horror cominciata – indispensabile citare a questo punto l’attrice protagonista e prima collaboratrice, Mia Goth – nel 2022 con X – A Sexy Horror Story e proseguita nello stesso anno con il prequel (e migliore dei tre), Pearl. Una trilogia, un caleidoscopio di generi e suggestioni, dall’horror tradizionale al melodramma in technicolor, dallo slasher al thriller venato d’erotismo, nel segno di un’orgia cinefila che, in questo terzo capitolo, offre materiale di primissima scelta, da Psycho al cinema di Brian De Palma. MaXXXine ritrova la sua celebrata protagonista, Maxine Minx (Mia Goth), sull’orlo del grande salto professionale: star del porno, vuole fare il botto anche con il cinema tradizionale. Peccato che, siamo a Los Angeles nel 1985, il misterioso serial killer Nigh Stalker abbia idee diverse per il suo futuro. Cast da urlo con, ma non solo, Lily Collins, Giancarlo Esposito, Kevin Bacon, Elizabeth Debicki. L’uscita nelle sale italiane è prevista per il 28 agosto 2024, distribuisce Lucky Red. Ti West è a Roma per presentare il film, e quale migliore occasione per fare quattro chiacchiere su MaXXXine, sulla vita a Los Angeles e, certo, sull’effetto che fa essere incoronati da mr. Scorsese in persona. Spoiler, è molto piacevole.

La nostra intervista a Ti West, l’acclamato regista di MaXXXine

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Maxine ha gli stessi sogni degli altri personaggi. I suoi, però, sembrano più intensi, feroci. Dopo tanti anni passati insieme, è riuscito a decifrare il mistero della protagonista? Da dove arriva il fuoco di Maxine?

“In realtà, era proprio questo che mi interessava, raccontare la storia di un personaggio animato dal feroce desiderio di raggiungere un obiettivo quasi impossibile e che quindi, pur di riuscirci, è disposto a tutto. La passione che anima Maxine è una cosa in cui tutti possiamo identificarci. Intendo dire, vivere la propria vita sognandone contemporaneamente un’altra, migliore; è una sensazione che appartiene a ciascuno di noi. La verità è che lei (Mia Goth, ndr) è stata bravissima nel dare corpo a questo desiderio. Ha colto il fuoco interiore di Maxine, se ne è impadronita e lo ha portato sullo schermo”.

Però, non c’è solo Maxine, o Mia Goth, nel film. Accanto a lei, una platea di meravigliosi non protagonisti, da Kevin Bacon a Giancarlo Esposito, solo per fare qualche esempio. Dobbiamo leggere MaXXXine come una lettera d’amore a questo tipo di attori e a questo tipo di caratterizzazioni? Perché, in effetti, senza di loro non ci sarebbe nessun film.

“Molto dipende dal fatto che il film è ambientato, non direi soltanto a Hollywood, ma a Hollywood in un’epoca particolare, gli anni ’80. Era un periodo in cui tutti avevano un proprio punto di vista, una prospettiva, un percorso da seguire per diventare una star, una persona famosa e importante. L’idea di fare affidamento sulle ricche caratterizzazioni fornite da questi personaggi è stata molto bella e molto utile. A me, poi, piacciono i film con personaggi pieni di caratteristiche oltre gli standard, esagerati, larger than life. Vale anche per Maxine. Le cose che lei fa nel film le fa proprio con il supporto di personaggi che sono, a tutti gli effetti, larger than life. Insomma, mi piaceva l’idea di girare un film dalla natura esplosiva, che mostrasse Hollywood come un artificio, come qualcosa di non reale”.

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Ti West in azione sul set. Los Angeles, ci racconta, “ha reso MaXXXine una tela più grande e interessante, per me”.

Inevitabile, a questo punto, parlare dell’altra grande protagonista del film, la città di Los Angeles. È un bel cambiamento per lei, dopo gli sfondi rurali dei primi due film. Ha recentemente dichiarato di essere stato sedotto da Los Angeles, per via dei suoi forti contrasti. Di che si tratta?

“Forse è meno evidente, oggi, rispetto a venti, trenta, addirittura quarant’anni fa. Sotto certi aspetti, Los Angeles è una città come le altre. Ci sono diversi livelli di status economico e di benessere, e la popolazione è distribuita nei diversi quartieri. La particolarità, però, è che al centro di tutto c’è Hollywood. Ecco la stranezza: ti trovi in un posto che è, nello stesso tempo, il più glamour e il più pericoloso del mondo. Sul serio, sei nella parte glamour della città ma dietro l’angolo puoi trovare zone davvero pericolose. Una cosa che capita spesso è di incontrare gente per strada che ti ferma e ti chiede di far parte del tuo nuovo film, dicendo: sono io quello giusto per il personaggio che hai in mente. In tanti vengono a Los Angeles con l’ambizione di essere scelti e cambiare vita. Non posso dire che sia una bugia, a volte succede, ma è così poco frequente da non poter essere considerata la norma. Nonostante questo, ancora oggi tantissime persone arrivano in città con l’idea di svoltare. Era questo il contrasto che mi interessava, rispetto agli ambienti più isolati e contenuti degli altri film: un mondo pieno di glamour e di pericoli. MaXXXine è una tela più ampia e interessante, dal mio punto di vista”.

Recentemente, Martin Scorsese ha detto delle cose molto carine su di lei e sul suo film. C’è un’evidente affinità nel vostro modo di lavorare: credete entrambi che il meglio arrivi da una stringente collaborazione con l’attore, in questo caso l’attrice, protagonista. Dovesse scegliere una o due parole chiave per descrivere il suo rapporto professionale con Mia Goth, quali sarebbero?

“Per quel che riguarda Martin Scorsese, la sua approvazione è un’esperienza surreale per me, sorprendente, ancora ho difficoltà a credere che abbia apprezzato la mia regia. Quanto al mio rapporto con Mia, potrei dire (ride) che è la mia complice (partner in crime, ndr). Avevamo le stesse intenzioni, gli stessi obiettivi e le stesse pulsioni, e cercavamo di fare una cosa che agli altri, magari, poteva sembrare strana, ma a noi no. Quindi, sì, la definirei la mia partner nel crimine”.