5 film per scoprire il cinema brasiliano della New Wave

Il Cinema Novo come alfiere dei cambiamenti sociali del Sud America e come atto di lotta proletaria

La new wave del cinema brasiliano, meglio nota come “Cinema Novo“, si definisci dal finire degli anni ’50 e si sviluppa nel decennio successivo, un po’ nella consuetudine di tutte le “nuove ondate” di cinema di rottura, come furono la Nuova Hollywood o la Nouvelle Vague, ad esempio. Portando avanti un’ideologia semplice, dettata dal motto “una camera in mano e un’idea nella testa”, tenendo al centro del discorso un moto rivoluzionario incentrato sulla lotta proletaria e la condanna al colonialismo ed alle guerre, il cinema brasiliano di questa ondata è un cinema controculturale, portato in auge da pochi registi, tra cui massimo esponente fu Glauber Rocha. Andiamo a vedere quali sono cinque titoli che possiamo considerare rappresentativi per questo filone, per tutti i cinefili che vorrebbero avere uno sguardo sul cinema brasiliano del periodo.

1. Barravento (1962)

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Indubbiamente tra i titoli più significativi del cinema brasiliano c’è questo film di Glauber Rocha dei primi anni ’60. La storia si svolge tra i poveri pescatori di Bahia. I frutti della pesca sono venduti a pochi soldi a un padrone venuto dalla città. Firmino, tornato al paese dopo anni, cerca di far capire ai pescatori il perché della loro miseria. Si scontra presto con la superstizione e l’ignoranza che regnano tra gli uomini del villaggio. Ma sarà proprio il capo del villaggio, Aruã, dapprima ostile a Firmino, a prendere coscienza. Uno dei primi lampi del Cinema Novo, nel tratteggiare le miserie sociali e la consapevolezza di un Paese che necessita di un cambiamento.

2. Vidas Secas (1963)

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Un altro ritratto di miseria umana, stavolta con al centro una famiglia rurale degli anni ’40, è questo film Nelson Pereira dos Santos. Opera cardine del cinema brasiliano del decennio, è un film dalla parte degli oppressi che contestualizzando il discorso ad un’epoca non presente (gli anni ’40) porta ad una riflessione sulla condizione del Paese e della classe operaia e contadina.

3. Il Dio nero e il diavolo biondo (1964)

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Altra pellicola di Glauber Rocha, non a caso indicato come il principale esponente del cinema brasiliano del periodo, questa sorta di (anti)western realista e socialista, racconta le vicende del mandriano Manoel che vive nella zona arida e deserta del Paese, il quale uccide un tirannico proprietario di bestiame, per poi rifugiarsi sul monte, dove vige la legge di un farneticante santone. Rocha filma un lungo viaggio nella wilderness, quasi come un Pasolini del Brasile, con uno sguardo rustico, durissimo anche nei confronti dei suoi “eroi” e dal netto messaggio sociale, contro possidenti terrieri e imbonitori religiosi.

4. Uccise la famiglia e andò al cinema (1969)

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Un giovane uccide il padre e la madre e se ne va al cinema a guardare film a sfondo sociale. Da qui si intrecciano diverse storie, in quello che è un ritratto caustico del disfacimento della borghesia e delle disillusioni famigliari in una società in declino, il cui unico mezzo salvifico e di “lotta sociale” sembra però essere il cinema stesso. Curioso e avanguardista film di uno dei nomi di punta del cinema brasiliano del periodo, ovvero Julio Bressane, è un’opera certamente per “pochi”, ma identificativa dello status del Cinema Novo.

5. Antonio das Mortes (1969)

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Ancora Glauber Rocha, in quello che è probabilmente il film testamentario e “conclusivo” del cinema novo brasiliano. Un vero e proprio western socialista, avvolto questa volta in colori accesi e con riferimenti più espliciti al genere, ma in cui il bersaglio è sempre il potere dei “padroni”. Un villaggio povero nel sertao brasiliano si deve ribellare, con l’aiuto del solitario Antonio das Mortes, un sicario assoldato dal potente, che poi prende coscienza e guida la rivolta degli agricoltori.